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L’Aquila, locali chiusi per Covid: la burocrazia non aiuta

11 ottobre 2020 | 11:36
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L’Aquila, locali chiusi per Covid: la burocrazia non aiuta

L’Aquila, la lenta macchina della burocrazia. Il racconto al Capoluogo del gestore di uno dei locali chiusi dopo la positività di qualche dipendente. Numeri verdi intasati e mancanza di linee guide certe.

Il racconto al Capoluogo del gestore di uno dei locali dell’Aquila costretti ad abbassare la saracinesca dopo la notizia di una positività tra i dipendenti. L’ultimo contatto con il dipendente positivo risale a lunedì scorso quindi, è già passata una settimana.

“Pensavamo di essere usciti dalla tragedia e invece eccoci qua! La cosa assurda e folle sta alla base. Abbiamo saputo sabato della positività al Covid del nostro dipendente, oggi ancora non sappiamo come muoverci”, spiega al Capoluogo il gestore di un’attività legata alla ristorazione.

“Le attività commerciali legate alla ristorazione lavorano mediamente tutta la settimana invece alcuni uffici nel week end non rispondono nemmeno tramite numero verde per cui non sappiamo ancora quasi siano le linee guida da seguire nella nostra situazione“.

Il gestore, una volta acclarata la positività al Covid del dipendente (asintomatico) ha prenotato subito i tamponi per se stesso e gli altri dipendenti e sono stati già fatti. Adesso, in attesa delle risposte che dovrebbero arrivare in giornata, si è attivato per la parte burocratica.

“Questa mattina, per precauzione, hanno fatto il tampone anche i miei stretti familiari. Fuori il centro Dante Labs c’era il delirio, si parla di centinaia di persone in attesa. Quanti di questi ne hanno davvero necessità e quanti invece rincorrono la psicosi? Così facendo si rallenta la macchina di chi ha l’impellente necessità di avere una risposta per poter organizzare il proprio quotidiano e il lavoro: noi della ristorazione non possiamo certo permetterci lo smart working”.

“Chiamando il numero 1500 mi sono state fornite le norme generiche ma ogni tipologia di protocollo viene rilasciata dalla Asl territoriale/regionale, mi hanno dato quindi un numero verde ma il servizio non è attivo”.

Non solo, a quanto pare siccome la segreteria telefonica del numero verde è intasata dai troppi messaggi, non è stato possibile nemmeno lasciare un recapito per essere contattati.

Non possiamo muoverci a deduzioni altrimenti rischiamo anche qualche sanzione. Impensabile davvero che nel 2020 e dopo una pandemia che ha letteralmente messo in ginocchio tutto il settore produttivo, ancora, quasi 9 mesi dopo ancora ci sia questa poca chiarezza e una burocrazia lenta sicuramente non al servizio del cittadino”.