Parte la campagna antinfluenzale, Verì: “Nessuno sarà lasciato indietro”

30 settembre 2020 | 17:00
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Parte la campagna antinfluenzale, Verì: “Nessuno sarà lasciato indietro”

“Nessuna emergenza per quanto riguarda i vaccini”, parte la campagna antinfluenzale. Le assicurazioni dell’assessore Nicoletta Verì.

“Spiace dovermi ripetere, ma quando si creano situazioni di confusione che possono ingenerare timori e allarmi tra i cittadini (specie in un momento difficile, come quello che stiamo vivendo tutti da mesi per il Covid), è giusto che torni a ribadire che in Abruzzo non c’è alcuna emergenza riguardante i vaccini antinfluenzali“. Lo puntualizza l’assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì, alla vigilia della campagna vaccinale che prenderà domani il via in tutte le Asl.

“Come spiegato in più occasioni e come accaduto ogni anno, anche in passato – spiega l’assessore – nelle prime settimane sarà data la precedenza ai soggetti a rischio, che verranno contattati dalle Asl con la cosiddetta ‘chiamata attiva’. Successivamente si passerà alle altre categorie individuate dai protocolli sanitari, vale a dire anziani, ospiti di strutture socio-sanitarie o case di riposo, operatori sanitari e bambini da 6 mesi a 6 anni, secondo un cronoprogramma ben preciso che non lascerà nessuno indietro”.

La Verì puntualizza come ci si sia dimenticati che le campagne vaccinali sono campagne di sanità pubblica, regolamentate e disciplinate dalla normativa: “Le attività di vaccinazione per le categorie individuate dalla delibera di giunta regionale del luglio scorso sono gestite dai distretti sanitari, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta, che organizzeranno la somministrazione secondo agende prestabilite, anche perché sono ancora in vigore le norme anti contagio che regolano gli accessi ai servizi sanitari. Evitiamo, quindi di diffondere panico tra i cittadini, perché le forniture dei vaccini saranno assicurate costantemente anche in base all’obbligo (sancito a livello nazionale) per le Regioni che hanno acquistato dosi in quantità eccessiva, di ridistribuirle alle altre che hanno visto le proprie gare andare deserte per l’andamento del mercato. Come ho già spiegato, infatti, le aziende produttrici hanno avuto convenienza a partecipare ai bandi delle Regioni più grandi, indirizzando i quantitativi prodotti su quelle procedure. Un meccanismo che ha penalizzato diverse Regioni, come l’Abruzzo, ma che è stato corretto dal Ministero”.

In base alla delibera di giunta regionale della scorsa estate, in Abruzzo è stata introdotta una forte raccomandazione a vaccinarsi per i bambini tra i 6 mesi e i 6 anni di età e per tutti i soggetti con più di 60 anni. A differenza delle precedenti stagioni, a queste fasce il vaccino sarà garantito a titolo gratuito. Forte raccomandazione a sottoporsi a profilassi vaccinale anche per gli operatori sanitari e sociosanitari delle strutture pubbliche e private. Anche per queste categorie la vaccinazione è gratuita.

“In questi giorni – conclude l’assessore – sento sollevarsi polemiche infondate che vogliono far apparire la campagna vaccinale come un qualcosa che inizia e finisce domani. Non è così e non è mai stato così, perché le vaccinazioni andranno avanti per settimane. E voglio rimarcare che la Regione provvede al reperimento delle dosi solo per le categorie individuate dai provvedimenti programmatori (bambini da 6 mesi a 6 anni, operatori sanitari, ultra 60enni, ndr)”.

A lanciare l’allarme dopo un’interpellanza era stato il capogruppo PD, Silvio Paolucci: “Abbiamo avuto risposte insoddisfacenti allo stesso modo dei medici, dei farmacisti, degli addetti ai lavori del settore che reclamano istruzioni che a campagna vaccinale iniziata ancora mancano. Non è pensabile ridurre il tutto a una questione di approvvigionamento come ha fatto D’Amario in Commissione, scaricando sull’esecutivo e su chi avrebbe dovuto pensare alle provviste delle dosi la responsabilità della situazione attuale, che vede l’Abruzzo fra le poche regioni d’Italia che non potranno assicurare la piena copertura delle richieste. Nell’anno della pandemia non solo la Regione ha chiesto le stesse dosi di quando il Covid non c’era, ma lo ha fatto talmente tardi che resterà scoperta parte del fabbisogno. In un momento in cui il vaccino è fondamentale per la diagnosi differenziata rispetto ai casi di contagio del virus, potendo escludere i soggetti che si sono vaccinati”.