Centri estivi post Covid, a Barisciano vincono sicurezza e divertimento

Centri estivi L’Aquila, come se la passano i bambini nell’estate del post Covid? L’intervista a Emanuele Foresti che con la 2k5 si è fatto in 3. Tante attività: alla scoperta della città, giochi e laboratori creativi.
I problemi, per i centri estivi, in tutto il Paese, sono stati molteplici: dall’assicurare le distanze tra i bambini, il nodo sulla mascherina, il problema del pasto a ora di pranzo.


Uno dei centri estivi che seppur in forma ridotta è riuscito a partire è il 2k5 di Emanuele Foresti che quest’anno si è fatto in 3: all’Aquila, presso L’isola che non c’era, a Picenze e Barisciano.
Per Picenze e Barisciano il Comune di Barisciano ha abbattuto i costi per le famiglie con dei contributi, mentre nel centro estivo dell’Aquila la retta è a carico intero dei genitori.
“Sembrava impossibile eppure ce l’abbiamo fatta – dice Emanuele Foresti sentito dal Capoluogo – siamo riusciti a riaprire comunque superando una serie di ostacoli e problematiche conseguenti al Covid”.
“I bambini sono felicissimi, i centri estivi per loro quest’anno sono stata una vera e propria boccata di normalità dopo mesi di isolamento, di vita domestica e di ore davanti agli schermi a causa della dad. Abbiamo avuto anche un grosso supporto per Picenze e Barisciano che ci ha consentito di raggiungere i ragazzini dell’Abruzzo interno, svantaggiati a volte per via della locazione geografica”.

Come funzionano i centri estivi nell’estate del Post Covid?
“Abbiamo fatto piccoli gruppi in base all’età, dai 3 ai 14 anni. Nello stesso gruppo è difficile distanziarli per questo abbiamo scelto tutte attività all’aria aperta in modo da non costringerli a portare la mascherina con questo caldo che viene invece usata dagli operatori che vengono monitorati quotidianamente con la misurazione delle temeopratura”.

Tra l’associazione sportiva 2k5 e i genitori è stato siglato anche il Patto di corresponsabilità per quanto riguarda l’emergenza covid, le normative e i trattamenti da eseguire in caso di contagio.

Ogni giorno ci sono piccole escursioni, come quella con il trenino all’Aquila, alla scoperta del centro storico, o al parco avventura a San Pio delle Camere. C’è tempo anche per tanto sano sport: dalle arti marziali, ai giri in bici, passando per la danza sportiva il tennis.

Per quanto riguarda il pasto, a Barisciano e Picenze i bambini tornano a casa alle 13,30 e consumano durante la mattinata una merenda portata da casa. All’Isola che non c’era viene distribuito il pranzo cucinato all’interno del locale, mentre la merendina la portano da casa.

“Abbiamo voluto lavorare anche sulla loro creatività, per cui non solo gite e giochi ma anche laboratori, come quello organizzato con il pizzaiolo Fabio Speranza per imparare a fare la pizza. È stato difficile, avevamo tanti dubbi e c’erano tanti nodi da sciogliere. Ci tenevamo moltissimo, non solo per tutelare il nostro lavoro, ma anche per i nostri ragazzi, che avevano tanto bisogno quest’anno di praticare della sana socialità”, conclude Emanuele.

Positiva anche l’esperienza di una mamma di Picenze, Simona, sentita dal Capoluogo.
“Mia figlia Asia di 6 anni non vede l’ora ogni mattina di andare al centro estivo. uno staff allegro e competente che ha saputo coinvolgerli tantissimo in tutte la attività organizzate, ridando a questi bambini la spensieratezza persa in parte durante l’isolamento conseguente al lockdown. Si divertono e tornano a casa sereni e per noi genitori questo è molto importante“.
“Dopo tanti mesi chiusi in casa è stato fondamentale, una mano santa per loro. Vedo mia figlia finalmente felice e questo è molto importante. Escono di casa tranquilli e tornano a casa stanchi e soddisfatti. Gli hanno restituito una routine che nella loro vita, come per noi adulti è formativa per la loro crescita”, conclude.