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C’era una volta un castello: il borgo medioevale di Beffi

Castelli, torri immerse nei boschi. Il fiume che scorre nel mezzo e il Sirente che svetta maestoso. La SR261, la strada che collega L'Aquila alla Valle Subequana, è uno scrigno di tesori: benvenuti nel borgo medioevale fortificato di Beffi.

La SR261, strada che collega L’Aquila alla Valle Subequana, nasconde dietro ad ogni angolo un tesoro.

Nel mezzo dell’ampio territorio di Acciano, ecco spuntare, fra i boschi, una torre squadrata, che guarda la Valle. Poi un’altra, sull’altra sponda dell’Aterno, rotonda.

Benvenuti nel borgo medioevale di Beffi.

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Borgo fortificato di Beffi: la storia

È qui, lungo le sponde dell’Aterno e in pendenza, che sono ancora visibili i resti del borgo fortificato di Beffi. Ai piedi del paese attualmente abitato svetta, visibile dalla strada principale, la torre squadrata, ovvero l’elemento difensivo principale e posto più in alto.

Tutt’intorno al puntone venivano poi costruite le mura di recinzione, rafforzate da piccole torri. Dall’altra parte dell’Aterno, nel territorio di Goriano Valli, c’è un’altra torre, rotonda ma ancora ben visibile fra i boschi.

Si tratta di un castello di pendio, chiamato così proprio perché sfrutta l’orografia del territorio e la pendenza, stendendosi lungo il fianco della montagna.

La struttura, abbandonata poi nel Settecento, venne costruita probabilmente nel XII secolo, come attesterebbero i documenti e la forma della torre. Si può ipotizzare che non svolgesse solo funzione difensiva, ma che al suo interno risiedesse lo stesso feudatario. L’ingresso, ancora esistente, è costituito da una porta ad arco sulla cui cima campeggia il simbolo di Beffi: San Michele Arcangelo su una torre.

La storia è passata da qui: nel 1294, Pietro da Morrone nel suo cammino per ricevere l’incoronazione con il nome di Celestino V, passò in questo territorio, tra Acciano e Beffi, sul ponte romano che si trova in zona. Si narra di un miracolo compiuto dal Santo presso la Chiesa della Madonna della Sanità. L’area è ricompresa infatti nel Cammino del Perdono di Celestino.

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Borgo fortificato di Beffi: la torre

La torre medievale è il simbolo del paese ed è l’elemento più iconico del borgo fortificato: svetta nella Valle dell’Aterno. L’alta torre pentagonale ha una terrazza panoramica che si affaccia sul Monte Sirente. Edificata nel XII secolo, era posta in comunicazione con la torre di Goriano Valli, dall’altra parte dell’Aterno. In conci di pietra, presenta una pianta poligonale irregolare essendo stata realizzata per sovrapposizioni. Quella di Beffi era a controllo del territorio della media-bassa Valle dell’Aterno e della Valle Subequana verso Acciano.

La torre di Goriano Valli (comune di Tione degli Abruzzi) si trova isolata nella gola che separa il villaggio di Goriano da Beffi Inferiore. La torre è medievale, è a pianta cilindrica, in pietra irregolare di fiume. Sempre nel territorio di Acciano, c’è un’altra torre visibile: quella di Roccapreturo.

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Borgo Medioevale di Beffi: la chiesa di San Michele Arcangelo

È posta appena fuori i resti del castello, a circa 400 metri di distanza dall’attuale centro abitato. Datata al XV secolo, presenta una facciata quadrangolare, con portale centrale e finestra sovrastante, volta a sud verso il castello; la parte retrostante è caratterizzata dalla presenza di una torre campanaria cuspidata. All’interno, importante apparato decorativo cinquecentesco con la Madonna col Bambino in terracotta policroma, due statue lignee rappresentanti San Michele arcangelo e San Rocco, una croce d’argento e alcuni affreschi

Borgo fortificato di Beffi: la storia recente

Il paese abitato si è spostato più a monte. Lo spopolamento, iniziato intorno al 700, si concretizzò ad inizio 900, con il terremoto della Marsica che ebbe forti conseguenze anche in questo spicchio di Valle Subequana. Il borgo medievale, danneggiato dal terremoto e con la frana rivolta a valle, si spopola. Sono le nuove generazioni ad aver riscoperto, negli ultimi anni, il potenziale turistico e storico del borgo medioevale. Grazie all’associazione Aternostrum, che la gestisce dal 2018, sono state organizzate giornate di studio, visite guidate e appuntamenti come la Fiera della Capra che ogni anno attirano centinaia di persone.

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