Gran Sasso, si sveglia dal coma il 16enne caduto dal Calderone

Si sveglia dopo due mesi di coma il 16enne caduto dal ghiacciaio del Calderone sul Gran Sasso.
Il giovane, vivo quasi per miracoli, aveva riportato dei traumi gravissimi e un edema cerebrale ed è stato sottoposto a 3 interventi. Il gravissimo trauma cranico riportato ora sembra in lieve miglioramento e ha permesso ai medici del reparto di Rianimazione di Neurochirurgia dell’ospedale di Teramo di trasferirlo in quello di terapia sub-intensiva.
Come riporta today.it a spiegare la situazione è stato il primario del reparto Danilo Lucantoni, il primo a operarlo subito dopo l’incidente.
Adesso, questo piccolo miglioramento permetterà ai chirurghi di effettuare un nuovo delicato intervento chirurgico con il quale verrà ricostruita la zona della scatola cranica danneggiata. Poi, se tutto andrà bene, ci sarà un lungo periodo di riabilitazione.
Secondo il primario, il 16enne non ha ancora recuperato completamente il contatto con la realtà ma i suoi passi avanti sono incoraggianti. Riesce a rispondere a ordini motori semplici e a fare piccoli movimenti.
Il ragazzo, considerato da tutti uno scalatore esperto nonostante la giovane età, era andato sul Gran Sasso con un amico. A tradirlo quella che tutti chiamano la “neve ventata”, cioè quella che viene trasportata dal vento e si appoggia solo alle pareti del ghiaccio, senza aderire.
L’incidente è avvenuto nei pressi del Rifugio Franchetti, sotto il ghiacciaio del Calderone, sul versante settentrionale del Corno Grande, nel territorio di Pietracamela a quota 2.700 metri.
I due giovani, dopo aver perso aderenza, sono rimasti appesi, ma le funi sono state tranciate da una roccia tagliente, facendo un volo di oltre 100 metri. L’amico del 16enne non ha subito conseguenze.