Scuola post covid

Ritorno a scuola, quattro chiacchiere con gli studenti: “Una gioia dopo tanti mesi chiusi in casa”

Il Capoluogo vi porta fra gli studenti che questa settimana torneranno sui banchi di scuola. Dalla prima elementare alle superiori, tutti o quasi non vedono l'ora che suoni la campanella.

“Tornare finalmente a scuola mi rende molto felice. Voglio imparare a scrivere e a leggere perchè adesso so fare solo il mio nome ed è un po’ poco. Voglio vedere i miei nuovi compagni, così posso usare anche lo zainetto e l’astuccio nuovi”.

Luigi ha le idee chiare, è un piccolo aquilano di 6 anni che il 24 settembre entrerà in prima elementare alla scuola “De Amicis”. Dopo il lungo lockdown e tutti i dubbi e tutte le incertezze riguardanti le aperture e i distanziamenti, come tanti suoi coetanei vede nella scuola, “non solo un posto dove imparare, ma dove possiamo anche divertirci e fare tante amicizie. Avevo proprio paura che sarei dovuto rimanere per sempre a casa”.

Il Capoluogo torna a scuola, con una carrellata di pensieri e emozioni, dopo aver sentito proprio i ragazzi, questi “piccoli soldati di un immenso esercito”, stanchi dopo mesi in casa, provati dalla didattica a distanza e dalla mancanza del contatto con gli amici e le insegnanti, in quell’ottica in cui la scuola non riveste solo un ruolo educativo ma anche sociale.

Le paure ci sono, specie da parte dei genitori e sicuramente ci vorrà qualche settimana di adattamento.

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Una nuova routine finalmente, abbandonata per cause di forze maggiore, e una nuova quotidianità a cui abituarsi. Dopo 6 mesi senza regole e con una nuova organizzazione familiare, i ragazzi stanno per rientrare in classe.

Si tornerà a impostare la sveglia alla mattina presto, a prendere l’autobus, fermandosi per strada magari a comprare la merenda.

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Si tornerà a scuola, ma senza avere la possibilità di sedere accanto al proprio vicino di banco: ma si torneranno a seguire le lezioni dei propri insegnanti, non più dietro lo schermo di un computer.

Sei mesi trascorsi con autonomia ed un’autogestione del proprio tempo, in molti casi senza aprire un libro e trascorrendo troppe ore sul cellulare, sulla PlayStation o davanti alla Tv.

Un ragazzo con idee chiare e che non vede l’ora di riprendersi la propria routine è il 12enne Riccardo, che quest’anno frequenterà la seconda media alla scuola “Carducci”.

“È sicuramente positivo poter tornare a scuola in presenza, ci riprendiamo finalmente una normalità che abbiamo tanto desiderato dopo un lockdown che ci ha letteralmente stesi. Non solo per la didattica ma anche per vedere compagni e insegnanti perché se da una parte è vero che con le videolezioni vedi le facce, almeno a me è mancato quel contatto umano che alla nostra età è importante per crescere bene. Stare vicini è sicuramente positivo, anche il calore di una classe che ti fa sentire durante le ore di lezione come a casa”.

Cosa ne pensa Riccardo dell’obbligo della mascherina?

“Portarla non è poi questo sacrificio, anche noi giovanissimi dobbiamo avere elementi di protezione personale che ci riparino. Anche noi siamo chiamati a fare il nostro dovere, la nostra parte, per la sicurezza di tutti. Non ci viene chiesto nulla, se non di stare attenti. Alla fine poi sono pure comode, esistono di stoffa e sono anche molto cool se sai scegliere quella adatta alla conformazione del tuo viso. Ma poi, alla fine, è meglio portare una mascherina o rischiare di prendere il virus?”.

“Per quanto riguarda la didattica personalmente durante i mesi a casa mi sono fatto in quattro per rimanere al passo con i compagni e con le scadenze. È stato un periodo anche rilassato per via degli orari dilatati, ma anche un’arma a doppio taglio perchè c’era il rischio di tornare a scuola e non sapere nulla e se non studi il torto non lo fai al professore ma a te stesso. Durante la dad qualcuno poteva fare il furbo, attaccando i post it al computer o staccando il wifi ma sono tutti mezzucci che fanno male e arrecano danno solo al nostro bagaglio culturale”.

Dalla seconda alla terza media: “Sono molto contento di tornare a scuola perchè rivedrò tutti i miei compagni e soprattutto sarà un passo avanti verso la normalità”, dice Leone della scuola media “Dante Alighieri”.

“Poterci preparare in presenza per gli esami è sicuramente una cosa positiva, ma soprattutto dopo tanti mesi chiusi da soli in casa potremmo ricominciare a incontrarci dopo le lezioni non solo per studiare ma anche per stare insieme. Portare la mascherina anche in classe secondo me è inutile visto che ci saranno già i banchi distanziati”.

Poi ci sono anche i ragazzi preoccupati, soprattutto per la sicurezza, come ad esempio Andrea che ha sostenuto a giugno gli esami di terza media a distanza e quest’anno si appresta a iniziare in presenza il primo anno delle scuole superiori.

“Sono emozionato  ma allo stesso tempo preoccupato perchè anche i dati ci dicono che all’Aquila c’è stato un aumento dei contagi. Con la mia famiglia siamo stati attenti tutta l’estate, rinunciando a fare anche le vacanze. Mi appello quindi alla responsabilità di tutti, anche di chi come me è molto giovane: dobbiamo indossare la mascherina e prestare molta attenzione”.

Daniele invece frequenterà il quarto anno del liceo linguistico. “Sarà difficile secondo me rispetto alla vita che avevamo prima del Covid. Non è pratico portare la mascherina tutto quel tempo e rispettare le distanze, per noi ragazzi il contatto è qualcosa di naturale e non tutti hanno ancora capito che la sicurezza viene prima di qualunque altra cosa. Per quanto riguarda invece studiare in presenza sarà sicuramente più facile, in classe ti aiuti e ti sostieni, dietro un computer non era facile”.

Carica e piena di entusiasmo invece Lucrezia al terzo anno del Liceo classico “Cotugno”. 

“Finalmente si torna alla normalità. Abbiamo perso un sacco di tempo e di programma perchè durante le videolezioni è stato fatto poco e non al passo con quello che era da fare. Non possiamo convincerci che sarà una passeggiata, i problemi ci sono e la mascherina tutte quelle ore darà un po’ fastidio ma abbiamo avuto mesi per abituarci. È stata un’estate strana e questo ritorno sui banchi è un passo avanti verso la normalità. Sono molto felice di rivedere compagni e amici ancora non sappiamo tante cose, sull’alternanza in presenza e da casa e come sono state strutturate le aule”.

“La mia scuola, il Cotugno, ha problemi da anni, con la frammentazione delle sedi e la mancanza di una sede unica. Ci mancava solo il Covid a complicare la situazione. Con lo studio posso dire di essere in pari, ma perchè ho fatto tanto anche da sola, il programma non è andato molto avanti probabilmente le prime settimane saranno di completamento per poter poi cominciare gli argomenti nuovi. Questa campanella avrà un suono diverso per tutti noi”.

Non vede l’ora anche la sorellina di Lucrezia, Emma, in quinta elementare presso l’istituto Maestre Pie Filippini. 

“Sono contenta di tornare a scuola perché mi è mancata, mi sono mancate le maestre e i compagni. La cosa che mi piaceva fare di più era la ricreazione, speriamo che a causa del virus non cambi nulla nelle nostre abitudini. La didattica a distanza è stata difficile ma siamo riusciti a fare tutto, le maestre ci hanno diviso in 2 gruppi così da poterci seguire meglio. Facevamo a turno durante le lezioni, poi una volta chiuso, ho sempre studiato sola anche perché i miei genitori dovevano lavorare. Comprare l’occorrente scolastico quest’anno è stato molto emozionante, avevo davvero paura che ci avrebbero lasciati ancora a casa”.

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