Soccorso Alpino L’Aquila, il dopoguerra e la corsa alla montagna: nasce la prima stazione

7 agosto 2020 | 06:42
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Soccorso Alpino L’Aquila, il dopoguerra e la corsa alla montagna: nasce la prima stazione

Solo dopo le guerre si torna in montagna e ricominciano, purtroppo, gli incidenti. Nasce anche, però, la consapevolezza della necessità di un’organizzazione fissa di soccorsi. Il 1° gennaio 1960 viene istituita la prima stazione di Soccorso Alpino a L’Aquila

L’ha ricordata Paolo Boccabella, fin dalle origini. Dai primi incidenti in montagna, con le prime vite spezzate, al turismo sempre più numeroso, che ha inevitabilmente portato ad un numero sempre più grande di infortuni, smarrimenti e incidenti anche gravi, in vetta alle cime del Gran Sasso.

Soccorso Alpino: storie di coraggio e di vite salvate in vetta al Gran Sasso

Poi le guerre e il pesante strascico di conseguenze. La montagna rimasta nell’ombra, con essa l’esigenza di pensare all’esigenza concreta di una stabile organizzazione di soccorso. Idea che torna, fortunatamente, in voga presto, fin dai primi anni ’50. Ce lo racconta Paolo Boccabella, presidente dell’associazione Corridori del Cielo.

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Intorno agli anni ’50 del secolo scorso, ricomincia l’attività e con essa gli incidenti e le operazioni di soccorso. Nel 1954 la Sezione dell’Aquila del Club Alpino Italiano acquista, col contributo del locale E.P.T., un canotto AKIA e una barella SAT che vengono dislocati a Campo Imperatore. Si è entrati nell’ordine di idee che i mezzi improvvisati non sono più rispondenti alle esigenze e che conviene operare con i mezzi predisposti e specifici che, sotto la spinta dei più progrediti paesi alpini, Svizzera in testa, la tecnologia mette a disposizione.

Soccorso Alpino L’Aquila, la prima stazione

Nel 1957 il gruppo più dinamico che opera nella Sezione dell’Aquila del CAI, capeggiato da Domenico D’Armi, sotto la presidenza di Nestore Nanni, formula ed invia alle competenti autorità la richiesta ufficiale per l’istituzione di una “Stazione di Soccorso Alpino” a L’Aquila e di un posto fisso di chiamata alla Sella di Pratoriscio, oggi conosciuta con il toponimo di Campo Imperatore. Segue un dibattito sulla stampa locale, in cui si discute sulla necessità ed opportunità di tale iniziativa.

Vengono ad ogni modo organizzate lezioni di “pronto soccorso”, tenute dal Dr Vincenzo Di Marco, per i futuri Volontari del Soccorso Alpino. Il 21 ottobre 1958 un caso clamoroso, che ha eco nazionale, taglia la testa al toro: tre ricercatori dell’AGIP Mineraria si smarriscono e muoiono nella bufera sulle falde meridionali del Monte Camicia. Alla ricerca, che dura quattro giorni, partecipano, oltre al nutrito gruppo della Sezione dell’Aquila del CAI, numerosi volontari provenienti dai centri montani adiacenti, corpi militari ed una squadra dei Scoiattoli di Cortina. I corpi dei tre sventurati vengono ritrovati il 24 ottobre.

L’AGIP, oltre al ringraziamento del suo Presidente Enrico Mattei, simboleggiato dalla medaglia della protettrice S. Barbara, devolve la somma di £ 300.000alla Sezione dell’Aquila del CAI, quale tangibile riconoscimento per l’opera prestata. Tra i componenti il gruppo dei soccorritori nasce una polemica sui criteri di utilizzazione della somma, che infine viene destinata, quale parziale rimborso, ai soccorritori del CAI, i quali per le operazioni di ricerca e soccorso perdevano la giornata di lavoro. Seguono subito i riconoscimenti delle autorità locali e l’autorizzazione ufficiale ad istituire la Stazione di soccorso, oltre a vaghe promesse di futuri aiuti finanziari.

Soccorso Alpino, Gran Sasso come le Alpi: nasce la Delegazione

Il 1° gennaio 1960viene ufficialmente costituita la Stazione di Soccorso Alpino dell’Aquila, di cui viene nominato capostazione Nestore Nanni. Nel 1963, in concomitanza col grave incidente di Carlo Leone che rimane per tre giorni ferito alla base del III Pilastro, Domenico D’Armi assume il comando della stazione. Il 18 novembre 1966, l’istituzione si adegua ai criteri delle consorelle dell’arco alpino. Viene costituita la XX Delegazione (o Zona) che copra buona parte dell’Appennino Centrale; ne dirige l’opera un Consiglio Direttivo formato dai capistazione e presieduto da un Delegato, Domenico D’Armi, che oltre a promuovere e coordinare le iniziative delle stazioni rappresenta la Delegazione presso la Direzione Nazionale.

Soccorso Alpino, fatte le stazioni mancano le risorse

Alla Stazione dell’Aquila, diretta ora da Alfonso Colacchi, seguono in tempi successivi quelle di Pietracamela con Lino D’Angelo, Pescara con Luigi Barbuscia, Cassino, Terni e Filettino. Ma il contributo finanziario da parte di enti pubblici è rimasto una promessa e la mancanza di risorse impedisce un’effettiva evoluzione dell’organizzazione; l’esigenza pressante del rinnovo e dell’adeguamento delle attrezzature, non soddisfatta dal poco materiale che la Direzione Nazionale elargisce di tanto in tanto, viene in parte colmata dalla spontanea rinuncia dei Volontari al simbolico rimborso che l’Assicurazione paga, solo quando l’infortunato è socio CAI.

Presto, però, importanti novità arricchiranno il Soccorso Alpino e la sua storia. Ad incominciare dal prezioso contributo delle squadre del Soccorso della Guardia di Finanza. 

Lo racconterà Paolo Boccabella.