Autovelox Bussi non era omologato: ricorsi accolti

Autovelox Bussi, il Giudice di Pace di Pescara accoglie con sentenza i primi ricorsi contro la pioggia di multe.
Lo rende noto l’avvocato Carlotta Ludovici, del foro dell’Aquila, che da mesi sta seguendo la battaglia al fianco degli automobilisti contro l’oramai “famoso” autovelox di Bussi Sul Tirino. La scorsa estate alcuni automobilisti aquilani si sono visti recapitare anche 11 multe in un mese e si sono rivolti al legale per intentare il ricorso.
L’autovelox è stato posizionato nell’estate del 2019 nei pressi di Bussi sul Tirino, lungo la strada Statale 153 che collega L’Aquila alla costa pescarese. In poco tempo sono state circa 30 mila le multe che sono arrivate ai tanti automobilisti che transitano anche quotidianamente lungo la strada.
In questi giorni, dopo un anno dei distanza e dopo il blocco della giustizia conseguente all’emergenza Covid, si stanno susseguendo numerose sentenze emesse dai Giudici di Pace di Pescara, tramite le quali sono stati accolti alcuni dei ricorsi presentati dall’avvocato Ludovici.
Nello specifico, tra gli altri motivi di ricorso, “nelle motivazioni delle diverse emanande pronunce giudiziarie in primis si legge dell’accoglimento dell’opposizione, ritenuta fondata in fatto e in diritto, circa la regolarità della taratura del dispositivo in questione, che non è stata comprovata dal comparente Comune”, spiega l’avvocato Ludovici in una nota inviata alla redazione.
Altri Giudici, invece, hanno ritenuto, “e a ragione – chiarisce – di accogliere l’ulteriore motivo di ricorso sollevato in merito alla mancata omologazione dell’autovelox, sulla scorta anche della copiosa giurisprudenza sia di merito che di legittimità che si è espressa di recente su questa annosa problematica”.
“In buona sostanza, contrariamente a quanto sostenuto dall’Ente comunale, l’omologazione e l’approvazione non sono due procedure sinonimiche, bensì sono distinte tra di loro. Di conseguenza, uno strumento non omologato e per alcuni Onorevoli Giudicanti neppure tarato ovvero non regolarmente tarato, non è attendibile nella rilevazione della velocità. Pertanto, alla luce di tali autorevoli pronunce cui si stanno conformando i diversi Giudici di Pace assegnatari delle centinaia di ricorsi proposti, l’infrazione non può sussistere in quanto l’apparecchio oggi incriminato è pacifico che non sia stato sottoposto giustappunto a procedura di omologazione, di talchè questo non è uno strumento attendibile nei rilevamenti”.
Per quanto riguarda poi il funzionamento del velox che è stato ripristinato, “a detta del Sindaco del Comune di Bussi, dopo il periodo della chiusura totale dovuta all’emergenza coronavirus, si precisa che per la rimozione o lo spengimento coattivo dello stesso è competente esclusivamente l’organo amministrativo quale il TAR Abruzzo, sicchè preme rammentare che i ricorsi presentati innanzi all’Ufficio del Giudice di Pace di Pescara sono stati avanzati esclusivamente a tutela dei singoli utenti della strada e per verificare la legittimità dell’operato del Comune di Bussi nell’elevazione di migliaia di multe”.
Quanto detto, per l’avvocato, “vuol significare che, a fronte di ben oltre 45.000 contravvenzioni elevate nell’arco temporale di qualche mese, sarebbe stato auspicabile che prevalesse il buon senso piuttosto che una sentenza impositiva, atteso, inoltre, che la maggior parte degli automobilisti hanno pagato alle casse del Comune di Bussi ingenti somme di danaro per le sanzioni pecuniarie comminate, in molti casi, oltretutto, a ripetizione ed in modalità goccia cinese”.
“E’ davvero una grande soddisfazione constatare che la Giustizia sta trionfando per un caso sociale che ha coinvolto migliaia di automobilisti increduli dell’accaduto, operatori del diritto, ma anche forze politiche dei diversi schieramenti e soprattutto lo stesso Prefetto di Pescara, che a suo tempo aveva autorizzato l’installazione del velox, il quale in più di un’occasione è intervenuto per verificare la regolarità e la legittimità della condotta del Comune di Bussi, richiedendo, altresì, a quest’ultimo di fornire il decreto di omologazione del velox, che purtuttavia, alla luce della documentazione agli atti, non esiste affatto, anche se invero sui verbali è riportata stranamente la dicitura omologazione”.