L’Aquila, Consiglio comunale: come se nulla fosse

Il lavori dell’ultimo Consiglio comunale. La maggioranza si mostra compatta, nonostante la crisi in atto.
Alla fine tutto si è svolto regolarmente, a parte il fatto che si è tornati “online”, dopo appena una seduta in presenza. Il Consiglio comunale di questa mattina non ha fatto registrare grosse criticità, ma forse è proprio questa la notizia, dopo la crisi divampata tra la Lega e il sindaco Pierluigi Biondi. L’assise civica è stata chiamata a confrontarsi sulla quarta variazione al bilancio di previsione 2020-2022 riguardante i maggiori fabbisogni di spesa e le minori entrate dovute all’emergenza coronavirus, e sull’affidamento in house dei servizi strumentali alla società partecipata Sed mediante approvazione del progetto tecnico e del contratto di servizio. A questi argomenti, sono state aggiunte le proposte di deliberazione concernenti il regolamento dell’imposta municipale propria (Imu) e della tassa sui rifiuti (Tari), la presa d’atto delle disposizioni normative nazionali in materia di Cosap relative all’emergenza covid-19 e l’approvazione delle aliquote e delle detrazioni della nuova Imu per l’anno in corso.
In apertura gli interventi sull’ordine dei lavori da parte dei rappresentanti dell’opposizione che hanno stigmatizzato il “ritorno” alle riunione su piattaforma online. Il presidente del Consiglio Roberto Tinari ha risposto che la motivazione della scelta risiede nel rispetto delle regole dell’ultimo Dpcm che prolungano lo stato di emergenza, indicando di privilegiare le riunioni online. Tra l’altro, Angelo Mancini ha sottolineato come durante la precedente seduta in presenza, questo rispetto delle regole sia mancato. Richieste anche spiegazioni sulla crisi di maggioranza in atto, ma su quel fronte non si è mosso granché.
Per quanto riguarda i lavori, approvata la variazione di bilancio e relativi emendamenti presentati dal vice sindaco Raffaele Daniele. Stessa sorte per gli altri punti all’ordine del giorno. La crisi, insomma, non ha minimamente intaccato i lavori del Consiglio, con la Lega che ha tranquillamente votato con tutta la maggioranza. Una sorta di “tregua armata” per una crisi a questo punto di difficile interpretazione, soprattutto negli esiti finali.