Monte Velino, il battipista si sgancia dall’elicottero e precipita sulla montagna

Imprevisto ad alta quota, il battipista diretto sul Monte Velino per le ricerche dei 4 dispersi si sgancia dall’elicottero e finisce sulla montagna.
Doveva arrivare sul luogo delle ricerche a supporto del dispositivo dei soccorsi, ma nel traggitto si è verificato un imprevisto. Il battipista prelevato da un elicottero a Ovindoli è precipitato sulla montagna. Secondo una prima ricostruzione, si è trattato di uno sganciamento volontario da parte del pilota, per evitare ulteriori pericoli derivanti dalle condizioni meteo sfavorevoli che stavano rendendo il volo particolarmente pericoloso. Il mezzo è stato sganciato nei pressi di Fonte Tavolini, alle pendici del Monte Magnola, in una zona deserta, senza rischi.
“Durante il trasporto con l’elicottero di un mezzo battipista utile per la prosecuzione delle operazioni di ricerca, – conferma una nota dei vigili del fuoco – a causa di un inconveniente tecnico il nostro equipaggio è stato costretto a sganciare il mezzo trasportato. Il mezzo cingolato, di proprietà privata, vincolato al gancio baricentrico dell’elicottero, durante il volo ha subito anomale oscillazioni. Tentate senza successo le manovre di riequilibrio, a salvaguardia dell’incolumità dell’equipaggio, il pilota ha individuato una zona idonea non abitata ed ha proceduto allo sgancio del carico. L’elicottero è poi atterrato senza conseguenze sulla piazzola della Croce Rossa Italiana ad Avezzano”.
Intanto i sindaci di Ovindoli e Massa d’Albe hanno emesso un’ordinanza di interdizione di accesso sia pedonale che veicolare nella strada che dalla Magnola (fonte Tavoloni) va a Fonte Capo la Maina: “È fatto divieto inoltre di accedere a tutto il versante sud del Monte Magnola anche a pedoni ed escursionisti. L’ordinanza è per evitare che a qualcuno venga in mente l’idea di recarsi nella zona dello schianto del battipista“.
In aggiornamento
Per quanto riguarda le ricerche, il dispositivo dei soccorsi, formato da 70 a 100 unità tra appartenenti a Soccorso Alpino, Guardia di Finanza, Polizia, Carabinieri, Vigili del Fuoco e 9° Reggimento Alpini, è stato impegnato per tutta la giornata a circa 1800 metri, lungo il canale invaso da una valanga, dove si sono concentrate le ricerche. In mattinata, ancora al lavoro le unità cinofile per un’ulteriore perlustrazione, mentre il potente sonar con tecnologia Recco del Soccorso Alpino, arrivato direttamente dalla Val D’Aosta, ha bonificato anche l’area circostante, per non lasciar nulla di intentato. Lo struento è in grado di captare anche a profondità importanti, tramite un segnale, i metalli di chiavi, cellulari e degli indumenti da alpinisti. In attesa dei risultati del radar si continua a sondare la zona, gravata dagli imponenti accumuli di neve, che vanno dai 5 ai 10 metri.