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Screening Covid 19, L’Aquila chiude con 23 mila tamponi e 54 positivi

7 dicembre 2020 | 19:23
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Screening Covid 19, L’Aquila chiude con 23 mila tamponi e 54 positivi

Screening Covid 19, il bilancio del sindaco Biondi: “Il tampone non è il vaccino. Manteniamo una costanza nei comportamenti”.

Il bilancio è stato fatto questo pomeriggio dal sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, collegato in conferenza stampa tramite la piattaforma Teams.

“Questa campagna di screening ci ha visto impegnati in uno sforzo incredibile per cercare di circoscrivere il virus alla cittadinanza”, ha detto il sindaco.

“Il tampone sicuramente non è il vaccino, a prescindere dalla campagna di screening, bisogna continuare a mantenere alta l’attenzione in modo da circoscrivere quanto più possibile i contagi futuri”.

“Ringrazio i cittadini che si sono sottoposti alla campagna, perché non lo hanno fatto solo per loro ma è una riposta di una comunità civile. Non era tanto tracciare il singolo quanto quello di fare uno sforzo nel bene di tutti”.

Per quanto riguarda poi il controllo delle persone risultate positive, “Dopo il tampone veloce, ho chiesto a più riprese la necessità di effettuare in maniera massiccia i molecolari standard. Questo tipo di intervento è fondamentale, la refutazione degli stessi deve essere fatta in tempi rapidissimi perchè non riguarda solo gli operatori sanitari, se un medico ha il tampone in poco tempo, questo incide sulla capacità del sistema sanitario”.

“La campagna di screening – ha spiegato il sindaco – ha portato con sé un inevitabile carico logistico importante sulle spalle del Comune ma non poteva essere diversamente.

I tamponi fatti quindi sono stati circa 23 mila, un dato leggermente più basso rispetto alle aspettative iniziali. (25 mila).

“Va considerato – ha ricordato il sindaco – che tra la popolazione ci sono delle fasce già attenzione e che fanno tamponi programmati ciclicament. Il dato quindi è assolutamente soddisfacente”.

“Il risultato dello screening sembra stridere con il dato che esce fuori dall’andamento della curva del contagio. Probabilmente anche il fatto che il lavoro sanitario del tracciamento sta comunque circoscrivendo la popolazione”.

Inoltre, sono stati trattenuti circa 7500 tamponi per proseguire poi il controllo su determinate fasce della popolazione.

Biondi vs Cgil: “Di Vittorio si sta rivoltando nella tomba”.

Non sono mancate le stoccate, anche a seguito della polemica con le associazioni di volontariato sulla quale era intervenuta la Cgil, rea di “Aver difeso e tutelato i già tutelati”. Il riferimento è alla proposta della Cgil del buono pasto per chi sta in smart working.

“Di Vittorio, uno dei padri nobili della Cgil si sta rivoltando nella tomba”, ha aggiunto.

In ogni caso per Biondi, “Con la Cgil è stato avviato un percorso importante, non sono tutti uguali e le responsabilità non sono mai collettive ma vanno imputate ai singoli”.

“Non voglio essere provocatorio dico solo una cosa: la Cgil rimarrà alla cronaca di questa emergenza avendo portato come elemento di dibattito i buoni pasto per i dipendenti in smart working”.

“In un momento in cui tutti i commercianti soffrono, il problema della Cgil e del ministro Datone è garantire il buono pasto ai dipendenti e la possibilità di non dover segnalare gli orari di timbratura così come il principio della disconnessione”.

Per Biondi, “Nessuno vuole eccepire i diritti dei lavoratori pubblici, mi sembra che la Cgil si sia concentrata sui ‘diritti dei garantiti’. Mi sarei aspettato una diversa disponibilità al progetto di screening soprattutto perchè ci sono state centinaia di dipendenti pubblici che hanno messo a disposizione il loro tempo per i cittadini”.

“La loro disponibilità è stata a servizio della città, per dare un senso all’assetto sociale di una comunità,”.