Il caso

Assoluzioni puntellamenti: “Arresti, foto segnaletiche e nessuno che chieda scusa”

Inchiesta "Do ut des", dopo 6 anni e la rinuncia alla prescrizione "il fatto non costituisce reato". Resta l'amaro in bocca per il "paradosso che non fa bene alla giustizia italiana".

L’AQUILA – Dopo 6 anni “il fatto non costituisce reato”, le assoluzioni per l’ex vice sindaco Roberto Riga e gli ex assessori Pierluigi Tancredi e Vladimiro Placidi. L’avvocato Dionisio: “Brutta pagina per la giustizia italiana”.

“Gli arresti, le foto segnaletiche, amministratori buttati in pasto all’opinione pubblica e dopo 6 anni l’assoluzione perché il fatto non costituisce reato. È una vergogna che in uno stato di diritto come quello italiano possano succedere certe cose, senza che nessuno chieda almeno scusa“. Così l’avvocato Maurizio Dionisio, difensore di Pierluigi Tancredi in una lunga vicenda giudiziaria che ha “sbattuto il mostro in prima pagina”, prima di scoprire che non c’era alcun mostro. È la conclusione dell’idagine “Do ut des” che prefigurava sostanzialmente attività corruttive nell’ambito dei fondi per la ricostruzione, capi d’accusa “chilometrici” che contestavano anche “pressioni” sui sindaci del cratere, affinché non lamentassero ritardi nella ricostruzione.

“Sono stati giorni particolari – ricorda l’avvocato Dionisio – con il senno di poi posso dire che la popolazione aquilana, fuorviata dall’inchiesta, ritenne di identificare negli indagati il centro di ogni male e di ogni corruttela, ma questa  è stata una costruzione menzognera, falsata. Le condotte degli indagati non intaccavano minimamente i fondi della ricostruzione, ma in quel momento la Procura ritenne di dare in pasto all’opinione pubblica questo genere di accusa. Con l’avvio del procedimento ho rassicurato il mio assistito, dicendogli: ‘Vedrai, sono bravi a giocare senza portiere e squadra squadra avversaria (indagine preliminare, ndr) ma vedrai che quando scenderà in campo la difesa nella sede naturale, con squadra e portiere non gli faremo toccare palla. E così è stato”. D’altra parte “l’accusa si è trovata di fronte a testimoni che o non si sono presentati o hanno smentito gli assunti accusatori”.

Quindi l’esito finale, con le assoluzioni che se da un lato non possono non soddisfare la difesa, dall’altro lasciano l’amaro in bocca: “In uno stato di diritto, pensare che si possa arrestare una persona, assolverla e non chiedere nemmeno scusa, è una grande vergogna. Le foto segnaletiche, gli arresti e poi la sentenza per cui il fatto non costituisce reato rappresentano un paradosso che non fa bene alla giustizia italiana”.

Inchiesta “Do ut des”, Riga: “Noi amministratori per bene”.

Non c’è stato nessun ‘Do ut des’. La sentenza di oggi leva ogni macchia dalla passata amministrazione: noi siamo ed eravamo persone per bene“, è il commento di Roberto Riga rilasciato al Capoluogo. “Dopo tanti anni si è fatta chiarezza su una pagina oscura per la città e per gli aquilani che adesso possono pensare di essere stati amministrati da persone per bene. Io mi sono dimesso subito e ho aspettato con serenità la sentenza, rinunciando anche alla prescrizione perchè sapevo di non aver fatto nulla. Un’assoluzione che ridà dignità anche alla ricostruzione che per troppe volte è stata adombrata da questi spiacevoli fatti di cronaca che hanno portato L’Aquila sulla pagine di tutto il mondo. Sono felice per me, per la mia famiglia per i miei figli Francesca e Matteo”.

Oltre a Tancredi, Placidi e Riga sono stati assolti anche l’ex cerimoniera del Comune, Daniela Sibilla, Daniele Lago, imprenditore della società Steda e il direttore dei lavori, Fabrizio Menestò.

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