Il caso

Screening Covid19 L’Aquila: volontari sì ma non per quello che serve al Comune

Attività di screening a L'Aquila, le disponibilità delle associazioni di volontariato non coincidono con le esigenze del comune e scoppia il caso.

L’AQUILA – Screening Covid 19, associazioni e Comune ai ferri corti. Biondi: “Niente contro i volontari, ma non abbiamo avuto le disponibilità che ci servivano”.

È finita sui tavoli di Comune, Regione e Prefettura, a seguito di una comunicazione della Cgil, la vicenda relativa allo scontro tra Comune e associazioni di volontariato nell’ambito dell’attività di screening in corso in queste ore in città, rilanciata dal consigliere comunale Lelio De Santis. “L’accusa” è relativa a presunte “minacce” di chiudere la funzione volontariato del Coc dell’Aquila, per l’indisponibilità dei volontari a “processare i tamponi”, funzione poi passata a dipendenti comunali e altri volontari. “Se questo fosse vero, – hanno scritto dal sindacato – la salute dei dipendenti comunali sarebbe messa a rischio in quanto chiamati a trattare, senza alcuna preparazione e formazione, sostanze chimiche e materiale potenzialmente contagioso e, insieme, si andrebbe ad inserire un elemento di indeterminatezza ed incertezza nei risultati dello screening, in quanto la processazione dei tamponi non sarebbe affidata esclusivamente ad operatori sanitari competenti e formati”.

Come spiegato a IlCapoluogo.it dal responsabile del servizio, Carlo Bolino, naturalmente i volontari non avrebbero dovuto effettuare alcuna operazione di tipo strettamente sanitario e senza alcun tipo di formazione, ma – per velocizzare i tempi – avrebbero dovuto assistere la linea nelle fasi precedenti e successive al prelievo (che comunque avrebbe fatto un medico presente). Come spiegato, si tratta di un test rapido, di quelli che la Regione ha voluto rendere disponibili nelle farmacie, che ogni cittadino può fare da sé, per il cui risultato non occorrono quindi processi di tipo sanitario.

“Non ce l’abbiamo con il volontariato – ha dichiarato il sindaco Pierluigi Biondi a IlCapoluogo.it – anzi, abbiamo il massimo rispetto per questo tipo di associazionismo che in alcune circostanze diventa fondamentale. D’altra parte però è normale che il volontariato ha specificità che devono coincidere con le necessità del Comune. Abbiamo chiesto un supporto per attività di accettazione e refertazione, non per attività sanitaria. Non si sono resi disponibili, ma a noi quello serviva, non altro. Tutto qui”.

Ad ogni modo, secondo altre informazioni raccolte, il Comune aveva chiesto la disponibilità per questo tipo di assistenza, ma il personale sanitario presente all’interno di alcune associazioni era indisponibile: “Hanno preferito prestare servizio, con remunerazione evidentemente superiore, su chiamata di Asl o Regione, anche in altri comuni – ha sottolineato Bolino – piuttosto che eseguire qui le stesse funzioni all’interno dell’associazione di volontariato, che comunque pure viene retribuita”. A questo punto, il Comune, nella persona del responsabile del servizio, ha chiesto la disponibilità anche agli altri membri delle associazioni, essendo operazioni appunto non di tipo strettamente sanitario e solo dopo la dovuta formazione. Al deciso “no” ricevuto, il responsabile ha cancellato la chat di gruppo con le associazioni, riservandosi di aprirne un’altra solo con chi evidentemente avrebbe voluto supportare il comune nelle operazioni necessarie: “C’era stata data disponibilità solo per servizi di controllo e generiche funzioni di cui non avevamo bisogno, non aveva più senso tenerla attiva con tutti, anche perché erano iniziate schermaglie di tipo politico che non avevano ragion d’essere”.

Bolino non nasconde poi un profondo senso di delusione verso posizioni giudicate strumentali sulla vicenda: “Ho detto al consigliere Lelio De Santis che prima di attaccare in quel modo un funzionario della pubblica amministrazione che dopo 31 anni si è fatto 4 terremoti, missioni in Mozambico e Kosovo, visto che ci conosciamo avrebbe potuto alzare il telefono e chiedermi come stessero le cose”.

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