Addio a Gigi Proietti, Roberto Castri: “Una via dell’Aquila dedicata all’ultimo grande maestro”

Roberto Castri ricorda Gigi Proietti: “Con lui finisce l’epoca dei grandi maestri, L’Aquila gli dedichi almeno una via”.
Sul palco insieme a Gigi Proietti, prima di tornare a L’Aquila come docente di Discipline pittoriche, Roberto Castri attraverso IlCapoluogo.it lancia l’idea: “Ci sono strade dedicate a personaggi più o meno noti, penso che un maestro come Gigi Proietti meriterebbe almeno questo da una città che ha ottenuto tanto dal suo lavoro e dalla sua vicinanza”.
“Ho avuto modo di lavorare con Gigi Proietti – ricorda Roberto Castri – una grande personalità artistica che ha dato lustro al nostro teatro, insieme a Calenda ha portato Moravia a L’Aquila; e al di là dell’aspetto artistico ha fatto anche la fortuna di alcuni ristoranti che conservano la memoria di quel rapporto di amicizia attraverso foto esposte ancora oggi. Inoltre Gigi proietti è venuto a L’Aquila anche subito dopo il terremoto“.
Difficile parlare di Gigi Proietti artista: “Era l’erede di Petrolini, uno che sapeva far ridere uno stadio intero, ma non stiamo parlando di battute o barzellette, era un artista che riusciva a fare cose che agli altri risultavano impossibili. Un grande si riconosce sempre, rispetto a chi può essere momentaneamente su cresta dell’onda, per i più svariati motivi”.

Tra gli esempi della sua enorme professionalità, un aneddoto: “Per dirne una, stava memorizzando una poesia, di quelle che scriveva lui, che duravano 15/20 minuti, come gli applausi che il pubblico gli tributava. Una volta mi disse: ‘Ecco la parte, se sbaglio qualcosa mi fermi, sennò proseguo’. Ricordo che recitò tutta la poesia, anche quella di circa 20 minuti, cambiando solo una parola; alla fine mi disse: ‘Ho saltato una parola, vero?’. E quando gli chiesi come avesse fatto a indovinare, mi spiegò che contava. Oltre a memorizzare le parole, contava la metrica“.
Con la morte di Gigi Proietti, quindi, “è finita l’epoca dei grandi maestri. Sto ricevendo molte chiamate per costruire qualcosa sul suo modo di recitare, che è diverso da quello di tutti gli altri, come è dimostrabile; speriamo venga fuori qualcosa da destinare a lui e alla sua memoria”.