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Aielli, dal lockdown al murales: Implosione 2020

Il murales realizzato nella piazza di Aielli attraverso le suggestioni scaturite durante il periodo di isolamento forzato.

AIELLI – Il murales realizzato da ragazze e ragazzi dai 14 ai 17 anni attraverso le suggestioni scaturite durante il periodo di isolamento forzato.

Ci sono dei murales che non sono come gli altri. Ci sono murales che racchiudono significati diversi e per questo diventano speciali. Come quello da poco realizzato sulla piazza di Aielli, dove dai primi giorni del mese di giugno alla fine di luglio 2020, ragazze e ragazzi di Aielli, dai 14 ai 17 anni, hanno condiviso, con l’aiuto e la guida  della fondazione psicologi d’Abruzzo, le esperienze e le suggestioni scaturite durante il periodo di isolamento forzato.

Il progetto – spiegano dal Comune – prevedeva fin dall’inizio la presenza di un mediatore artistico che traducesse le emozioni in espressione visiva, permettendo che  la condivisione e l’esplicitazione delle emozioni emerse venisse rappresentata  su una parete sotto forma di murale.

Così è nato IMPLOSIONE 2020, un murale la cui lettura  è possibile attraverso lenti colorate rosse e blu, utili a mettere in evidenza duplici e opposti contenuti maturati dai ragazzi nel corso del programma di scambio degli elaborati.  Si ha perciò una visione alternata dei diversi simboli. Il fruitore è stimolato a vedere oltre le apparenze, attraverso il filtro della doppia esposizione. Quindi l’intenzione principale è stata quella di rappresentare le molteplici esperienze e la condensa emozionale che è parte integrante del progetto.

C’è il papavero e il bambino: il papavero rosso è simbolo di gioventù che accoglie in sé la nuova vita nel senso di possibilità e di crescita; dentro il papavero infatti il bambino è collegato da un cordone ombelicale sovrapposto al gambo del fiore che gli permette di proiettarsi verso l’ignoto; si possono così esplorare nuovi spazi con la sicurezza di essere legati alle radici e al terreno.

C’è l’onda elettromagnetica: alla base della composizione l’onda elettromagnetica rappresenta l’equilibrio tra gli spazi e le distanze, sociali e interstellari. Quest’onda è anche l’energia e il nutrimento della famiglia che permette di lanciarsi verso nuovi orizzonti e verso spazi inesplorati. Le radici degli affetti quotidiani sono la base di partenza per nuove possibilità.

Ci sono le stelle: il bambino fluttuante cerca di afferrare le stelle che rappresentano i suoi sogni.

C’è il cavallo-joystick: il simbolo del cavallo che ingloba un joystick è ispirato alle rappresentazioni dei cavalli nelle pitture preistoriche delle caverne; la “caverna” del lockdown è stata riempita dalla realtà virtuale e dalla tecnologia che ha permesso di rompere l’isolamento. Il joystick è stato un “cavallo” per volare ed uscire all’aria aperta, riacquistando un senso di libertà.

C’è l’orante:  un altro simbolo arcaico,  cioè l’esser umano preistorico sovrastato dalla natura, parallelo all’essere umano moderno che nonostante il suo progresso tecnologico è stato bloccato nella casa/caverna dalla pandemia.

C’è il pianeta/pallone da calcio: all’interno del pianeta è contenuto un pallone da calcio, simbolo di aggregazione, dal quale spuntano delle api, simbolo di socialità, che volano verso la finestra superiore della casa, anch’essa accolta nella struttura del murale, perché simboleggia l’apertura verso il mondo esterno. Da questa stessa apertura verso il basso si estendono delle mani che si protendono dalla finestra al pallone, come simbolo di una collettività che vuole riallacciare i legami.

Una simbologia composita unita da un tratteggio che rappresenta l’incertezza tipica dell’età adolescenziale e quella derivata dall’esperienza della pandemia, prendono l’aspetto di moderne pitture rupestri che trasudano dall’interno della caverna/casa verso l’esterno spazio/luce, per riappropriarsi della vita e della libertà.

Tutta la direzione artistica, nonché la realizzazione pratica è stata curata da Maria Angelica Mazzulli.

“Un enorme ringraziamento – sottolinea il sindaco Enzo Di Natale –  al Presidente della Fondazione dell’Ordine degli psicologi d’Abruzzo, Paolo Manfreda, alla dottoressa Elisa De Foglio, al dottor Giovanni Pendenza e a tutti gli altri psicologi che hanno offerto la loro professionalità. Tanti complimenti infine agli adolescenti aiellesi per aver accettato di condividere i loro pensieri e il loro tempo così prezioso. Il risultato è davvero un’implosione di emozioni”.

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