Emergenza coronavirus

Dpcm anti Covid 19, la chiusura alle 18 costa 1 miliardo in cibo e vino

Preoccupazione sulla ricaduta delle chiusure alle 18 previste dall'ultimo Dpcm. A farne le spese in Abruzzo i prodotti più rappresentantivi dell'agroalimentare.

Preoccupazione in Abruzzo per i prodotti simbolo dell’agroalimentare. La chiusura alle 18 prevista dal Dpcm costa 1 miliardo in cibo e vino. L’allarme di Coldiretti.

La chiusura anticipata alle 18,00 della ristorazione con il crollo delle attività di bar, gelaterie, pasticcerie, trattorie, ristoranti e pizzerie ha un effetto negativo a cascata sull’agroalimentare regionale, con una notevole perdita di fatturato per le mancate vendite di cibo e bevande, a partire dal settore vinicolo e ittico. È quanto evidenzia Coldiretti, in riferimento al varo del Dpcm, circa l’impatto sull’intera filiera agroalimentare della chiusura di ristoranti, bar, gelaterie e pasticcerie alle ore 18,00 e della diffusione dello smart working che taglia le pause pranzo.

In Abruzzo a farne le spese saranno sicuramente i settori maggiormente rappresentativi dell’economia agroalimentare, a partire dal vino già fortemente penalizzato nelle prime fasi di contenimento dell’emergenza sanitaria, ma subiranno contraccolpi anche l’olio, il settore lattiero caseario, la carne e il settore ittico su cui la ristorazione ha una incidenza notevole.

“Il drastico crollo dell’attività di ristorazione – sottolinea la Coldiretti – peserà sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo, la ristorazione – precisa la Coldiretti Abruzzo – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato. Prima dell’emergenza Coronavirus, la spesa degli italiani per pranzi, cene, aperitivi e colazioni fuori casa era pari al 35% del totale dei consumi alimentari. Ricordiamo che nell’attività di ristorazione sono coinvolti bar, mense e ristoranti ma anche industrie alimentari e aziende agricole lungo la filiera impegnate a garantire le forniture per migliaia di posti di lavoro”. Secondo Coldiretti “le limitazioni alle attività di impresa devono dunque prevedere un adeguato sostegno economico lungo tutta la filiera e misure come la decontribuzione protratte anche per le prossime scadenze superando il limite degli aiuti di stato alo scopo di salvaguardare il sistema agroalimentare nazionale e regionale anche, che rappresenta la prima ricchezza del paese e svolge un ruolo da traino per l’intero sistema economico Made in Italy in Italia e all’estero”.

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