Rodi Garganico, centro di produzione degli agrumi fin dal Medioevo e terra dei pastori che dall’Abruzzo lasciavano gli stazzi – “vanno verso il mare” – si conferma una delle mete preferite dagli italiani nell’estate del post Covid.
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Tutto pieno dalla Marina di Rodi, costruita e inaugurata nel 2009, fino al piccolo centro, incastonato in alto, tra scalette e casette in pietre dal fascino antico.
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Ancora una volta l’Italia si mostra estremamente generosa con i desideri dei vacanzieri offrendo tutte le possibilità per una vacanza allegra e rilassante riunite in una sola destinazione, la Puglia, che da tempo è diventata la meta ricercata da un turismo nazionale ed internazionale di alto livello.
Non è il famoso (e forse fin troppo frequentato) Salento a tenere banco, ma un territorio ugualmente esclusivo nella sua genuina propensione turistica, il Gargano.
Quest’anno mancano all’appello gli stranieri, ma sono Tanti i turisti che hanno scelto Rodi dal Molise, dall’Abruzzo e anche dal Nord Italia.
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Il turista del Nord è ancora un po’ “intimidito”, il lockdown e i contagi da Bergamo e Milano portano quasi a voler nascondere, dietro la mascherina, la paura di essere additati come “untori”.
A Rodi Garganico si fa ancora la spesa nel piccolo alimentari di paese, dove si trovano tanti prodotti della terra a km zero: dai capperi alle olive, passando per l’olio buono , provolone e cacio ricotta, le immancabili friselle, i taralli e le orecchiette di grano arso.
Un posto magico, dove si viene immersi in un’atmosfera di un tempo quasi andato, fuori dal caotico circuito turistico del “vicino” Salento.
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Non c’è una movida selvaggia, piuttosto la sera si vedono arrancare in paese tante famiglie con i passeggini, affaticati dai tanti scalini obbligatori per raggiungere la cima e la terrazza panoramica che regalano comunque una vista sul Gargano mozzafiato.
Certo, i problemi non mancano, in un posto che durante l’anno non arriva a 1000 abitanti e probabilmente non è ancora completamente attrezzato per ricevere un flusso di turismo così potente.
E se da una parte nella nuova Marina i diportisti e i charter hanno a disposizione ogni genere di prima necessità, per il resto il paese arranca con l’acqua che manca, i problemi legati alla la raccolta differenziata porta a porta e alla nuova isola ecologica, il traffico selvaggio e le disposizioni in materia di covid che sembrano non valere per tutti!
Nei locali non tutti indossano la mascherina, fatta eccezione per i camerieri e i proprietari che sono abbastanza attenti.
Qualche problema anche per quanto riguarda l’accoglienza del turista: alcuni locali sono di nuovissima gestione, aperti a cavallo tra maggio e giugno.
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Parlando con qualcuno del posto, quest’anno, complice il reddito di cittadinanza, sembra sia molto difficile recuperare manovalanza stagionale, uno dei motivi alla base della confusione che si crea nei tavoli di bar e ristoranti: domande “impicciate”, piatti che arrivano in tavola freddi o scotti… alla fine è vacanza e basta un po’ di elasticità: ma il turismo, nell’epoca di trip advisor, non si fa prendere in giro.
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In ogni caso Rodi Garganico e i suoi dintorni sono tutti da scoprire: dalle calette e spiagge bagnate da un mare cristallino, ai giri in bici nella foresta umbra o dei laghi costieri di Lesina e Varano.
Un luogo dove si incontrano ancora tradizioni agricole ancestrali, tecniche di pesca che sfidano la gravità e piccoli borghi che conservano ancora le vestigia longobarde e normanne.