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L’Aquila orfana della Fiera dell’Epifania causa Covid: “Ora al lavoro per il futuro del commercio in città”

Niente profumo di salsiccia e cipolla in questa giornata da sempre dedicata alla Fiera dell'Epifania: il Covid impone di stare attenti. "L'Aquila ripartirà proprio dal commercio", promettono il vice sindaco Daniele e Capretti della Fiva.

“Fare anche in forma ridotta la Fiera dell’Epifania sarebbe stato un rischio troppo grande, Il Dpcm è stato chiaro e non possiamo permetterci errori”.

Quest’anno, dopo 74 anni di edizioni ininterrotte la Fiera dell’Epifania, un evento simbolo della città, non ci sarà. Lo esige la pandemia e il vice sindaco dell’Aquila Raffaele Daniele, con delega al Commercio, è perfettamente d’accordo.

“È la prima Epifania senza fiera, ci si era riusciti nel post sisma ma la pandemia esige adesso, soprattutto in questa situazione, di fare una serie di passi indietro e di stare attenti”, spiega il vice sindaco al Capoluogo.

“L’Aquila è diventata grande nel medioevo e dal ‘400 in poi proprio grazie al suo mercato e ai commerci e noi vogliamo assolutamente farla tornare grande proseguendo questo filone: ma adesso era inevitabile che le cose andassero in tal senso”.

“Stiamo entrando nel periodo dei vaccini anti Covid ed eventuali focolai metterebbero in ginocchio non solo la città ma anche il sistema sanitario. In ogni caso, per quanto riguarda la Fiera dell’Epifania, così come è stato per i mercatini di Natale, il dpcm li vietava espressamente per cui nelle pieghe siamo riusciti, almeno per dare anche un segnale, a spostare il mercato della domenica nel suo luogo simbolo: Piazza Duomo”.

“Si tratta ovviamente di due eventi molto diversi: la Fiera da anni richiama in città stalli e persone da fuori provincia e fuori regione, il nostro mercato storico è molto circoscritto e siamo riusciti a portarlo avanti con tutte le dovute cautele e con un buon riscontro di pubblico”.

“Per la fiera, sarebbe stato impossibile farla solo con 30 stalli, ‘sfidare’ la norme in questo periodo in questa situazione così delicata sarebbe stato controproducente per tutti. È una scelta sofferta ma serena, presa tutti insieme e senza polemiche, si è giunti a una decisione unanime senza richieste in tal senso, e con un atteggiamento di grande collaborazione e totale correttezza da parte di tutta la Fiva e in particolare da parte del presidente regionale Alberto Capretti”.

Difatti, anche per Alberto Capretti, presidente regionale Fiva Confcommercio, “Rinunciare quest’anno alla Fiera dell’Epifania è qualcosa che da una parte ci fa soffrire, dall’altra sappiamo tutti che sarebbe stato inevitabile. Adesso, dobbiamo lavorare per il futuro della città”.

“Questa Fiera fa parte della nostra cultura, la conoscono tutti, da sempre. Quest’anno avevamo avuto più di 500 adesioni, raccolte nei mesi scorsi. È lo scotto da pagare per poter stare sereni dopo. Anche nel post sisma, con un centro ‘incerottato’ e mutilato fu possibile fare l’evento, seppur in forma ridotta, ma questa volta abbiamo dovuto capitolare”.

“Era evidente che sarebbe andata così, non possiamo scherzare con i contagi, la Fiera dell’Epifania è un forte rischiamo che porta gente e ha il contatto nel dna”.

“Anche gli operatori di fuori regione hanno capito: nessuno ha insistito, sarebbe stata un’avventura troppo pericolosa” prosegue Capretti.

“Adesso, sperando di lasciarci il Covid alle spalle grazie anche al vaccino, dobbiamo lavorare per il futuro della città. Riproporremo  appena possibile il mercato in piazza Duomo sempre in domenica se ci saranno i presupposti e se l’indice dei contagi continuerà a scendere”.

“I soldi e i guadagni non sono tutto: abbiamo tutti bisogno e i settori del commercio e della ristorazione sono in ginocchio, ma la prevenzione è la condizione necessaria per poter guardare al futuro con un minimo di speranza”.

“L’Aquila e i suoi commercianti ed ambulanti non si fermano, lavoreremo per farla l’anno prossimo con tutti i criteri. Stiamo già pensando ad altri eventi di richiamo per quando tutto sarà finito. La città ha una lunga storia legata al mercato, al commercio, all’artigianato: un flusso che porta solo linfa vitale”.

“Il Covid ha portato un calo del turismo a causa della pandemia al 100 per cento, è un periodo bruttissimo anche per i ristoratori, i titolari dei bar del centro storico: stiamo tutti quanti pregando che questa pandemia vada via al più presto possibile perché non possiamo resistere ancora. Tante aziende sono in bilico… forse si salva, in parte, il settore legato ai generi alimentari, che va avanti: gli altri sono fermi al palo o quasi. Nemmeno in tempo di guerra si respirava un’aria così pesante”.

“La pandemia ci ha chiusi in casa e ha dato una spinta verso il commercio online, che già stava mietendo vittime da tempo. Dobbiamo recuperare adesso la concezione vera dello shopping, lavorando con tutte le istituzioni locali e regionali per rimettere in piedi l’assetto del turismo e del commercio. Questo abbiamo e da qui dobbiamo ripartire”.

Dopo la Fiera dell’Epifania, quale futuro per il commercio aquilano nel post Covid?

“Per quanto riguarda il futuro di questa città e dei suoi commerci e delle attività che a fatica sono tornate anche in centro storico nel post sisma, come amministrazione abbiamo prorogato tutti gli stalli provvisori che avevamo per 2 anni” spiega Daniele. “Per quelli fissi stiamo facendo le istruttorie, la proroga per l’affidamento sarà di 12 anni”.

“La città è profondamente cambiata rispetto al terremoto del 2009 e si è evoluto anche il commercio. Appena si ritornerà alla piena normalità, apriremo in tal senso una fase di ascolto dapprima con le forze di maggioranza che sostengono l’amministrazione e poi con tutte le altre, per stabilire quali saranno le ubicazioni dei futuri mercati, una decisione che dovrà passare in consiglio comunale e successivamente il dibattito sarà aperto  alla cittadinanza”.

 

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