Lavoro l'aquila

Per i lavoratori della Framiva sarà un Natale amaro

Un Natale amaro, senza cassa integrazione e assegni familiari per i lavori dell'azienda Framiva Metalli di Bazzano. "Ciò che fa male sono il silenzio e le bugie".

“Sarà un Natale incolore e senza luci per noi poveri lavoratori della Framiva Metalli, vittime della burofollia e presi in giro da chi dovrebbe tutelare gli interessi di chi ha dato l’anima per l’azienda”.

È Natale, anche se mesto e austero a causa della pandemia, ma per i lavori della Framiva Metalli, l’azienda di Bazzano fallita a luglio, sarà ancora peggio, dal momento che attendono gli ammortizzatori sociali e non arrivano, vitali per molte famiglie, alcune monoreddito, che ormai sono esasperate.

“A dispetto di quello che possano dire alcune organizzazioni sindacali sul fatto che ci sia uno ‘spiraglio di luce per i lavoratori’, la situazione è molto diversa“, spiegano al Capoluogo alcuni lavoratori dell’azienda.

Oltre a vivere un disagio Nazionale che è quello del Covid, ci sono circa 60 famiglie che vivono quotidianamente, “con le prese in giro da parte di coloro che dovrebbero gestire al meglio questo fallimento. Persone che dovrebbero preoccuparsi di svolgere il loro lavoro in modo da poter permettere a tutti noi di vivere in maniera dignitosa”.

“Per noi sarà Natale quando ci daranno quello che ci spetta. Abbiamo trascorso le ultime settimane a tartassare di messaggi e telefonate le nostre rispettive organizzazioni sindacali per chiedere spiegazioni in merito al pagamento della Cigs di Novembre. questo perché molti di noi non hanno grandi risparmi da potersi permettere il lusso di stare troppo tempo senza sostegno economico”. 

“Siamo vittime delle loro scuse e delle bugie, ci è stato detto che ci sarebbe stato un ritardo nella consegna all’Inps della modulistica necessaria per i pagamenti, perché i moduli per gli assegni familiari non erano stati ancora tutti consegnati/compilati correttamente da alcuni colleghi. Ad oggi, dopo settimane di non risposte e rinvii prendiamo atto del fatto che la cigs verrà pagata il 29 dicembre e sorpresa: senza gli assegni familiari!”.

L’ombra del fallimento si era concretizzata appunto a luglio, con la richiesta di concordato preventivo avanzata dalla Framiva Metalli.

L’azienda è rappresentata dallo Studio legale LBM con gli avvocati Raffaella Sturdà, Antonio Serreti, Bruno Chiarantano e Gloria Teti, e respinta dal tribunale di Busto Arsizio.

A poco era servita la vittoria presso il Tribunale dell’Aquila sull’acquisizione del sito di Bazzano della ex Otefal, in quanto era appunto arrivata la tegola del fallimento, con il conseguente problema occupazionale per i 60 lavoratori, per i quali adesso si apre un piccolo spiraglio di luce.

La Corte d’Appello di Milano, infatti, ha ritenuto che “la nuova proposta concordataria non poteva essere bocciata tout court, essendo sempre necessario verificare, in concreto, se quella successiva sia stata presentata a soli scopi dilatori ed elusivi, ovvero se legittimamente la stessa rappresenti una nuova e diversa proposta per la soluzione pattizia della crisi di impresa, da sottoporsi alla necessaria approvazione del ceto creditorio; che è possibile dichiarare il fallimento pur in pendenza di una procedura concordataria, ma sulla base della regola di prevenzione, solo dopo che la domanda di concordato sia stata esaminata e risolta in senso negativo”, da qui la richiesta della revoca dei decreti e della sentenza.

Ex Otefal, revocata la sentenza di fallimento della Framiva Metalli

“Durante questo periodo – spiegano i lavoratori – le organizzazioni sindacali ci avevano detto che ci sarebbero stati dei ritardi. Non siamo rimasti ad aspettare, telefonate su telefonate, minacce e urli che ci stanno stremando e non abbiamo avuto nessuna risposta. La morale della favola è che qualche soldo si vedrà a fine mese e non ci sono gli assegni familiari”. 

“Fortunatamente non tutti hanno il peso di una famiglia: mogli, figli, mariti, con tutte le spese che ci sono adesso. Questi soldi ci servono per pagare le utenze, gli affitti e fare la spesa, le riserve auree non ci sono mai state e se avevi qualcosa da parte è andato in fumo per sostenersi”.

Oltre al danno anche la beffa, trattati come se non contassimo niente, per molti potrà sembrare una sciocchezza ma quest’anno molti di noi non potranno far trovare nemmeno un pensierino ai propri figli, ignari di tutto, che hanno scritto la letterina a Babbo Natale ad oggi condita solo con le nostre lacrime“.

Una situazione pesante, a seguito del dichiarato fallimento della Framiva lo scorso 24 luglio.

“Conseguentemente il Ministero del lavoro aveva stabilito la cassa integrazione in relazione al fallimento in modo che non rimanessimo senza sostegni. Qualche tempo fa il tribunale di Busto ha revocato il fallimento per revisionare il concordato preventivo e siamo rimasti quindi senza ammortizzatori. Il problema adesso per noi lavoratori è che se il fallimento non sarà effettivo a febbraio 2021 non ci daranno la cassa integrazione”. 

“Il rischio c’è ed è concreto, la cassa ovviamente va a braccetto con il fallimento, a meno non venga trasformata in cassa integrazione Covid ma sappiamo benissimo le tempistiche. Per noi sarà un Natale senza alcune possibilità,  l’unico spiraglio è di dare la Framiva in mano a imprenditori seri”.

“Quello che fa arrabbiare è il silenzio, la situazione nazionale è quella che è, e 60 lavoratori in Abruzzo senza sostegno sembra come se non esistessero. In un periodo come questo è veramente ignobile, siamo persone non macchine. Abbiamo dato la vita e tanti sacrifici sul posto di lavoro, lavorando come se quel posto fosse il nostro con dedizione e con impegno: non ce lo meritiamo!”. 

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