Pierluigi Biondi: crisi superata, Fdi è un partito coeso

Intervista a 360° al sindaco Pierluigi Biondi: dal superamento della crisi di maggioranza all’unità all’interno di Fratelli d’Italia, passando per le priorità in tema di sanità. “Il dibattito sui nomi non mi appassiona, contano i temi e le azioni che si possono mettere in campo per i cittadini”
Sindaco Biondi, 190 giorni dopo la sospensione, le deleghe sono state riassegnate agli assessori della Lega e la giunta è stata ricostituita nell’assetto originario con 10 componenti. Cosa è cambiato in questi mesi? Non è cambiato nulla?
Premettendo che in questo periodo l’attività dell’esecutivo è proseguita senza sosta, sia per affrontare le numerose questioni su cui è impegnata l’amministrazione sia per contrastare l’emergenza coronavirus, è stato portato avanti un confronto costante e necessario a chiarire che quando si fa parte di una squadra ci sono delle regole da rispettare che forse, sino ad ora, non erano state sufficientemente esplicitate. Anche alla luce di quanto affermato dai coordinatori regionali dei partiti e delle forze civiche della maggioranza, ritengo che ora sia chiaro per tutti qual è il perimetro nell’ambito del quale potranno muoversi tutti i rappresentanti della coalizione.
Una coalizione in cui il partito di maggioranza relativa, Fratelli d’Italia, a lungo ha cullato l’idea di conquistare un assessore in più in giunta. In tal senso si è fatto spesso il nome di Vito Colonna, in quota al “sottogruppo” che fa riferimento all’assessore regionale Guido Liris.
Intanto non esiste nessun “sottogruppo” all’interno di Fratelli d’Italia, che è un partito coeso e con due principi fondamentali: l’essere una formazione aperta e inclusiva ma con una scala gerarchica ben definita. Fdi non è un contenitore che si riempie e si svuota a seconda delle convenienze, caratteristica che lasciamo ai cosiddetti “partiti di plastica” che hanno attraversato le varie stagioni della politica italiana. Fdi, all’Aquila come altrove, ha sedi, regole, organismi dirigenziali e luoghi di confronto. Detto questo: Vito Colonna è il “decano” del gruppo, da tempo è in consiglio comunale e sempre dalla stessa parte, cioè nel centrodestra, senza mai cedere alle sirene di chi – talvolta – lo ha lusingato chiedendogli di guadare il fiume per approdare su lidi ritenuti più convenienti. Ha sempre goduto di un consenso personale importante e credo che il suo pedigree politico meriti un riconoscimento: in che modo lo decideremo tutti insieme, come abbiamo sempre fatto. L’unica cosa che non merita, in virtù anche della discrezione che ha sempre denotato il suo percorso istituzionale, è essere sbattuto continuamente in prima pagina facendolo passare per un “poltronista”.
Qual è il suo rapporto con l’assessore Liris?
È noto anche ai muri che ci lega un’antica amicizia che dura, senza interruzioni, da oltre 20 anni. Le nostre famiglie si frequentano, passiamo alcuni periodi di vacanze estive insieme, quando sono dovuto andare in quarantena sono stato suo ospite, non passa giorno senza che ci sentiamo. Per alcuni sono sentimenti ritenuti arcaici per una politica sempre più anaffettiva, io invece la penso all’opposto: la politica fatta solo di convenienze e ragionamenti razionali non dura a lungo.
E i suoi rapporti con gli assessori leghisti?
Sin dal primo momento, a luglio, ho detto, e confermo, che il problema non era di tipo personale ma politico. La stima nei loro confronti è immutata e sono contento che la questione che mi ha costretto a tenerli fuori dall’esecutivo municipale sia stata ormai superata.
Archiviata la vicenda giunta comunale sembra che ora ve ne sia un’altra ad agitare i rapporti tra Lega e Fdi, relativa al direttore sanitario della Asl. Circola insistentemente il nome di Carmine Viola che prenderebbe il posto di Sabrina Cicogna. È così?
Il dibattito sui nomi mi appassiona poco. Ciò che a me interessa realmente, come primo cittadino del capoluogo di regione e come presidente del comitato ristretto dei sindaci della Asl, sono i temi e le azioni che possono essere messi in campo per la tutela della salute dei cittadini, a partire dal contenimento della diffusione del Covid fino al piano vaccinale. E ce ne sono molti altri: dalla necessità di procedere alle assunzioni dei posti vacanti in pianta organica, per recuperare una carenza cronica di personale che denuncio da quattro anni, al riordino della rete ospedaliera, dagli investimenti nell’edilizia sanitaria bloccati dalla giunta D’Alfonso fino a quelli per le apparecchiature, come la Pet fissa al San Salvatore, la nuova sala operatoria 9 o la centrale unica del 118, solo per fare degli esempi. Su scala provinciale serve rafforzare e integrare i nostri quattro ospedali (L’Aquila, Avezzano, Sulmona e Castel di Sangro) e dare una vocazione ai presidi Pescina e Tagliacozzo, affinché non siano più considerati dei pesi per il bilancio aziendale ma delle risorse per una medicina del territorio davvero rispondente alle esigenze delle comunità locali. Ci sono grandi eccellenze da non disperdere. È una sfida importante, ma il tempo a disposizione non è più molto.