L'audizione

L’Aquila, il sogno Capitale Italiana della Cultura: diamo un’anima alla città ricostruita

L'Aquila lascia il segno con un programma "ricco e affascinante", nel corso dell'audizione MIBACT. Biondi: "Vogliamo dare un'anima alla città ricostruita". Obiettivo laboratorio culturale e Centro welfare.

“Un progetto ricco e affascinante”. L’Aquila lascia il segno nel corso dell’audizione a Capitale Italiana della Cultura 2022. La presentazione del dossier dinanzi alla giuria del MIBACT. L’Aquila Capitale per rifiorire, sognare e camminare.

Un’ora per illustrare il programma dell’Aquila, candidata a Capitale Italiana della Cultura 2022. L’audizione del capoluogo d’Abruzzo, in diretta sul canale YouTube del MIBACT. È stato il sindaco Pierluigi Biondi ad aprire la presentazione, dall’Auditorium “Renzo Piano”. 

“La candidatura nasce per dare un’anima alla ricostruzione fisica dei luoghi. Vogliamo superare la narrazione dell’Aquila come città inchiodata all’immagine del terremoto e delle sofferenze, che comunque sono incise a fuoco sulla nostra carne. L’elaborazione del lutto, tuttavia, doveva necessariamente lasciare spazio a un racconto di rinascita della città. Una rinascita da completare, ma per certi versi assolutamente sorprendente”.

Un progetto ampio, da realizzare non solo nell’immediato, ma come punto di partenza e, al tempo stesso, di completamento.  “Si vuole avviare un nuovo ciclo decennale, dopo la fase di ricostruzione”, ha sottolineato il professor Pier Luigi Sacco, che ha curato il dossier per L’Aquila Capitale Italiana della Cultura 2022. 

L’Aquila Capitale Italiana della Cultura, gli interventi dell’audizione

Questo il messaggio lanciato dal sindaco Biondi nel corso dell’audizione.

“La nostra non è un’idea estemporanea. Non partecipiamo a un bando, ma abbiamo portato avanti è una riflessione più ampia, incentrata sul ruolo che le città medie possono recitare nel panorama nazionale. Ecco perché abbiamo sottoscritto la Carta dell’Aquila, comprendendo quei luoghi che, in un periodo della loro storia, abbiano subito la crisi causata da un sisma“.

“Non è la candidatura dell’Aquila intra moenia – ha concluso il primo cittadino – il riconoscimento sarebbe rivolto all’intero territorio, andando a recuperare la tradizione della storica nascita dell’Aquila. Cioè la sua fondazione voluta dai famosi 99 Castelli. Siamo pronti a mettere in atto quanto scritto e programmato nel dossier, anzi, posso affermare che lavoriamo in questo senso già da maggio. Poiché dopo la prima ondata abbiamo recuperato la capacità di fare cultura, organizzando eventi in assoluta sicurezza. Ecco perché oggi vogliamo raccontare il Modello della città dell’Aquila, scalabile e attuabile altrove. Un modello in cui raccontiamo come la cultura non si ferma davanti al terremoto, non si ferma davanti all’epidemia. Soprattutto, vogliamo dimostrare che la cultura lascia il segno“.

Il professore di Economia della Cultura alla Iulm di Milano, Pier Luigi Sacco, ha spiegato alla giuria: “Dall’Aquila vogliamo definire un percorso di cultura come momento di rifioritura. Ci candidiamo per essere un laboratorio: la città ha un’esperienza decennale nel rimettersi in piedi, questa è una capacità che potrebbe farla diventare laboratorio collettivo e vero e proprio modello per le Aree interne. Un’eventuale Capitale Italiana della Cultura come L’Aquila farebbe sì che si creasse una centralità – per le caratteristiche proprie della città – del rapporto cultura/natura e, quindi, salute-benessere“.

Tra gli obiettivi del programma la creazione di 3 piattaforme, dedicate: al patrimonio culturale a rischio, al rapporto tra arte-cultura/scienza-tecnologia, al welfare culturale.

“Ogni progetto – ha concluso il professor Sacco – è stato scelto per la sua capacità di aderire a questa triplice visione. Ogni progetto è legato a uno sviluppo sostenibile. Vogliamo cosrtruire degli indicatori specifici per far capire come progredirà L’Aquila sotto ogni punto di vista affrontato. Perché la gente deve capire che L’Aquila è una città rinata. Invertiamo la percezione che ancora troppi hanno di una L’Aquila distrutta e facciamo conoscere la città e l’Abruzzo, a torto tra le regioni meno apprezzate d’Italia”.

Oltre al sindaco Pierluigi Biondi e al professor Pier Luigi Sacco, direttore del progetto di candidatura, sono intervenuti: Paola Protopapa, atleta paralimpica, che ha scelto di vivere a Tornimparte e che si è soffermata sulle potenzialità dell’inclusione dell’aquilano; Leonardo Bizzari, danzatore e coreografico, che ha parlato del ruolo attrattore dell’Aquila sotto il profilo del capitale umano; Flavia Massimo, violoncellista contemporanea e sound designer aquilana, che ha evidenziato come la città sia un centro di creatività e di formazione; Alessandro Crociata, ricercatore in Economia della Cultura presso il GSSI – Gran Sasso Science Institute dell’Aquila, che ha descritto L’Aquila come centro di nuove tecnologie.

Nel corso dell’audizione, è stato proiettato anche un intervento del sindaco di Fontecchio, Sabrina Ciancone, sul valore aggiunto del cratere sismico 2009 in fatto di prospettive culturali ma soprattutto come soggetto parte attiva della candidatura che è del territorio e non del solo capoluogo.

Tre scienziate, Marica Branchesi, Alessandra Faggian ed Elisabetta Baracchini, hanno recitato alcuni versi che Alda Merini ha voluto dedicare all’Aquila dopo il sisma del 2009.

Sono stati inoltre condivisi anche materiali audiovisivi che hanno composto la Human Library che nel corso degli ultimi mesi tutti hanno potuto “sfogliare” sui profili social di L’Aquila 2022.

Le audizioni, che possono essere viste sul canale youtube del Mibact https://www.youtube.com/user/MiBACT, proseguiranno anche domani.

Le dieci città finaliste per il titolo di Capitale italiana della cultura 2022 sono (viene indicato anche lo slogan dei dossier presentati) 1. Ancona, Ancona. La cultura tra l’altro; 2. Bari, Bari 2022 Capitale italiana della cultura; 3. Cerveteri (Roma), Cerveteri 2022. Alle origini del futuro; 4. L’Aquila, AQ2022, La cultura lascia il segno; 5. Pieve di Soligo (Treviso), Pieve di Soligo e le Terre Alte della Marca Trevigiana; 6. Procida (Napoli), Procida, Procida 2022, La cultura non isola; 7. Taranto, Taranto e Grecia Salentina. Capitale italiana della cultura 2022. La cultura cambia il clima; 8. Trapani, Capitale italiana delle culture euro-mediterranee. Trapani crocevia di popoli e culture, approdi e policromie. Arte e cultura, vento di rigenerazione; 9. Verbania (Verbano-Cusio-Ossola), La cultura riflette. Verbania, Lago Maggiore; 10. Volterra (Pisa), Volterra. Rigenerazione umana.

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