Covid 19 L’Aquila, che fine hanno fatto i tracciamenti

Covid 19, un’emergenza nell’emergenza alla Asl1 Abruzzo. I contagi continuano a crescere, ma crescono anche i problemi: settimane per fare il tampone, altre settimane ad aspettare il risultato, nessun tracciamento.
Personale sanitario positivo, ma in servizio fino a 7 giorni dall’esecuzione del tampone. Perché solo una settimana dopo arriva il responso. Personale scolastico positivo ma in servizio a scuola, fino a quando chi di competenza riuscirà a comunicare il risultato del tampone.
Anche a causa di episodi come questi citati, si è arrivati a questa situazione. A una zona arancione che vede nuovamente una regione quasi ferma e, di nuovo, in ginocchio. Dentro e fuori gli ospedali.
Settimane di fuoco in Provincia dell’Aquila
Sanità alle prese con un’emergenza in cui quasi ogni protocollo è saltato. La redazione del Capoluogo è stata sommersa di segnalazioni, puntualmente verificate, di casi di persone che attendono settimane prima di essere chiamate a fare il tampone, pur manifestando qualche lieve sintomo ed essendo state a contatto con casi positivi. Non solo. In molti hanno denunciato ritardi nel ricevere i risultati del tampone.
Tempistiche che non rispettano gli standard utili per frenare la diffusione del contagio. Una persona che aspetta sette giorni prima di ricevere il risultato del tampone e che continua, normalmente, a svolgere le sue attività quotidiane – senza alcuna forma di controllo da parte dell’Azienda Sanitaria – è un potenziale vettore di altri contagi. Quanti? Impossibile dirlo.
L’elevato numero dei contagi registrati in questi giorni sembra anche il frutto di un sistema saltato, completamente. Quello dei tracciamenti. Alla positività di un soggetto, non scatta quella ricostruzione della rete dei contatti avuti dal contagiato. Un’operazione fondamentale per scongiurare catene di contagio, all’interno e all’esterno dei nuclei familiari o dei contatti diretti o indiretti di una persona. Aumentano i casi da seguire e tracciare, non aumenta il personale della Asl. Così è venuto a saltare un sistema.
Se si vogliono scongiurare conseguenze ancora più pesanti di quelle che un intero territorio sta affrontando, servirà tutta un’altra organizzazione.