Incendio ad Arischia, sono stati oltre 200 i lanci di Canadair ed elicotteri effettuati nella sola giornata di oggi per contenere le fiamme.
“La pioggia ha aiutato, ma è durata poco più di una decina di minuti. Si continua a lavorare senza sosta. Ora su Arischia ci sono 3 Canadair e 3 elicotteri in volo“.
Lo ha spiegato Sonia Placidi tenente colonnello del Reparto Carabinieri del Parco Gran Sasso, alla redazione del Capoluogo.
L’area montuosa di Arischia, entro i confini del Parco, era stata soggetta a rimboschimento nei primi del ‘900. Infatti nell’800, il territorio di Pizzoli, Barete e Arischia erano caratteristicamente soggetto a forte rischio di dissesto idrogeologico.
“Cerchiamo di salvare la Genista pulchella, subspecie aquilana, nell’area che, ricordiamo, fa parte del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga“, ha continuato Sonia Placidi. Oltre a questa subspecie di ginestra – unica al mondo – l’area è ricca di pini e aceri.
La zona interessata dal rogo, tra l’altro, è una Zps, ovvero Zona di Protezione Speciale, soggetta quindi a tutela ambientale da parte dell’UE.
Infine, ha ricordato, il tenente colonnello Sonia Placidi, “proprio quest’area è stata interessata da un simile incendio nei primi anni ’90“. Dai forestali l’appello: “Invitiamo chiunque abbia visto qualcosa o possa riferire notizie utili rivolgersi ai Carabinieri Forestali“.
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