Cultura

Le nuove stanze della poesia, Valter Marcone: un Buon Natale in versi

Il 24 dicembre la rubrica Le nuove stanze della poesia è un appuntamento speciale per gli auguri di Buon Natale, con i versi di Valter Marconi.

Per la Vigilia di Natale torna l’appuntamento con Le Nuove stanze della Poesia. Con l’occasione l’augurio speciale, rigorosamente in versi, di Valter Marcone.

Auguri di Buon Natale,
Per la puntata di giovedì 24 dicembre 2020 della rubrica Le nuove stanze della poesia auguro Buon Natale al Direttore e alla Redazione de Il Capoluogo che ogni giovedì ha permesso, da mesi, questo appuntamento con i lettori. Ai lettori e alla loro costanza nel seguire i temi e nell’accogliere i profili dei protagonisti della poesia abruzzese, del passato e contemporanei, rivolgo un ringraziamento e l’augurio di un Buon Natale.

Un giorno che in questo anno 2020, a causa delle restrizioni dovute alla pandemia da Covid 19, assume un particolare significato riconquistando quella luce che da sempre illumina l’incontro dell’uomo con il suo Dio, fattosi carne, uomo con lui, per condividerne le sorti e vincere la morte che non è solo quella fisica ma anche spirituale, ideologica, morale. Proprio nel momento in cui la morte sembra prendere quotidianamente il sopravvento anche per la distruzione del tessuto sociale ed economico, la festa del Natale rappresenta un argine ben saldo e aiuti a riconquistare quello che è stato perso, quello che è essenziale al nostro essere per esistere. L’augurio di un Buon Natale con una mia poesia.

Ti ho sentito Maria
mentre dicevi all’angelo
che parlava con le capre e le pecore
“Ma questo che vuole?
Io che c’entro ?”
e ho sentito quello che ti ha risposto:
“Io te lo dovevo dire .”
Lo so Maria
che tu sei una povera donna
e Gabriele che pasce capre e pecore
è un povero uomo.
Ma poi, poi quel figlio
quel figlio quel figlio
che morì sulla croce,
quel figlio che tanto amavi
che amavi tanto
che ti annunciò Gabriel
vestito di lana di pecora bianca
bianca come un arcangelo ,
Maria tu ci hai donato.
Benedicta tu in mulieribus
ti chiamò il vecchio Girolamo ,
benedictus fructus ventris tui Jesus
chiamò il tuo bambino
che Gabriel ti annunciò.
Ora Maria tu c’entri
e c’entra pure il tuo Giuseppe.
Maria sul tuo seno assorto
veglia un popolo
e tu vergine bambina con il tuo canto amante
sarai madre, sarai moglie,
non giocherai più
sarai solo tutto il resto
e quello che resta della tua carne
il figlio del grembo tuo;
sarà il figlio di Dio
venuto a morire su una croce
per riempire il cielo e la terra
d’ un segno domani , perché,già oggi
oggi “ sono mutati i segni della proda
dianzi raccolta come in un dolce grembo “
il tuo grembo Maria.

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