Ricorrenze

Neonati prematuri, una giornata per chi da subito lotta per la vita

Giornata neonati prematuri, quali sono le problematiche per i piccolini che hanno fretta di venire al mondo e l'importanza del latte materno.

Il 17 novembre è la giornata dedicata ai neonati prematuri,  occasione di riflessioni sulle modalità di assistenza a madre e figlio e sui passi avanti che la medicina perinatale ha fatto.

Il colore che identifica questa giornata dedicata ai neonati prematuri è il viola; anche la Fontana Luminosa  si tingerà per la giornata di oggi di questo colore.

A causa dell’emergenza Covid 19 non si terranno le consuete iniziative promosse dai vari reparti di Neonatologia in tutta Italia, compreso quello dell’Aquila.

La gravidanza è un periodo delicato per l’organismo di una donna e, purtroppo, sempre più spesso, si verificano maternità irregolari e premature.

Si definiscono prematuri i parti in cui il travaglio ha luogo tra la 22esima settimana e la 37esima settimana completa di gestazione (Un neonato nato tra la 37esima e la 42esima settimana è considerato a termine).

L’incompleto sviluppo di organi ed apparati può comportare seri problemi di adattamento alla vita extra-uterina. I neonati pretermine hanno, infatti, un rischio di mortalità nel primo anno di vita ben più elevato di quelli a termine.

Vengono, così, al mondo creature prima dei tempi necessari al completamento della crescita degli organi del feto. La problematica a dei bambini nati prematuri è consistente anche in Abruzzo con i dati che confermano una costante denatalità. Infatti, sono mille i nati in meno in Abruzzo nel 2019, rispetto al 2018.

I neonati prematuri sono bambini che cominciano la loro vita in salita perché hanno bisogno di maggiori cure, sostegno e attenzione.

Molte sono le cure di cui ha bisogno il bambino prematuro. La nascita prima della completa gestazione può portare, infatti, problemi salutari di varia natura.

In Italia nascono ogni anno oltre 30.000 prematuri (il 7% del totale), cioè bambini che vengono al mondo prima della 37a settimana di età gestazionale (Fonte CeDAP 2017), dato che non sembra essersi modificato significativamente ad eccezione delle gravide che hanno contratto il Covid19, in cui la prematurità ha avuto un’impennata, con il 19.7% di nascite pretermine, come è emerso dal Registro nazionale Covid-19 istituito dalla Società Italiana di Neonatologia (dati al 27 luglio 2020).

Tante le ragioni che spiegherebbero queste cifre.

Basti pensare agli innumerevoli problemi che possono alterare una gravidanza, ad un qualsiasi rischio infettivologico, che può essere scatenato anche da un banale raffreddore. Ad influire, però, spesso è l’età avanzata di una donna che sta attraversando una gravidanza. Un fattore che, statisticamente parlando, aumenta notevolmente il rischio di una nascita prematura.

Uno dei rischi maggiori dei neonati prematuri è la cosiddetta malattia respiratoria del neonato pretermine, anche nota come respiratory distress sindrome (RDS) o malattia da membrane ialine polmonari. In particolare, i polmoni del pretermine non sono ancora in grado di produrre il surfattante (SRF), sostanza fondamentale per il corretto svolgimento della respirazione.

Non solo. Nel piccolo particolarmente prematuro i vasi sanguigni e le pareti delle arterie sono sottilissime e questo aumenta di molto il rischio di andare incontro ad emorragie, in particolare a carico del cervello in formazione.

Il controllo delle emorragie cerebrali, che a volte possono essere responsabili di deficit neurologici a distanza di tempo, viene effettuato con speciali ecografie ripetute regolarmente.

Occorre anche prestare attenzione al cuore: all’interno dell’utero il feto sfrutta l’ossigeno che arriva con il sangue materno e quindi non ha bisogno dei polmoni.

La sua conformazione circolatoria prevede quindi un particolare passaggio, chiamato dotto di Botallo, che normalmente si chiude quando il neonato a termine comincia a respirare nel mondo. Purtroppo nei prematuri questo meccanismo a volte non si verifica. Infine, altri apparati possono risentire dell’eccessiva “premura” dei neonati, come l’occhio.

Nel 2010, il Senato ha riconosciuto la “Carta dei diritti del bambino nato prematuro” che:

– all’art. 4 chiarisce “Il neonato prematuro ha diritto al contatto immediato e continuo con la propria famiglia, dalla quale deve essere accudito. A tal fine nel percorso assistenziale deve essere sostenuta la presenza attiva del genitore accanto al bambino, evitando ogni dispersione tra i componenti il nucleo familiare”

– all’art. 10 specifica “Ogni famiglia di neonato prematuro ha il diritto di vedere soddisfatti i propri speciali bisogni anche attraverso la collaborazione tra Istituzioni ed Enti appartenenti al Terzo Settore”.

In sintesi, da un lato, si afferma che i neonati prematuri hanno diritto al contatto continuo con la propria famiglia, non sostituibile con i servizi di baby-sitting o nursing; dall’altro, che ogni famiglia ha diritto di vedere soddisfatti i propri speciali bisogni.

Giornata neonati prematuri: Collaborazioni tra il CNDDU e il Ministero

Considerati i rischi gravi e irreparabili che corrono i neonati prematuri, in particolare nei primi due anni di vita, aggravati -con ogni evidenza – nel presente periodo per via dell’emergenza Covid 19 che, come risaputo, attacca le vie respiratorie, il CNDDU, (Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina Diritti Umani), invita tutte le istituzioni competenti, ivi incluse il Ministero della Salute, il Ministero dell’Istruzione, il Ministero della pubblica amministrazione, il Ministero del Lavoro, “ad una piena collaborazione e, quindi a riconoscere ope legis (in considerazione della sola accertata prematurità) un congedo straordinario retribuito per l’intero periodo emergenziale a tutti i genitori dei nati prematuri fino ai primi due anni di vita del bambino”.

Neonati prematuri: il latte materno come miglior medicina

Il latte materno, come per il bambino che nasce alla scadenza prefissata, è fondamentale, come spiega Luigi Piero Biondi Responsabile Pronto Soccorso e Reparto Casa pediatrica Ospedale Fatebenefratelli di Milano. (fonte www.dilei.it)

“I neonati prematuri – spiega l’esperto – presentano tratti gastrointestinali immaturi, che possono causare problemi di digestione e assorbimento delle sostanze nutritive; pertanto, questi neonati hanno bisogno di un alimento facilmente gestibile dai loro delicati intestini”.

“Il latte delle mamme dei neonati prematuri contiene più grassi e immunoglobulina secretoria rispetto al latte delle mamme dei bambini nati a termine e contiene enzimi che aiutano il neonato nella digestione, nonché il fattore di crescita epidermico che a propria volta favorisce la maturazione del suo intestino”.

Aspetto ancora più importante, “i neonati prematuri alimentati con il latte della loro mamma tendono a essere dimessi in media due settimane prima rispetto a quelli alimentati con latte artificiale. Il latte materno è così importante per i neonati prematuri che, se per qualsiasi motivo le loro mamme inizialmente non riescono a fornire loro abbastanza latte, per ovviare possono essere alimentati con latte donato da altre mamme che allattano anziché ricorrere al latte artificiale”. 

La foto allega all’articolo è di Anne Geddes,fotografa famosa per i suoi soggetti infantili fiabeschi.

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