Covid 19 e scuole chiuse

Dad alla terza media, lo sfogo dei genitori: “Come si prepareranno per gli esami?”

Abruzzo zona rossa: dad dalla seconda media. Preoccupati i genitori dei ragazzi che quest'anno devono affrontare l'esame. "Che futuro gli offriamo dopo un'adolescenza trascorsa 'da remoto' tra sedia e divano?".

L’Abruzzo è zona rossa, insieme a una serie di restrizioni anche i ragazzi della seconda e terza media sono passati in dad insieme a quelli delle superiori che stanno seguendo le lezioni a distanza già da settimane.

L’emergenza Covid 19 chiede anche questo: la scuola a quanto pare non è un luogo completamente sicuro e diversi sono stati i contagi registrati in città nelle scuole di ogni ordine e grado.

Sono state le prime a dover chiudere, le scuole: era l’inizio di marzo, poi è arrivato tutto il resto. Ed è per questo che, nei mesi, la mancanza di lezioni in presenza si è fatta sentire, tanto. È stato un distacco completo che ha lasciato tutti a mani vuote: famiglie, docenti e studenti.

Inoltre la tecnologia, anche nel 2020, si scontra ancora soprattutto nell’Abruzzo interno aquilano con tante problematiche: durante il primo lockdown, a marzo, le difficoltà sono state tantissime. Dalle connessioni, che non arrivano ovunque e creano diversi disagi soprattutto nei piccoli comuni, al fatto che non tutte le famiglie dispongono di strumenti a sufficienza per tutti.

Oggi, come a marzo, si torna in dad e sono diversi i genitori di ragazzi che si trovano ad affrontare la terza media che hanno segnalato alla redazione del Capoluogo quelle che sono delle semplici preoccupazioni ma che aumentano l’angoscia in un periodo già difficile di suo.

Rispetto a questa primavera, quando la gestione della dad prevedeva collegamenti esclusivamente da remoto sia per gli insegnanti che per gli studenti, con le note e descritte difficoltà legate alla connessione, attualmente, invece, in remoto ci sono soltanto gli alunni, quindi i professori saranno a scuola anche perchè la prima media è ancora in presenza.

Virtualmente tutte le scuole dovrebbero disporre di laboratori informatici e di computer a cui i docenti possono accedere, ma non è sempre così o, quanto meno, è necessario che nei collegamenti gli insegnanti possano operare in luogo separato, come, ad esempio, la propria aula, in simultanea con colleghi di altre classi collegati con i loro alunni.

Il finanziamento del dl Ristori prevede l’acquisto di pc per studenti meno abbienti, ma sembra dare per scontato che i docenti ne siano provvisti o che possano utilizzare quelli in dotazione della scuola. Ma non è sempre così e non si può certamente pretendere che gli insegnanti suppliscano alla eventuale carenza di una strumentazione personale.

In alcune scuole della città i computer ci sono per tutti, in altre sono stati ordinati e stanno arrivando.

Dad alla terza media: “Quale futuro per i nostri ragazzi?”

“I nostri figli – è il commento corale di alcuni genitori sentiti dal Capoluogo – quest’anno devono affrontare il primo vero esame della loro vita legato al percorso scolastico. Un momento importante, carico di attese ed emozioni, un passaggio tra la fanciullezza e il primo gradino dell’età adulta. La dad non può garantire in tal senso una preparazione efficace”.

Genitori che hanno chiesto espressamente di rimanere anonimi: troppi gli attacchi, anche sui social, nei confronti di chi vorrebbe la scuola in presenza, per tutti, soprattutto per i ragazzi che quest’anno hanno gli esami di terza media e la maturità.

“I contagi arrivano chiaramente da fuori, non sono interni alla scuola: vero è che la permanenza in classe non favorisce ma il tutto è imputabile ai comportamenti di noi adulti. Fino a 10 giorni fa la gente ancora andava in giro a fare feste e festini, la domenica in centro era sempre pieno di gente. Abbiamo demonizzato la scuola e il risultato è che oggi mi ritrovo a casa con 3 figli in dad, il marito in smart working con 2 computer in tutta la casa e io lavoro 12 ore al giorno fuori”, spiega una mamma al Capoluogo.

“Riflettiamo, sono tante le famiglia a casa in smart working e ci sono non solo figli che frequentano le medie ma anche le superiori e i computer non bastano: non si può pensare di fare lezione dal cellulare e non tutte le scuole sono riuscite e fornire pc e tablet per tutti: non è colpa di nessuno, la scuola in ogni caso va tutelata, stiamo privando questi ragazzi di qualcosa che non potremo mai essere in grado di restituirgli”.

“Possiamo sperare solo che questa ondata di contagi finisca presto e che si torni presto in classe – dice un’altra mamma – ho sentito parlare di noi genitori come gente che ‘parcheggia i figli a scuola’. Sono commenti offensivi e che fanno male, non si rendono conto che i soldi per le baby sitter spesso non ci sono e per me personalmente, che non ho potuto studiare come avrei voluto, non è così”.

“Io vorrei che mio figlio imparasse il più possibile, che potesse ampliare i suoi orizzonti per costruirsi un futuro ricco di soddisfazioni. Senza scuola in presenza non è possibile: li ho visti durante le lezioni a distanza l’anno scorso. Non erano pronti allora e non sono pronti adesso: molti di loro hanno trascorso anche l’estate in casa perchè non c’erano soldi e possibilità di fare vacanze: le palestre sono chiuse, gli oratori pure, passano la giornata tra la sedia e il divano, dal pc alla Playstation: che vita è?”.

“Mio figlio – racconta un papà – dopo la terza media vorrebbe fare il liceo scientifico e dopo medicina, ha detto a casa che lui vuole fare il medico da grande e vuole trovare rimedio a tutte le malattie come il Covid 19. Ha le idee chiare da tempo. Dobbiamo pensare che i 13enni di oggi tra 15 anni saranno i futuri professori, medici, avvocati, meccanici: Quale futuro gli stiamo offrendo con una vita passata da ‘remoto’?“.

“La speranza è che ora, a distanza di 8 mesi, la didattica online sia almeno più robusta ed efficace. Sembra assurdo ma ci sono professori di 40/50 che non sanno accendere un computer e che devono ricorrere all’aiuto di figli e nipoti”.

Si sapeva che sarebbe andata a finire così, la scuola questa estate avrebbe dovuto formare i docenti prima ancora dei ragazzi: non si fa un’ora di informatica che sia una nell’arco di un anno scolastico e poi da un giorno all’altro devono connettersi se vogliono studiare e stare al passo. Intanto il tempo passa e questi mesi non torneranno mai più”, conclude.

leggi anche
covid
Covid 19 l'aquila
Covid19, diversi positivi alla scuola primaria del Torrione: genitori chiedono chiarezza
covid
Covid 19 l'aquila
Covid 19, alunni positivi a Scoppito: genitori chiedono chiusura della scuola
covid scuola
Covid 19 e scuole
Covid 19, “Teniamo aperte le scuole”: i genitori si dividono
covid scuola
Scuola e covid 19
Covid 19, ancora dad in Abruzzo, riaprono scuole nelle regioni arancioni
scuola
Covid 19 e scuole
Covid 19 e scuole, in forse il rientro in presenza per le superiori
bambino covid
I bambini e la pandemia
Bambini chiusi in casa e distanti a scuola: lo stress da Covid colpisce anche i piccoli