Cultura

Le nuove stanze della poesia, Vera Barbonetti

Vera Barbonetti: il ritratto della poetessa "emozionale" per l'appuntamento con la rubrica Le nuove stanze della poesia, a cura di Valter Marcone.

Il ritratto di Vera Barbonetti per l’appuntamento con la rubrica Le nuove stanze della poesia, a cura di Valter Marcone.

Vera Barbonetti nasce a Borgorose( Ri) e vive da sempre a L’Aquila. Appassionata di poesia scrive i suoi versi fin da bambina.

Nel 1998 pubblica la sua prima raccolta “Attimo dopo Attimi” con edizioni Spazio Arte Abruzzo Az60 L’Aquila. Da allora non smette di scrivere e la testimonianza più forte delle sua dedizione, è proprio il caso di dirlo, alla poesia sono le numerosissime composizioni che raccoglie nei suoi quaderni.

Quei quaderni che porta con sè in occasione dei recital a cui partecipa e da cui appunto trae i versi che porge agli ascoltatori e che rappresentano sempre un dono suadente e affascinante. Perché la sua poesia riesce a coinvolgere chi la legge o la ascolta per le emozioni che riesce a suscitare.

Un verso scandito a volte da una sola parole, secca, forte, piena di molti rimandi , fatta di sentimenti e di storia vissuta in prima persona come nella poesia “Il silenzio”.

Oppure questo modo di richiamare al cuore e alla mente gli affetti familiari e soprattutto la figura del padre proprio nella poesia “A mio padre”.

Ma i temi che Vera Barbonetti affronta nelle sue poesie sono diversi e si possono leggere nella raccolta che abbiamo citata, in quella successiva pubblicata sempre con lo stesso editore nel 2002 dal titolo “Sassi”, in quelle inserite in molte antologie e in tutte le altre pubblicate sul suo profilo Facebook.

Vera Barbonetti ha partecipato a molti recital della Compagnai dei poeti di L’Aquila e in particolare ad un Binario poetico organizzato dalla stessa Compagnia.

Le sue liriche tradotte da Paul Courget sono pubblicate in varie riviste francesi.

Da ultimo le sue liriche “Semi di ricordi” e “Malgrado tutto” appaiono nell’antologia “Primavera vien danzando Due zero due”, Daimon Edizioni L’Aquila, Antologia della festa della poesia 2020 della Compagnia dei poeti di L’Aquila

A mio padre
Le forti braccia
Piū non sono armate di falce
E più non fanno solchi
Per far respirare la terra
Il capannone
Fra le vigne
Ormai vuoto
Non dà più riparo
Alle membra stanche
E le cicale
Non cantano più
Ninne nanne nei pomeriggi d’estate.
Sei stanco
Oh mia radice!
Gli anni dicono
Che la stagione del sonno
Forse… è vicina
una languida e triste malinconia
Attanaglia
Il cuor mio
Questo amore
Questo amore
Silenzioso
Come ombra nella notte fonda
Fragile foglia
Infarinata dal gelo.
Questo amore
Sempreverde
Come palma di un deserto
Acerbo melograno
Sotto il sole d’estate.
Questo amore
Trasparente
Come il volto di un ambito
Viola furtiva
Nella sua precoce finitura.
Questo amore
Disperato
E scambiato con il nulla
In burrasca
Nel mezzo dell’oceano sconfinata
Questo amore…
Per non morire.
***
Ascolto melodie
di pioggia
Picchiettare sui vetri
Mentre….
Nuove corolle
Sul balcone sciorinano
Fragranze dolorose
Un rivolo mite di vento
Muove le trite
Sui cristalli
Che sovrapposti a lembi di cielo
Paiono anime
Di benefici folletti
A mitigare
Nostalgici pensieri
Colmi di profumi lontani
Fatti di abbracci e di baci
Sorrisi e carezze e….
Che riemergono
Come terra di zolla
Scavata a primavera
Dalla punta prepotente dell’aratro
Il silenzio
Il silenzio
Avvolge
Mille e mille
Ricordi.
L’anima ne
Gioisce…
Mentre…
I battiti
Del cuore
Accellerano
Tra la fatalitā
Dell’estasi
E l’emozione
Di vivere l’attimo.
Come puledri
Senza briglie
Rompono gli argini
Del presente…
Corrono lontano
A rincorrere ieri
Come a volerli
Acciuffare,
Imprigionare
Per non perderli mai!

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