Il mondo dello sport e delle associazioni e centri sportivi sono ancora una volta a rischio chiusura dopo questa nuova ondata di contagi da Covid 19 e conseguentemente alle nuove misure anti pandemia messe in campo dal Governo.
Palestre ma non solo, anche scuole-calcio, associazioni e centri sportivi, stadi e palazzetti. Un settore che nonostante crei un indotto in tutta Italia da svariati miliardi di euro è stato ancora una volta, dopo il lockdown di marzo, penalizzato dalle misure inserite nell’ultimo Dpcm.
Il nodo più urgente da sciogliere è quello delle palestre e delle piscine su cui il Governo ha scelto per ora di temporeggiare, dando una settimana di tempo ai gestori per adeguarsi alle prescrizioni anti- Covid.
Una situazione drammatica anche a L’Aquila, dove l’impennata dei contagi ha imposto la chiusura di strutture come il Centro sportivo Green Ball che si trova in via Fonte Burri ed è gestito da Alfonso Romano.
“Una situazione drammatica e difficile che sta portando attività come la mia al collasso – spiega Alfonso Romano sentito dal Capoluogo -. Lavoriamo come una normalissima partita Iva. Alla nostra chiusura adesso non sta corrispondendo nessun tipo di aiuto e ci sono spese vive quasi quotidiane”.
“Le tasse, i contributi stanno danneggiando anni e anni di lavoro, mi rendo conto della necessità e della priorità dell’emergenza sanitaria ma non ci sono tutti questi pericoli di contrarre il Covid durante una tranquilla partita di calcetto fatta a livello dilettantistico”.
“L’ultimo Dpcm non tiene minimamente conto del fatto che così associazioni come la mia rischiano di scomparire. È stato lasciato spazio, per quanto concerne gli sport di contatto, alle gare sportive dilettantistiche a livello nazionale e regionale, mentre a livello provinciale, società, associazioni sportive ed enti di promozione potranno solo proseguire gli allenamenti degli sport di squadra in forma individuale. Io come faccio a lavorare, cosa mi invento?”.
Alfonso Romano ha aperto il centro sportivo nei primi anni ’90 e mai si era trovato in una situazione simile.
“Siamo stati completamente dimenticati, non si sa nemmeno se sia previsto una qualche formula di aiuto o sussistenza. Teniamo conto che siamo stati chiusi 3 mesi e che in estate, complice caldo e ferie si è lavorato molto poco. Facendo due conti, rispetto all’anno scorso ho incassato a oggi circa il 50 percento in meno. Adesso sarà chiuso fino al 14 novembre e non so come farò dopo. Sono stato fortunato perchè non pago l’affitto, questo posto è mio. Speriamo però che arrivi un aiuto a partire dal governo nazionale, perchè altrimenti davvero attività come la mia rischiano di scomparire”.
Per quanto riguarda lo sport e il fitness si sta cercando a livello nazionale di trovare una soluzione di compromesso tra la posizione del Cts e del ministro della Salute Roberto Speranza che hanno chiesto una chiusura generalizzata e quella del ministro dello Sport Vincenzo Spadafora e delle Regioni che, col coordinatore Stefano Bonaccini, sono invece favorevoli a tenere aperte palestre e centri sportivi, semmai con più rigorosi protocolli di sicurezza.
Posizione condivisa anche da Simone Valente, deputato del Movimento 5 Stelle ed ex sottosegretario allo Sport, che ha chiesto maggiore trasparenza sui dati dei contagi collegati all’attività sportiva, appoggiando l’idea di scongiurare le paventate chiusure di palestre e piscine, specie laddove siano stati rispettati i protocolli.
Protocolli che però stanno mettendo a dura prova chi di sport “ci campa” perchè molto costosi e in ogni caso il calo c’è ed è notevole, alimentato anche dalla paura.
“Non è la palestra l’unico luogo dove puoi prendere il Covid”: Gabriele Perilli
“Dopo l’annuncio la situazione è precipitata, la gente ha paura e non rinnova i mensili. Stiamo appesi a un filo perchè non sappiamo come e cosa fare”, spiega al Capoluogo Gabriele Perilli, che gestisce la palestra Village Fitness Club a Pile.
“Sto sentendo delle richieste abbastanza assurde per quanto riguarda i nuovi protocolli. Penso che il nostro mondo sia stato uno po’ preso di mira. Da quando abbiamo riaperto ci siamo allineati, abbiamo speso e investito e nonostante questo non si lavora più come prima”.
“La palestra si può frequentare, non è l’unico posto dove si prende il Covid. Un centro sportivo sanificato e allineato è sicuro, anzi i protocolli nuovi li hanno resi più sicuri. Il fitness e anche alcuni sport collegati non hanno contatto, ognuno lavora nella propria postazione quindi è tutto abbastanza protetto. Con le dovute cautele lo sport, di ogni ordine e grado, è utile per stare anche meglio dopo il lungo lockdown e l’isolamento conseguente. Nei nostri locali si gira con la mascherina che viene indossata sempre e abbassata solo durante l’esecuzione dell’esercizio”.
“Si può fare sport e danzare in sicurezza, basta seguire i protocolli”: le ragazze del Paq non mollano.
“Il calo c’è ovunque ma era fisiologico. Noi siamo attrezzati: i locali sono sanificati, gli ambienti molto grandi e le nostre discipline di danza non prevedono contatti. Sono state messe in campo tutte le misure per poter frequentare la scuola di danza senza pericoli”, è il commento rilasciato al Capoluogo da Eleonora Pacini e Alice Cimoroni, del Paq Center dell’ Aquila. (Performing Art Center)
“Abbiamo ricominciato a giugno dopo i 3 lunghi mesi di chiusura. In quel periodo abbiamo fatto in modo di non lasciare nessuno indietro e ci siamo attrezzate con le lezioni a distanza. Oggi vogliamo dire di non aver paura: lo sport, la danza sono importantissime anche per recuperare e ricaricarsi dopo l’isolamento. Noi siamo delle mamme e la salute dei nostri allievi viene prima di ogni cosa. Con le dovute cautele dobbiamo ricominciare a vivere”.
“La fortuna è quella di avere uno spazio, che in molti ormai chiamano ‘una seconda casa’, ampio e sicuro e che quindi ci permette di fare molto anche in questa emergenza. Ripartiamo, più forti di prima sicuramente, ma ancor più consapevoli dell’amore e del supporto che la città ha verso di noi”, concludono Eleonora e Alice.