Focus sui vaccini anti-covid

Covid 19 e vaccini, dall’Astrazeneca-Oxford al cocktail vaccinale: come funzionano

Vaccini anti Covid, conosciamo meglio l'efficacia del vaccino Astrazeneca-Oxford. Basso costo, facilità di conservazione e produzione in-house, ma come funziona? Intanto si parla di cocktail vaccinale.

Covid 19 e vaccini, conosciamo meglio il vaccino Astrazeneca-Oxford, con un focus sul cocktail vaccinale a cui sta pensando il Regno Unito.

Secondo appuntamento con Covax, la rubrica domenicale curata dall’esperto Riccardo Persio, con il contributo di Fabio Zecca, medico aquilano.

Intanto continua la campagna vaccinale in Italia. Questi i dati aggiornati a sabato 9 gennaio 2021. 

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Covid 19, il vaccino Astrazeneca-Oxford: l’approfondimento di Fabio Zecca e Riccardo Persio

Il vaccino sviluppato da AstraZeneca e dall’università di Oxford utilizza vettori virali ricombinanti. Si tratta di adenovirus geneticamente modificati in modo sia da impossibilitarne la replicazione, sia da permettere il trasporto dell’informazione necessaria alla sintesi della proteina S, del SARS-CoV-2. Si sviluppa, così, una reattività immunitaria contro il virus, come già illustrato per i vaccini Pfizer-BioNTech e Moderna.

L’efficacia di questo vaccino può essere misurata sia considerando il numero di anticorpi rilevabili nel siero del soggetto sottoposto a vaccino, sia in base alla prevenzione dello sviluppo del Covid 19. La fase III di studio e osservazione del vaccino AstraZeneca-Oxford ha permesso di registrare titoli anticorporali soddisfacenti e un’efficacia profilattica compresa fino al 90% in soggetti minori di 18 anni.

Numeri che attestano un profilo di sicurezza molto incoraggiante. Tra i 24mila partecipanti inclusi in alcuni studi della fase III, sono state osservate solo 3 gravi reazioni sospette. Nello specifico si è trattato di: mielite trasversa, anemia emolitica e febbre oltre i 40 °C. Il nesso con il vaccino, tuttavia, è ancora in fase di verifica. 

Covid 19, l’importanza del vaccino AstraZeneca-Oxford

Basso costo, facilità di conservazione e produzione completamente in-house. Queste le caratteristiche che lo hanno reso tra i vaccini anti Covid più richiesti da vari paesi europei, tra cui proprio l’Italia.

Lo sviluppo di questo vaccini, tuttavia, è stato caratterizzato da numerosi ritardi. Per il successo del piano vaccinale italiano basato sul vaccino AstraZeneca-Oxford importanti saranno i pareri, attesi, dell’Agenzia Europea dei Medicinali e dell’Agenzia Italiana del Farmaco. Pareri previsti entro fine gennaio.

Covid 19 e cocktail vaccinale

Mentre in Regno Unito la situazione Covid fa aggravare progressivamente il bilancio, il Governo ha avanzato l’ipotesi del cosiddetto “cocktail vaccinale”: cioè un mix tra i vaccini Pfizer-BioNTech e AstraZeneca. Si parte dal presupposto di una maggiore protettività della prima dose rispetto alla seconda (con la prima dose protettiva fino all’86%, contro il 6% della seconda), con l’obiettivo di massimizzare l’effetto di contenimento del contagio fin da subito, anche in previsione di scarsità di dosi vaccinali.

Questa strategia servirebbe a somministrare una prima dose di vaccino al maggior numero di persone possibile, in tempi brevi. Se, poi, la seconda dose dello stesso vaccino non fosse disponibile, sarebbe comunque possibile somministrare una seconda dose di vaccino proveniente da un’altra azienda, fino a 12 settimane successive all’effettuazione della prima dose. Un approccio permesso, però, non su base routinaria, ma solo in circostanze straordinarie.

Sul cocktail di vaccini, tuttavia, permangono molti dubbi, che riguardano soprattutto la durata e l’efficacia dell’immunizzazione. Ci sono poi ulteriori variabili, tra cui la tipologia di ibridazione, con potenziali differenze in termini di efficacia e sicurezza, a seconda che i componenti del cocktail siano di uguali tipologie (mRNA + mRNA) o diverse (mRNA + vettore virale). L’OMS, nelle raccomandazioni pubblicate lo scorso 8 gennaio 2021, non ha potuto fare altro che ammettere l’assenza di dati sperimentali riguardanti l’intercambiabilità fra vaccini differenti.

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