Il bilancio

L’Aquila archivia il 2020, Biondi “più forti di prima, per un 2021 di rinascita”

Il bilancio del 2020 e lo sguardo già rivolto al 2021. L'Aquila non si fa trovare impreparata. Biondi: "Troppe polemiche e dita puntate contro, guardare anche quanto fatto. Il 2021 sarà l'anno di 5 scuole, della nuova Piazza Duomo e di Ponte Belvedere".

L’Aquila chiude il sipario su un 2020 di emergenza. Covid 19, difficoltà sanitarie, allarme incendi, un’aggressiva seconda ondata e una zona rossa quasi infinita. Eppure la città è andata avanti. Come esce il Capoluogo dal 2020? “Con un rifinanziamento della ricostruzione, con le le sue istituzioni più stabili, con un rinnovato ruolo centrale a livello nazionale, che passa, tra le altre cose, dalla Casa delle Tecnologie Emergenti e dalla Scuola dei Vigili del Fuoco. Esce come una città in cui, anche in emergenza, la cultura non si è fermata”.

Il bilancio del 2020 di L’Aquila città e capoluogo è ricco. Il 2020 – ed è banale dirlo – non è stato un anno semplice, ma ha portato quantomeno consapevolezza dei propri mezzi, nel bene e nel male. Senza dimenticare le criticità incontrate dal territorio in ambito sanitario, di fronte a un nemico improvviso e sconosciuto, il Covid 19, nel bilancio del sindaco, Pierluigi Biondi, L’Aquila archivia un anno complicato e guarda già ad un 2021 di nuova, o continua, rinascita. 

L’Aquila, ancora una volta la cultura è protagonista

Non solo Covid, per fortuna. L’Aquila nel 2020 ha portato avanti i lavori per ottenere il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2022. Il 2021 vedrà Parma vestire di nuovo il ruolo di regina nel settore culturale, per recuperare quanto perso nel 2020 bloccato dalla pandemia.

“È un percorso che parte dalla volontà di rinnovamento, in primis riguardante il desiderio di rinnovare l’immagine che caratterizza L’Aquila. Da città del terremoto a città della rinascita. Un paradigma che sta cambiando anche nella narrazione della città. Diventare Capitale Italiana della Cultura sarebbe, poi, un riconoscimento importante alla storia, alle tradizioni cittadine. Significherebbe recuperare un’identità importante, che storicamente ha sempre visto L’Aquila all’avanguardia nel panorama culturale: la città si è sempre distinta come culla di sperimentazione e qualità“.

Potrebbe anche essere un riconoscimento simbolico dopo il sisma?

Non deve essere assolutamente un risarcimento alla città. Il terremoto incide, naturalmente, ma nella misura in cui abbiamo dato prova di saper recuperare un patrimonio artistico e architettonico importante, che è sempre stato proprio dell’Aquila. Basti pensare al riconoscimento ottenuto dall’opera di restauro della Basilica di Collemaggio“.

L’Aquila 2020, il battesimo della Perdonanza targata Unesco

“È stato il primo anno in cui non si è tenuto il Palio di Siena, non si è organizzata la Quintana di Ascoli e non si sono svolte manifestazioni importantissime. Noi, grazie ad un grande sforzo economico e di intelletto amministrativo, siamo riusciti a mettere in campo un sistema di sicurezza adeguato. Si sono tenuti così concerti ed eventi naturalmente contingentati. Eventi che, quindi, non sono mancati, né sono stati cancellati come qualsiasi altra manifestazione culturale. E il dato più importante è che da questi eventi ospitati non è uscito neanche un caso di contagio“.

L’Aquila, la ripartenza dei cantieri

“L’ordinanza emanata, che ha previsto tamponi a tutte le maestranze per i cantieri dell’Aquila e, in generale, per tutti i cantieri della Ricostruzione, è stata fondamentale. Lo dimostrano i pericoli di focolai annullati, come quello relativo agli operai macedoni rientrati sul nostro territorio. Sono stati individuati i casi positivi ed è stato evitato, così, un vero e proprio focolaio che sarebbe potuto scoppiare sul lavoro, con tutte le conseguenze del caso. Del resto, è quanto ci ha insegnato il Covid: bastano poche unità positive, magari asintomatiche, per generare lunghe catene di contagio. Motivo per il quale abbiamo sempre avuto un’attenzione massima per ogni forma di precauzione possibile”.

L’Aquila, un’estate di fuoco: l’emergenza nell’emergenza

“L’incendio più importante che ha interessato L’Aquila almeno nell’ultimo decennio, se non oltre. Giornate intense, di duro lavoro, svolto da professionisti e volontari. Un importante spiegamento di mezzi, risorse ed energie per fermare il fuoco e mettere in sicurezza le zone abitate che si sono ritrovate il pericolo del fuoco vicino. Anche in questo caso, però, vorrei sottolineare l’efficienza dell’azione amministrativa. Siamo riusciti, in pochissimi giorni, a ottenere un finanziamento regionale di 380mila euro, per lavori che abbiamo messo in campo fin da subito. Una rapidità amministrativa che questa città non conosceva”.

L’Aquila, seconda ondata e zona rossa: i tempi di intervento sono stati giusti?

“Il tempo è sempre galantuomo e sapere che oggi l’Abruzzo, nelle rilevazioni, ha l’RT più basso d’Italia – di poco superiore allo 0,6 a fronte di una media nazionale di 0,93 – dimostra che le misure adottate hanno funzionato. Ritengo che questo dato sia la risposta migliore a chi ha urlato allo scandalo, all’incapacità amministrativa, contestando qualsiasi decisione prendesse il Presidente Marsilio. I numeri, oggi, dimostrano che con senso di responsabilità, equilibrio e duttilità, che è necessaria in questi casi, gli eventi possono essere gestiti. Se invece ci si attacca alla burocrazia, alle scadenze su termini prestabiliti e previste non da elementi scientifici ma da norme scritte, che non si vogliono neanche interpretare in senso positivo, allora si fa un altro discorso e anche un altro mestiere, lontano dalla politica pulita. Oggi possiamo dire che l’Abruzzo è una regione più sicura di altre, ciò non vuol dire che si può abbassare la guardia. Per questo, ad esempio, stiamo già organizzando uno screening sulla popolazione studentesca e sul personale scolastico”.

Il 2020: un anno in cui, forse, ci sarebbe stato bisogno di più collaborazione e di meno polemiche, ad ogni livello e colore. È così? 

“Assolutamente sì. Noi siamo partiti con la polemica relativa al rifinanziamento della ricostruzione: addirittura un pezzo importante del Pd aquilano ha organizzato una conferenza stampa per spiegare che quei soldi, in realtà, non servivano. Per fortuna, però, la nostra interlocuzione con il Governo supera il livello locale di rappresentanza di queste forze e siamo riusciti ad ottenere le risorse che servivano, nonostante quanto detto da alcuni. In questi giorni, poi, abbiamo avuto altri risultati importanti, vincendo la battaglia per il rifinanziamento del fondo per le minori entrate e le minori spese, abbiamo ottenuto il finanziamento da 15 milioni di euro per la prima scuola di formazione dei Vigili del Fuoco in Italia e, ancora, abbiamo ottenuto il finanziamento dal Mise per la Casa delle Tecnologie emergenti. Risultati conquistati sul campo, con un lavoro spesso sotterraneo, che ha fatto a meno delle polemiche, andando oltre. Mi aspetto più collaborazione e meno dita puntate contro. Nonostante quello che non si è fatto sia comunque  ancora molto, visto che c’è tantissimo da fare per questa città“.

Sulla crisi di maggioranza Biondi non usa mezzi termini

“Ho inviato una nota che confermo dalla prima all’ultima riga. A L’Aquila è come se ci fosse un sistema binario, bisogna scegliere da che parte stare. Si può scegliere di lasciare la città in mano a chi l’aveva abbandonata. Senza ricostruire scuole, senza un piano di ricostruzione corretto. Di lasciare L’Aquila a chi non ha saputo immaginare un piano di sviluppo della città e ha abbandonato le frazioni, a chi aveva trasformato la Perdonanza in una sagra strapaesana e aveva mortificato la capacità delle istituzioni culturali di essere guida della città, a chi aveva spalancato le porte dei Progetti Case e creato una voragine nei conti pubblici, non facendo pagare canoni e locazioni al Progetto Case. E potrei continuare ancora a lungo. Dall’altro lato ci siamo noi. Stare dalla nostra parte significherebbe stare con chi ha abbassato le tasse, avviato la ricostruzione scolastica, rimesso mano al patrimonio, si è preoccupato di decoro urbano, di edilizia cimiteriale e di un Piano del Commercio, così come di una Smart City. A chi ha concretizzato il progetto del Parco della Memoria a Piazzale Paoli. Si decida da che parte stare, se questi rappresentanti sceglieranno di stare dall’altra parte è legittimo, ma di certo non dipenderà da me”.

L’Aquila, che anno sarà il 2021

“L’Aquila è pronta, nonostante un anno difficile alle spalle. Arriva al 2021 preparandosi alla riapertura di Palazzo Margherita, al nuovo Ponte Belvedere, alla rinnovata Piazza Duomo. Ancora, sarà l’anno dell’appalto di Porta Barete e di almeno 5 scuole. Sarà l’anno dell’edilizia cimiteriale, anche delle frazioni. E sarà l’anno in cui se il Governo ci darà una mano risolveremo definitivamente anche il problema del precariato nell’ente che rappresento”.