Emergenza covid 19 l'aquila

Ristoratori, protesta a Piazza Duomo: Dpcm celebra il funerale della categoria

Uniti, compatti e delusi: i ristoratori aquilani in piazza Duomo protestano contro le misure dell'ultimo Dpcm che ha costretto molti a chiudere. "Vogliamo lavorare, abbiamo la possibilità di farlo in sicurezza: nostri locali a norma".

“Con questo Dpcm il governo ha celebrato il funerale della categoria dei ristoratori”

Uniti, compatti e delusi: con questi sentimenti i ristoratori aquilani di RAVV – ristoratori aquilani contro il virus – si sono dati appuntamento in Piazza Duomo per protestare, pacificamente, contro la decisione del nuovo Dpcm che impone, per arginare la nuova ondata dei contagi, una chiusura anticipata alle 18.

Commercianti, dipendenti di imprese private, fornitori, associazioni di categoria, sindacati, maestranze. Un fronte comune per manifestare contro “l’assoluto e totale dissenso verso l’azione terroristica del Governo, che ci ha imposto un auto-lockdown”, si legge nella nota che annunciava la manifestazione.

A supportarli anche l’agenzia funebre di Piero Taffo che, come già successo alla manifestazione dei no mask a Roma, ha portato l’ironia fra i manifestanti con dei volantini ad hoc e un carro funebre, strappando un sorriso, seppur amaro. È stato così celebrato il funerale della categoria dei ristoratori.

Il Capoluogo è con loro, per dare voce a un settore già fiaccato dal lockdown e che, per riaprire e ripartire a giugno ha dovuto sostenere delle spese ingenti dopo non aver incassato nulla per mesi.

“Siamo in piazza perché vogliamo attenzione massima per le nostre categorie. Il Decreto Ristori, in realtà, non basta. Noi vogliamo lavorare perché abbiamo la possibilità di farlo in sicurezza. Non escludiamo che qualcuno possa non essere in regola ma tocca allo Stato verificarlo. Chi  può lavorare è giusto che lo faccia” così Luca Taralli, della Cartiera del Vetoio, nel direttivo RAVV, al Capoluogo.

“Chiediamo non solo la sospensione delle tasse ma l’annullamento. Dai contributi alle utenze, che comunque sono spese fisse importanti per molti di noi. Anche per quanto riguarda gli affitti bisogna pensare a una sospensione e, al tempo stesso, di un ristoro per i proprietari delle mura”

“Noi siamo un locale prettamente serale, il Monthy’s. Non riusciamo nemmeno ad aprire”. Così Marco Gramenzi, socio del Monthy’s, locale che è stato chiuso nelle settimane scorse precauzionalmente a causa della frequentazione, in una serata, di un clienterisultato poi positivo.

“Abbiamo fatto una settimana di apertura fra una chiusura forzata, per quarantene obbligatorie, e ora. Abbiamo incassato zero in questa settimana. Ci stiamo organizzando per delle aperture a pranzo mirate e da asporto”.

Non solo i ristoratori. Da questo Dpcm ne esce “con le ossa rotte” tutto un indotto: fornitori, i proprietari dei locali, il settore degli eventi e della pubblicità e comunicazione.

Una scure, questa del nuovo Dpcm, che porterà a una crisi del settore ristorazione fortissima: in molti probabilmente non potranno aprire affatto perchè magari sono locali organizzati solo per la sera.

Alcuni ristoratori aquilani saranno anche a Pescara dove, alle 18 in piazza della Rinascita, si terrà la manifestazione congiunta di Confartigianato, Confesercenti, Cna e Confcommercio.

All’iniziativa saranno presenti operatori di tutti i settori messi in ginocchio dal recente provvedimento.

Nel corso della manifestazione verrà presentato il pacchetto di richieste elaborato dalle associazioni e finalizzato a far sì che le imprese dei diversi settori e dei relativi indotti possano sopravvivere.

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