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Elezioni, assembramenti nella Marsica: prima puntata

25 settembre 2020 | 06:45
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Elezioni, assembramenti nella Marsica: prima puntata

Marsica, poche sorprese: il Comune più grande, Avezzano, va al ballottaggio. Celano, Carsoli e Magliano a Fdi, i casi Cappadocia e Sante Marie. A primavera toccherà a Tagliacozzo

Marsica, partiamo da Avezzano.

Di sicuro, dopo un anno di commissariamento, il tasso di affluenza è apparso eloquente rispetto alla necessità di ripristinare una soluzione politica democraticamente legittimata dagli avezzanesi. Se ne parlerà tra 15 giorni. Non mancheranno assembramenti politici per minare il ben piazzato Di Pangrazio.

Gli altri Comuni della Marsica

A Celanoil sindaco uscente Settimio Santilli ha concluso in netto vantaggio su Gesualdo Ranalletta, tradotto: l’ennesimo tentativo di “Picconare” il centrodestra fallisce e non lascia traccia ad interpretazioni sull’orientamento politico dei celanesi.

A Magliano dei Marsi,Pasqualino di Cristofano si è affermato su Marco Di Girolamo e a Carsoli a vincere è stata Velia Nazzaro. Pertanto Celano, Magliano e Carsoli sono espressione di Fratelli D’Italia, a conferma di un ottimo lavoro che il partito di Giorgia Meloni sta facendo sul territorio nella scelta dei candidati.

Marsica, i casi di Cappadocia e Sante Marie

Meno significative dal punto di vista numerico sono le elezioni di Cappadocia e Sante Marie, dove a vincere sono stati rispettivamente LorenzoLorenzin, già fratello della Ministra della Salute nonché vincitore delle ultime elezioni dello stesso Comune e, a Sante Marie, Lorenzo Berardinetti. I partiti qui c’entrano poco. Quest’ultimo, già assessore nella decima legislatura della Regione Abruzzo con molteplici funzioni, ha superato di poco il candidato sindaco Giovanni Nanni, che nella penultima legislatura comunale sempre di Sante Marie, proprio grazie ad un accordo con Berardinetti, era già stato eletto primo cittadino.

A Sante Marie a fare la differenza sono state le frazioni, in particolare Santo Stefano dove Berardinetti, a ragion veduta, aveva riposto le speranze nel già vicesindaco Vincenzo Zangrilli. A Cappadocia a determinare il risultato positivo per Lorenzin è stato Giuseppe Di Giacomo, ben sostenuto dai voti della frazione di Petrella Liri.

Elezioni Marsica, uno sguardo a Tagliacozzo

In primavera voteranno, tra gli altri, i Comuni di Scurcola Marsicana, Canistro, Ovindoli e Tagliacozzo. Qui l’attuale composizione della giunta comunale appare unita solo dal primo cittadino, che era stato eletto anche grazie a Berardinetti, anche grazie a Nanni, anche grazie a Fratelli D’Italia, a Di Pangrazio ma anche e soprattutto all’”endorsment”, di non poco conto, che grazie allo stesso Berardinetti e Stefania Pezzopane arrivò dall’allora Presidente della Regione Luciano D’Alfonso.

Se è vero, come lo è, che il sindaco Giovagnorio ha appoggiato nei comuni limitrofi Nanni e Lorenzin, possiamo sostenere che nel primo caso gli abbia detto male, nel secondo benino. Male perché Berardinetti nella prossima tornata sarà sul piede di guerra, come lo è stato in questa con Nanni (diciamo anche troppo); benino visto che Lorenzin ha vinto le elezioni non tanto grazie all’influenza esogena della Giunta tagliacozzana, ma soprattutto grazie al candidato Di Giacomo, che con Tagliacozzo e l’attuale amministrazione poco c’entra. Anzi.

Sostenere la candidatura di Lucilla Lilli avrebbe potuto rappresentare invece un modo elegante per riavvicinare Fratelli D’Italia, che aveva indicato nella lista Lilli, grazie a Benedetta Fasciani, un candidato tagliacozzano a denominazione di origine protetta, il giovane Federico Venturini (ndr maestro di sci di Camporotondo). Qui si potevano far convergere alcuni voti che invece ha conquistato Di Giacomo, determinando la vittoria di Lorenzin.

L’estrazione politica di Giovagnorio, attuale sindaco, non può che essere ricondotta all’area liberale. Comprensibile come, nella confusione di 5 anni fa, il primo cittadino tagliacozzano potesse essere stato ammaliato dal Renzismo di D’Alfonso, ma oggi tutto è cambiato. Pertanto stante i non ottimi rapporti sia con il partito di Giorgia Meloni, sia con l’area del PD riconducibile a Berardinetti, non sarà facile allargare il perimetro delle adesioni, a meno che non inizi una trattativa volta sostanzialmente a lasciare in piedi la Sua candidatura e ad epurare tutti o quasi tutti gli assessori o facenti veci. Questo potrebbe accadere a partire dai giorni della merla: ricostituire una compagine così come avvenne nella scorsa tornata elettorale, quando l’area del pensiero libero da condizionamenti politici e partitici contribuì alla vittoria finale. Covid permettendo, l’inverno passa in fretta.