L’Aquila, famiglia prigioniera del Covid19: “Chiusi in casa da un mese e dimenticati”

“Siamo chiusi in casa dal 5 ottobre, con due bambini. L’ultimo tampone fatto il 28 ottobre è risultato dubbio. Siamo riusciti a farlo solo dopo aver contattato la Asl tramite avvocato”. La vicenda di una famiglia aquilana
La famiglia è in quarantena da quando è stata avvertita di essere entrata in contatto con una persona risultata positiva al Covid19. Esattamente dal 5 ottobre scorso. Dalla notizia sono apparsi i primi sintomi solo qualche giorno dopo: in particolare mal di testa, perdita di gusto olfatto e qualche linea di febbre.
È il 9 ottobre quando vengono effettuati i primi tamponi, a Dante Labs. A risultare positiva la donna. Dal giorno dell’esito dei tamponi non è cambiato molto: tutti i componenti della famiglia – marito, moglie e i due figli, un bambino che frequenta la scuola materna e una neonata di otto mesi – sono rimasti in quarantena all’interno della propria abitazione. “Ormai non sappiamo più dove mettere l’immondizia. Ai miei figli il tampone non è stato fatto – spiega alla nostra redazione la mamma – ma se il maggiore non ha manifestato alcun sintomo, la bambina è stata molto male per tre giorni. Nessuno, però, ha potuto visitarla”.
“Mio marito è fermo al lavoro ormai da un mese. Abitiamo in un condominio e se solo ogni tanto prova ad affacciarsi fuori al balcone con nostro figlio per respirare un po’ d’aria fresca veniamo guardati come degli appestati. Nessuno ci contatta, né risponde alle telefonate e mail che abbiamo inoltrato alla Asl. Solo dopo aver contattato un avvocato siamo riusciti a prendere un nuovo appuntamento, per il giorno 28 ottobre, ma l’esito è risultato dubbio. In tutto questo caos noi continuiamo ad essere bloccati a casa. Fino a quando dovremo andare avanti così?”.
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