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Vaccino anti Covid, dosi avanzate a parenti ed amici anche a L’Aquila

14 gennaio 2021 | 17:21
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Vaccino anti Covid, dosi avanzate a parenti ed amici anche a L’Aquila

Vaccino anti covid, avanzano le dosi e, per non farle sprecare, vengono inoculate a soggetti vicini al personale saniario. Testimonianze da L’Aquila

Vaccini anti Covid somministrati non solo alle categorie prioritarie, dunque. Numerose le segnalazioni alla nostra redazione che riportano, informalmente, questi episodi avvenuti nelle strutture sanitarie aquilane. Le dosi nella disponibilità della Asl avanzano, ma non si possono conservare a lungo. Così per evitare lo spreco, verrebbero inoculate a parenti ed amici. 

Tutto questo, mentre la categoria degli ultraottantenni – chiamata per la seconda fase della campagna vaccinale in Abruzzo, con le prenotazioni attive dal 18 gennaio – è ancora in attesa di essere vaccinata.

Chiamando propri conoscenti, quindi, si evita di sprecare le dosi di vaccino anti Covid, ma così capita, che alcuni 20enni si ritrovino vaccinati, a fronte di anziani e categorie fragili non ancora protetti dal virus.

Probabilmente, con un’organizzazione più razionale, mettendo in conto che qualcuno non possa essere vaccinato – come da programma quotidiano e da lista di priorità – in caso di avanzi di dosi si potrebbe evitare lo spreco semplicemente convocando un maggior numero di persone dalle liste disponibili, cioè quelle categorie considerate più a rischio, evitando di somministrare le dosi a persone che non hanno diritto alla priorità.

Ricordiamo che, dopo la vaccinazione del personale sanitario, infatti, ci saranno tutta una serie di categorie che saranno chiamate al vaccino. Ad iniziare, proprio, dagli ultra 80enni e dalle persone con disabilità. Ma sono numerosi i settori lavorativi che, in questi giorni, stanno reclamando per un piano vaccinale che coinvolga la loro categoria: dagli autisti del TPL, agli insegnanti. Cioè tutti quei lavoratori a contatto quotidianamente con tantissime persone.

Episodi come questi, tuttavia, non succedono solo a L’Aquila, ovviamente. Le segnalazioni, giunte alla redazione del Capoluogo, hanno un riscontro nazionale. Nell’ultima settimana, si sono susseguiti articoli e denunce – apparsi anche sui quotidiani nazionali – di situazioni simili negli ospedali di Modena e Torino.