Covid19, diversi positivi alla scuola primaria del Torrione: genitori chiedono chiarezza

Covid 19, scuola del Torrione divisa a metà: 5 classi in quarantena. I genitori preoccupati chiedono chiarezza e invocano la chiusura del plesso.
Una situazione che desta molta preoccupazione nei genitori. Tante sono state le lamentele arrivate alla redazione del Capoluogo, letteralmente sommersa di segnalazioni di casi positivi e alunni a casa solo in questa scuola.
I genitori hanno chiesto di rimanere anonimi, nel frattempo il Capoluogo ha contattato anche la dirigente della scuola, la professoressa Antonella Conio, che ha ribadito di aver “ampiamente illustrato la situazione alle autorità competenti e per decidere dobbiamo aspettare la Asl 1”.
Delle 5 classi in quarantena, dopo l’acclarata positività di alcuni bambini, una doveva rientrare in presenza da ieri. Sempre stando a quanto riferito, un solo bambino si è presentato in classe.
Un altro caso è stato registrato anche alla scuola dell’infanzia del Torrione, si tratta di un bimbo e dei suoi genitori, tutti positivi al Covid 19.
“Abbiamo paura – dicono i genitori – e ci scontriamo con una comunicazione molto lacunosa. Tra le varie difficoltà che stiamo riscontrando, anche l’annuncio di una classe messa in quarantena arrivato in ritardo, per cui abbiamo mandato i nostri figli a scuola senza essere a conoscenza di presunti positivi”.
Non solo casi positivi al Covid 19 tra gli alunni, ma sarebbero stati riscontrati alcuni anche tra i docenti e il personale scolastico.
“Non vogliamo tenere i figli a casa per forza ma vogliamo essere sicuri. Molti di noi non possono andare in smart working e non possono assentarsi dal lavoro. Non tutti hanno nonni e baby sitter a disposizione, soprattutto la scuola è fondamentale per la loro crescita. In ogni caso devono darci chiarezza e risposte certe”.
Secondo alcuni genitori la scuola in questione non avrebbe preso i provvedimenti necessari.
“Quando si ammala qualcuno vengono avvisate la segreteria e la preside in maniera informale per cui la dirigente prende atto ma non ne è a conoscenza. Non avvisa la Asl 1 o il sindaco e quindi non vengono prese ‘terapie d’urto’. Noi genitori siamo tra incudine e mantello, veniamo additati come i temerari o negazionisti se portiamo i figli a scuola e di rimando come dei ‘pazzi’ se li teniamo a casa”.
“La situazione è diventata insostenibile – aggiunge un’altra mamma – non abbiamo gli strumenti per dire se la scuola debba essere chiusa o aperta. Noi chiediamo soltanto una maggiore trasparenza da parte dell’istituzione scolastica, di quella sanitaria e soprattutto da parte della nostra amministrazione. Qui non si parla di ansie ma di pericolo concreto per la salute pubblica”.