Vaccini “a ruba” ai tempi del Covid, ma sono solo 12 per farmacia

Vaccini, sarà boom di richieste, ma le vaccinazioni antinfluenzali saranno garantite solo per le fasce considerate a rischio. “Ogni farmacia avrà 12/13 vaccini al massimo”.
Proprio ai tempi del Covid, quando si stimano richieste di vaccino in consistente aumento, le dosi saranno assicurate solo per le fasce a rischio: ultra 60enni (e non più 65enni come fino allo scorso anno), i bambini da 6 mesi a 6 anni e tutti quei soggetti affetti da patologie croniche. Coloro che non fanno parte di queste fasce e che, come ogni anno, andavano ad acquistare a proprie spese il vaccino in farmacia, ora rischiano seriamente di non trovare alcuna dose.
“Le farmacie quest’anno non sono rifornite di vaccini”. 1 milione e 300mila pezzi, questa era stata la richiesta delle Farmacie nazionali. Quindici giorni fa la doccia fredda dalla Conferenza Stato Regioni. “Solo 250mila vaccini da distribuire a 19mila farmacie, sia pubbliche che private, attive su tutto il territorio italiano. In pratica ogni farmacia avrà a disposizione 12/13 dosi di vaccino. Il nulla“. Lo spiega alla redazione del Capoluogo Venanzio Gizzi, presidente dell’associazione Assofarm.
Come si è arrivati a questa situazione? Lo abbiamo chiesto al presidente Gizzi.
“Sono 4 le industrie farmaceutiche che producono il vaccino e, a differenza degli altri anni, quando la produzione del vaccino antinfluenzale si attestava intorno a 11 milioni di dosi,nel 2019 ne sono state prodotte addirittura 15. Si sa che la produzione del vaccino antinfluenzale va chiusa entro l’anno precedente: senza prevedere il Covid, le industrie fortunatamente avevano già aumentato il numero delle dosi prodotte. Eppure, a causa della pandemia da Covid19, le Regioni, fin dall’inizio dell’anno, hanno aumentato notevolmente le richieste degli ordini“.
Più dosi alle Regioni, meno vaccini per le Farmacie. Poiché, in questo modo, i vaccini non sono più sul libero mercato.
L’esempio più eclatante è quello dell’Emilia Romagna: dove dall’1,5% di dosi che arrivavano, si è passati al 3%.
La carenza di vaccini per tutte quelle persone che non rientrano nelle categorie a rischio arriva, allora, proprio nel momento meno indicato. Quello in cui era già prevista la corsa al vaccino, per cercare di prevenire e di proteggersi dal rischio del Covid19.
“Se tutte queste persone vorranno fare il vaccino non potranno farlo, a parte pochissimi fortunati, perché il vaccino non si troverà”.
C’è la possibilità che la situazione possa cambiare?
“Come Assofarm abbiamo scritto al Ministero della Salute e si è aperta la possibilità che possano darci ulteriori dosi vaccinali importate dall’estero. A questo punto e considerata l’attuale situazione a cui ci avviamo, speriamo che possano arrivare al più presto queste dosi”.
Vaccini, perché i farmacisti non possono effettuarli?
Tra le novità che sembravano vicine, inoltre, anche la possibilità che fossero gli stessi farmacisti a poter effettuare le vaccinazioni antinfluenzali. Un’eventualità, almeno al momento, sfumata. Venanzio Gizzi sottolinea l’importanza che avrebbe potuto avere questa nuova disposizione.
“Noi, come farmacisti, abbiamo dato la nostra disponibilità a effettuare personalmente i vaccini. Abbiamo ritenuto fosse fondamentale e utile farlo, soprattutto in un periodo d’emergenza come quello attuale, anche perché la copertura vaccinale antinfluenzale deve essere conclusa entro il mese di novembre. Ce la faranno le strutture locali e i medici di base a terminare entro novembre la vaccinazione ad un 75% della popolazione, così come da previsioni? Speriamo tutti di sì. Ad oggi, la legge prevede che a fare i vaccini siano soltanto i medici. Di che legge si tratta? Di un Decreto Legge del 1934. Forse sarebbe il caso di aggiornare questa Legislatura”.