Il ricordo

Monte Cefalone, quattro anni fa lo schianto dell’elisoccorso 118: per non dimenticare Walter, Peppe, Mario, Davide, Gianmarco ed Ettore

24 Gennaio 2017: quattro anni fa un'ulteriore tragedia sconvolse l'Abruzzo già provato dal terremoto e da quanto successo a Rigopiano. Nello schianto dell'elisoccorso del 118 persero la vita Walter Bucci, Giuseppe Serpetti, Mario Matrella, Davide De Carolis, Gianmarco Zavoli ed Ettore Palanca

24 Gennaio 2017: quattro anni fa un’ulteriore tragedia sconvolse l’Abruzzo già provato dal terremoto e da quanto successo a Rigopiano. Sono passati quattro anni dal terribile giorno in cui l’elisoccorso del 118 precipitò nei pressi di Monte Cefalone, causando la morte di tutti e sei i passeggeri.

In cinque facevano parte dell’equipaggio dell’elisoccorso: c’erano il dottor Walter Bucci, 57 anni, l’infermiere Giuseppe Serpetti, 59 anni, il tecnico di bordo Mario Matrella, 42 anni, Davide De Carolis, tecnico del soccorso alpino, e il pilota Gianmarco Zavoli.

Erano intervenuti per soccorrere Ettore Palanca, 50 anni, turista romano che si era infortunato sulle piste di Campo Felice.

Due di loro, Walter Bucci e Davide De Carolis, erano intervenuti nei soccorsi a Rigopiano. Un cambio turno ha fatto sì che fossero presenti su quell’elisoccorso.

Schianto elisoccorso 118, chi erano le vittime

Walter Bucci, rianimatore, aveva 57 anni: sposato, fiero papà di due figlie, una grandissima esperienza nei soccorsi in montagna. Volontario del Soccorso Alpino, sempre pronto a partire ed andare ad aiutare gli altri. Era fra i soccorritori intervenuti a Rigopiano appena una settimana prima di quello schianto.

Davide De Carolis di anni ne aveva 39: il più giovane su quell’elicottero. Teramano, sposato, padre di una bimba. Un amore viscerale per la montagna: da adolescente era già nel Cai, a 21 anni gestiva un rifugio sul Gran Sasso. La sua base era a Santo Stefano di Sessanio, dove gestiva un’attività di ristorazione: anche lui era stato a Rigopiano pochi giorni prima, per aiutare nei soccorsi.

Giuseppe Serpetti, Peppe, aveva 58 anni. Infermiere aquilano, alpino, papà di due bimbi, Peppe era un uomo grande e generoso, con la passione del soccorso in elicottero.

Alla guida dell’elicottero c’era Gianmarco Zavoli, 47 anni: abitava a San Giuliano a Mare, in provincia di Rimini. Pilotava l’Agusta modello Aw139. Aveva partecipato a missioni all’estero, come in Afghanistan: da quando aveva lasciato l’Aeronautica, Gianmarco Zavoli aveva iniziato a lavorare come pilota per il 118. Una settimana in servizio a Rimini ed un’altra a L’Aquila.

Mario Matrella, 42 anni, di Foggia, tecnico di volo, era l’esperto del verricello. Aveva vissuto per un periodo della sua vita a Putignano, ed era ritornato a vivere a Foggia. Lascia quattro figli. Dipendente della Inaer Aviation spa, ma con un passato da tecnico dell’Alidaunia, faceva parte anche del soccorso alpino.

Ettore Palanca aveva 50 anni. Romano, si era fratturato, sciando sulle piste di Campo Felice, tibia e perone. Lavorava insieme alla moglie all’hotel Rome Cavalieri: lui maitre al ristorante, lei nel management.

Nessuna fiaccolata li ricorderà quest’anno: il Covid ne impedisce lo svolgimento. Ci sarà una messa, alle 11, nella cappella provvisoria all’ospedale San Salvatore dell’Aquila. Ma il loro ricordo è ancora vivo in quanti li conoscevano e i hanno vissuto con angoscia quella giornata.

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Schianto elisoccorso, le indagini e le iniziative in memoria

C’era una fitta nebbia in zona: l’elicottero si schiantò, dopo un tentativo di manovra, su un costone di Monte Cefalone.

Nel dicembre 2018 l’archiviazione dell’inchiesta su quell’incidente: nessun’altra responsabilità eccetto quelle del pilota, deceduto nello schianto.

Schianto 118 Campo Felice, inchiesta archiviata

Diverse furono le iniziative, nei mesi a seguire, per ricordare le vittime dell’incidente.

A giugno 2017 la Giunta comunale decise di intitolare loro una piazza, davanti al monumento ai caduti alla Villa: Largo Caduti del Soccorso.

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Sempre a giugno fu posta una fontana – grazie ai tecnici del Cnsas, all’Associazione aquilana “Corridori del Cielo”, del 118 e delle ditte Unirest e Sarra Marmi – lì dove vi era un’antica fonte, “Fonte Cefalone” appunto: sulla targa si legge “Più forte del loro coraggio fu la nebbia”.

A Davide De Carolis, tecnico teramano del soccorso alpino particolarmente legato alle nostre montagne, è stato dedicato anche un sentiero.
Nel tempio dei Medici d’Italia è stata apposta una targa per ricordare Walter Bucci. “Walter Bucci – ha commentato il presidente dell’Ordine dei Medici dell’Aquila Maurizio Ortu in quell’occasione– non poteva non essere inserito all’interno del tempio dedicato alla Madonna del santissimo Rosario e a San Luca, una vita passata ad aiutare il prossimo, sempre pronto in qualsiasi emergenza”.

Schianto elisoccorso 118, il ricordo dell’Accademia Medica

“La strage di monte Cefalone è una ferita che non potrà rimarginarsi – dichiara il Presidente dell’Accademia Medica Dott. Ettore Martini – una delle tante della città dell’Aquila, che, oggi più che mai, deve ricordarci quanto sia importante il ruolo dei sanitari e dei tecnici che lavorano, spesso nell’ombra, giorno e notte nella “filiera dell’emergenza urgenza”. Il COVID ne è stata e ne è tutt’ora triste testimonianza. Se il sistema del soccorso si muove spesso per necessità, per incidenti imprevisti e imprevedibili, va ricordato che altrettanto spesso gli incidenti, soprattutto quelli in montagna, sono frutto di superficialità e imprudenza”.

È per questo che l’Accademia intende, in un prossimo futuro, lavorare e supportare progetti di sensibilizzazione della popolazione sul tema della sicurezza in montagna; così come favorire iniziative che riguardino la gestione di emergenze e maxiemergenze, stante le esperienze di cui, purtroppo, la nostra terra è stata protagonista. Esperienze tristi ma che ci hanno fatto crescere come uomini e come professionisti della salute. Il 24 gennaio, a causa delle restrizioni COVID, non sarà possibile, probabilmente, ricordare
degnamente i gli amici del 118 dell’Ospedale San Salvatore. Un rappresentante dell’Accademia sarà comunque presente ad eventuali manifestazioni in ricordo; l’Accademia è impegnata, in un futuro prossimo, nel farsi promotrice di un evento in memoria.

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