L’Aquila 2022, la cultura è nel dna della città

Si avvicina la data per la proclamazione della Capitale della Cultura 2022, Salvatore Santangelo: “La cultura è nel dna dell’Aquila”.
A pochi giorni dalla proclamazione della Capitale italiana della Cultura 2022, l’intervista a Salvatore Santangelo, scrittore, giornalista ed esperto di politica internazionale che parla dell’importante lavoro “di alto livello coordinato dal professor Pierluigi Sacco dello Iulm” per la candidatura dell’Aquila.
“Bisogna prendere atto – ha sottolineato Santangelo al microfono de IlCapoluogo.it – del fatto che la cultura è uno degli asset strategici più valorizzati dall’Amministrazione Biondi. Il tema della Capitale della Cultura si inserisce in uno scenario più ampio, e questo perché il Covid ci sta facendo ripensare il nostro modo di vivere, di abitare, di lavorare e di costruire le nostre personali equazioni esistenziali: in questo contesto, città di medie dimensioni come L’Aquila possono acquistare una straordinaria attrattività”.
Ma che significherebbe in concreto per L’Aquila ottenere il riconoscimento? “Oltre alle ingenti risorse economiche a disposizione, significherebbe avere per un anno i riflettori del mondo culturale italiano e non solo sulla nostra città, poter mostrare gli importanti traguardi raggiunti con la ricostruzione, valorizzando il nostro patrimonio artistico e architettonico. L’Aquila ha una grandissima tradizione culturale, con tante istituzioni e associazioni che però hanno sofferto in questi anni di austerity e che oggi affrontano la fase pandemica. Un anno di lavoro sulla cultura può portare a ridefinire il ruolo di queste istituzioni rispetto al tessuto sociale ed economico della città, a razionalizzare la produzione culturale, mettendo in campo una strategia di rilancio e di sinergia, fondamentali in questo contesto”.
Insomma, L’Aquila ha tutte le carte in regola per aggiudicarsi il riconoscimento. “C’è da dire che la competizione è agguerrita, a questo punto della selezione, i progetti in lizza sono tutti di altissimo profilo e ogni città coinvolta ha messo in campo progettualità e professionalità importanti. Personalmente ritengo che oggi i tratti identitari e culturali della nostra città possano essere oggettivamente un valore aggiunto. L’Aquila è una città di scienza, con i Laboratori del Gran Sasso, il GSSI, le facoltà scientifiche che rappresentano un’eccellenza e che oggi hanno un appeal fortissimo anche nei confronti di un pubblico più ampio. Inoltre è una città che riesce a conciliare la dimensione della scienza con quella della montagna; non a caso parliamo di Gran Sasso Science Insitute e ci sono importanti attività scientifiche non solo nei laboratori, essi stessi all’interno del Gran Sasso, ma anche sopra, con le strutture di monitoraggio metereologico, fondamentali anche per studiare i cambiamenti climatici. Insomma, la montagna è cultura. E poi c’è la Perdonanza, che finalmente esce dalla dimensione provinciale per assumere il ruolo che merita nel panorama delle grandi manifestazioni a livello quanto meno nazionale. L’Aquila ha una cultura che non è museale, ma viva e che si percepisce nel profondo del suo dna”. Da non dimenticare, infine, uno dei “valori significativi” per la candidatura dell’Aquila, quello di essere una città-territorio con un progetto declinato in modo tale da coinvolgere tutte quelle realtà che ha dato origine proprio al nostro Comune.”