Vaccini Covid a parenti ed amici, fioccano le testimonianze

Vaccino anti Covid e la corsa dei salta fila verso l’immunità: continuano le segnalazioni. La seconda puntata dell’inchiesta del Capoluogo.
Fonti affidabili e verificate hanno riportato alla redazione del Capoluogo con dettagli, generalità e ruoli ricoperti quello che sarebbe accaduto in questi primi giorni.
Le dosi avanzano perché le persone in lista, una volta chiamate, non si sono presentate oppure sono state mandate via perché raffreddate o perché sembravano costipate.
Ieri la precisazione della Asl che smentisce la situazione e qualsiasi tipo di somministrazione del vaccino a chi non è in lista di priorità.
Anche sui social in particolare ci sono state alcune difese da parte di profili, anche freschi di creazione, che hanno cercato di sostenere la Asl. Molti commenti che, come al solito, hanno cercato di buttarla in confusione, puntando il dito come sempre sulla stampa.
Le posizioni ufficiali dei vertici della Asl sono state regolarmente pubblicate, ma anche le testimonianze di molte persone che ci hanno fornito dettagli, nomi e cognomi dei fortunati vaccinati extra.
Molti, fra medici anche in prima linea, si sono visti rinviare l’appuntamento per la somministrazione della prima dose del vaccino, mentre altre persone lo hanno già fatto, nonostante non fossero in liste prioritarie. Peraltro, forse in maniera poco furba, alcuni lo hanno anche reso noto sugli stessi social network, modificando la propria immagine del profilo con la scritta “vaccinato”.
Oggi un’altra importante testimonianza: una fonte verificata, interna alla ASL, ha svelato al Capoluogo nomi e cognomi di altre persone che, a quanto testimoniato, avrebbero ricevuto il vaccino pur non essendo in lista di priorità.
Vaccino gate: “Vaccinano gli amici e mancano ancora tanti sanitari in prima linea per la lotta al virus”
“Tra i vaccinati per vie traverse c’è anche un amministrativo che non ha assolutamente contatti con pazienti, malati o personale sanitario. C’è chi è riuscito a chiamare e far venire la moglie, il marito, il figlio o l’amica. Sono stati vaccinati figli di professionisti noti, tutti ragazzi giovani e in perfetta salute“, spiega al Capoluogo la fonte.
Se da una parte quindi ci sono questi “fortunati”, dall’altra, ci sono medici in prima linea, come i sanitari Usca o quelli della medicina territoriale, a contatto quotidiano con pazienti anche Covid, che ancora non ricevono il vaccino.
“La cosa che fa rabbia, e che mi porta a denunciare, è questa mancanza di senso civico nei confronti di chi davvero è in prima linea per la lotta contro il virus. Chi si occupa di fare le liste, pur non essendo in una categoria a rischio, è riuscito a farsi vaccinare e invece mancano all’appello ancora tanti sanitari. Da lunedì invece si partirà già con i richiami per chi ha ricevuto la prima dose, anche in vista dell’arrivo del nuovo vaccino Moderna”.
Il problema, lo ribadiamo, è di priorità delle categorie che sono più a rischio: dalle forze dell’ordine agli insegnanti, dagli ultra ottantenni che inizieranno la settimana prossima fino agli autisti di bus, che non avranno vaccino ancora per mesi.
È in ogni caso, una vicenda che interessa tutta Italia. Nel popolo dei salta fila per la corsa verso l’immunità anche un prete di Modica che ha candidamente ammesso di essere stato chiamato da un amico, un manager, la zia di un amministrativo.
Probabilmente, con un’organizzazione più razionale, mettendo in conto che qualcuno non possa essere vaccinato – come da programma quotidiano e da lista di priorità – in caso di avanzi di dosi si potrebbe evitare lo spreco semplicemente convocando un maggior numero di persone dalle liste disponibili, cioè quelle categorie considerate più a rischio, evitando di somministrare le dosi a persone che non hanno diritto alla priorità.
Ricordiamo che, dopo la vaccinazione del personale sanitario, infatti, ci saranno tutta una serie di categorie che saranno chiamate al vaccino.
Ad iniziare, proprio, dagli ultra 80enni e dalle persone con disabilità. Ma sono numerosi i settori lavorativi che, in questi giorni, stanno reclamando per un piano vaccinale che coinvolga la loro categoria: dagli autisti del TPL, agli insegnanti. Cioè tutti quei lavoratori a contatto quotidianamente con tantissime persone.