Covid 19 L’Aquila, l’incubo dell’errore materiale: prigionieri di un tampone sbagliato

Errori materiali nella refertazione dei tamponi, il Covid 19 che fa paura anche quando non è malattia.
Negativi refertati come positivi e positivi segnalati senza aver neppure fatto un tampone. Tra i disagi creati dalla seconda ondata di contagi Covid 19 ci sono anche quelli creati dagli errori materiali in sede di refertazione. Due esempi, il primo – risolto solo grazie al fatto che la vittima dell’errore è dell’ambiente medico, quindi è riuscita a districarsi in modo efficace, il secondo, ancora irrisolto.
Screening Covid 19, tampone rapido negativo refertato come positivo.
“Ieri mattina – raccontano a #dilloalcapoluogo – una famiglia è andata a fare il tampone, tra questi una persona in ambiente medico che si sottopone regolarmente a controlli. Proprio a lei il tampone risulta positivo. La signora, però, forte della propria esperienza sul campo, richiama la postazione e, dopo una trafila sfiancante, le confermano che il tampone è negativo e che l’errore è stato fatto dalla persona che ha registrato il dato sul foglio. Tutto questo, solo perché conosceva l’ambiente e il dottore che le ha fatto il tampone, quindi hanno potuto ricontrollare tutto l’iter e trovare l’errore, ma se fosse successo a un’altra persona, non ci sarebbe stato nulla da fare e si sarebbe dovuta tenere quel falso positivo chissà per quanto”.
Covid 19, prigioniera di un tampone mai fatto.
Il secondo caso è ancora peggiore e riguarda una persona che ha ricevuto la chiamata dalla Asl per l’accertata positività al Covid 19. Anche in questo caso, però, si tratta di un errore materiale visto che la vittima dello stesso errore non si è mai sottoposta a tampone, nonostante ne risulti uno positivo datato 28 novembre. Impossibile, in questo caso, risolvere la questione per le “vie brevi”. Per superare quello che evidentemente è un errore materiale, si è dovuta attivare tutta la procedura, con l’isolamento e il tampone di controllo che non è ancora stato effettuato. “Nel frattempo però non posso uscire di casa”.