In cattedra fino a 71 anni per la pensione, storica sentenza per un docente marsicano

17 luglio 2020 | 05:16
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In cattedra fino a 71 anni per la pensione, storica sentenza per un docente marsicano

Sentenza storica del Tribunale di Sulmona: docente in servizio fino a 71 anni, per ottenere la pensione minima.

Chi fugge dal lavoro e chi lotta, anche nelle sedi giudiziarie, per rimanervi. Battaglia giudiziale con la scuola: vince il lavoratore, precisamente un insegnante. Segni particolari: 71 anni.

A Sulmona si scrive una sentenza che segnerà un precedente autorevole, pubblicata in questi giorni dal Foro di giustizia. Il giudice della Sezione Lavoro, la dottoressa Marta Sarnelli, ha accolto il ricorso presentato dagli avvocati Salvatore Braghini e Renzo Lancia, della Cisl Scuola, in favore di un docente marsicano, consentendo la sua permanenza in servizio fino al compimento del 71esimo anno d’età.

avvocati barchini e lancia

“Tanto necessitava per conseguire la pensione minima, diritto protetto dalla stessa Costituzione”, spiega l’avvocato Braghini.

Il ricorrente, assistito dagli stessi legali, aveva già beneficiato di un precedente provvedimento giudiziale che disponeva la sua permanenza in servizio fino all’età di 70 anni, sul presupposto di conseguire la pensione minima di 15 anni entro l’anno scolastico 2018/2019 ma, da successivi calcoli pensionistici, il lavoratore ha appreso di dover rimanere in servizio un altro anno per il raggiungimento del requisito contributivo.

Alla richiesta di permanenza per un altro anno, però, l’Istituto Comprensivo Mazzini-Capograssi di Sulmona aveva comunicato il rigetto della richiesta, sul presupposto dell’applicazione del Testo Unico della scuola, secondo il quale “la protrazione del servizio fino al conseguimento dell’anzianità minima non può oltrepassare ‘il settantesimo anno di età’.”

L’interpretazione dell’amministrazione, per i due legali, violerebbe, invece, il principio della parità di trattamento tra dipendenti pubblici, in quanto per gli altri dipendenti il limite di età è stato innalzato a 71 anni dalla famigerata Riforma Formero del 2011. La tesi difensiva è stata pienamente accolta dal Giudice sulmontino, che ha quindi stabilito “l’aspettativa di vita per gli anni 2018-2019 e 2020 è stata innalzata a 71 anni. Può essere riconosciuto al ricorrente il diritto al mantenimento in servizio oltre il settantesimo anno di età, al solo fine di raggiungere l’anzianità contributiva necessaria per il conseguimento della pensione minima”.

Riconosciuto, quindi, il diritto del docente a permanere in servizio sino al compimento del 71esimo anno di età, con decorrenza del collocamento a riposo il 1°.9.2020, ai fini del conseguimento dell’anzianità contributiva minima di 15 anni.

L’avvocato Salvatore Braghini della CISL Scuola spiega il successo dell’iniziativa giudiziale perché “fondata sull’applicazione del superiore principio di non discriminazione, in quanto – precisa il legale – “la norma che segna il limite di 70 anni, ancorché speciale, deve essere considerata recessiva rispetto ad una norma valevole per tutti i dipendenti pubblici, che, nel caso specifico, consente di garantire il diritto costituzionalmente protetto alla pensione e di non incorrere, altresì, in una discriminazione per età, censurata dalla normativa anche europea”.