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Abruzzo giallo e commercio in rosso: “Una crisi senza precedenti”

Se fosse un film, il commercio in questo momento sarebbe "Profondo rosso": una crisi per tutto il settore, conseguente alla pandemia, senza precedenti. Nei centri commerciali si chiede a gran voce di poter aprire il sabato e cercare di tornare alla normalità.

L’Abruzzo si è tinto di giallo da qualche giorno, ma l’economia e il commercio in generale rischiano di finire in una voragine rossa.

Le lunghe serrate, i centri commerciali ancora chiusi nel fine settimana non aiutano un settore, come quello del commercio, fiaccato e indebolito dalla pandemia.

Tra la crisi innescata dalla pandemia e il dominio delle vendite online che generano inevitabilmente concorrenza, il commercio, soprattutto di ‘vicinato’, è destinato al collasso.

È l’allarme lanciato da tanti commercianti aquilani preoccupati soprattutto perchè in questi mesi, di pari passo con le chiusure, sono state tante le scadenze a cui ottemperare tra utenze, bollette, fornitori e assegni da pagare.

“Il coprifuoco serale limita ancora moltissimo – spiega al Capoluogo Peppe Colaneri, storico commerciante del centro storico dell’Aquila titolare del negozio La Luna – adesso finalmente si rivede un po’ di gente in giro ma dopo le 18, salvo le dovute eccezioni, con i bar chiusi e i ristoranti che possono fare solo l’asporto, queste strade ripiombano nel silenzio”.

“Noi commercianti aquilani ci siamo trovati di nuovo in una situazione assolutamente paragonabile al post sisma del 6 aprile 2009. Da poco tempo in molti stavano risalendo la china e questa botta non ci voleva. Parliamo di perdite che abbracciano quasi un anno, intorno al 50, ma anche al 60%”. 

“Adesso, abbiamo questa novità della lotteria degli scontrini: ovviamente per noi sono spese, speriamo che almeno incentivino agli acquisti. É un momento difficile, tutti abbiamo tagliato qualcosa. Temo che continuare a pensare che l’economia si salvi con questi escamotage sia sbagliato e improduttivo”, conclude Colaneri.

In questo contesto, il governo ha deciso di promuovere il sistema della lotteria degli scontrini che, insieme al cashback, sembrano al momento cartucce troppo deboli e che non vanno al cuore del problema.

“La lotteria degli scontrini per adesso è solo un altro dei tanti modi per far fare cassa allo stato. Aggiornare e adeguare i registratori è comunque una spesa e non è bello, specie in questo periodo, chiedere ai commercianti di investire ancora”, spiega Roberto Maccarrone titolare delle tre librerie Maccarrone a marchio Mondadori presenti a L’Aquila.

Un incentivo a fare gli scontrini, partendo dalla presunzione di delinquenza in capo al commerciante, quando in realtà si tratta di una forma di speculazione”.

Per quanto riguarda il periodo, Maccarrone è comunque fiducioso: “Abbiamo sempre fatto del nostro meglio per andare avanti sia sul fronte della libreria che sul settore legato alla scuola, nonostante il blocco dovuto alla dad e alle chiusure”.

“Dal punto vendita in Piazza Duomo abbiamo una sorta di vetrina sulla città: possiamo vedere sicuramente dei miglioramenti anche per quanto riguarda il passeggio: si comincia a riuscire, c’è voglia di incontrarsi”.

“Piazza Duomo segue il progetto per il quale era stata pensata, è sempre il commercio del centro, la predisposizione alla spesa è relativa. Notiamo però un piacevole entusiasmo. Le librerie, nel contesto della pandemia, sono state tutto sommato ‘graziate’, non abbiamo patito la scure che ha colpito categorie come i ristoratori. Per adesso è andata bene, speriamo di poter continuare a lavorare”.

Abruzzo giallo e centri commerciali chiusi nel week end: “Dateci il cartellino verde per il sabato”.

I commercianti, soprattutto quelli che si trovano dentro i centri commerciali chiedono di poter tornare a lavorare il sabato.

“Fino ad ora ci siamo difesi – spiega Monica De Vecchis, titolare del negozio di abbigliamento Rey e V dentro la galleria commerciale Piccinini a Bazzano – ma non è una situazione che può durare a lungo. Con tutte le dovute cautele perchè non possiamo lavorare il sabato? È l’unico giorno in cui tanta gente può uscire e fare spese più tranquillamente, recuperando anche quell’atmosfera rilassante ed eccitante legata allo shopping non solo come bisogno di acquisti, ma come una sorta di terapia”.

Per riaprire a maggio abbiamo sostenuto tante spese, quindi sappiamo tutti quali sono le condizioni per lavorare in tranquillità. Vogliamo solo lavorare”.

Monica, nei mesi bui della pandemia, durante il lockdown, ha riconvertito il suo negozio in un e-commerce, per stare al passo con i tempi, “anche per non impazzire”.

Adesso vediamo come si mette con questa lotteria degli scontrini, devo dire che i clienti stanno rispondendo bene, sono incuriositi, hanno voglia di primavera e cose nuove. Proprio in questi giorni stiamo aggiornando i registratori di cassa. Mi piace molto di una sorta di premialità per cercare di evitare o quanto meno scoraggiare l’evasione fiscale”, spiega Monica.

“Viviamo in una sorta di limbo: quando diventiamo gialli cambia lo spirito, come se cambiassimo pelle. Siamo ancora ovviamente lontani da quelli che dovrebbero essere i numeri, intanto ci prendiamo quello che viene e senza lamentarci troppo cerchiamo di andare avanti. Questo passo in avanti speriamo non significhi farne a breve 100 indietro: comprometterebbe tutto, anche i rapporti con i fornitori, cosa ordinare e quando farlo consegnare. Un lusso e un’incertezza che non possiamo proprio permetterci più”, dice al Capoluogo Gabriella Bozza, titolare del negozio Donna Accessori Bijoux, all’interno del centro commerciale Amiternum.

Con una situazione ancora di incertezze, si guarda con preoccupazione anche al momento dello sblocco dei licenziamenti che, anche nel commercio, rischia di trasformarsi in un potente tzunami sui posti di lavoro.

Tanti commercianti, ma soprattutto i dipendenti hanno timore: quando la cassa integrazione non ci sarà più, tante aziende potrebbero non aver ancora un fatturato sufficiente per poter consentire e mantenere il lavoro per tutti.

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