Storia e scoperte

Ponte romano di Campana, scoperta una palificata: è tra le testimonianze più antiche di ingegno militare

Una palificata di 2mila anni fa: è questo il segreto del Ponte romano di Campana. La scoperta da un carotaggio in vista del progetto di restauro.

2mila anni di storia immersi in un terreno argilloso, ma solidi e mai scalfiti dal tempo. Il Ponte romano di Campana non smette di stupire: scoperta una palificata romana alla base della costruzione. Una delle prime testimonianze dell’ingegno militare che può vantare l’Abruzzo.

Il Ponte romano di Campana sarà presto restaurato. In attesa della definizione del progetto di restauro e della partenza effettiva dei lavori, da un carotaggio effettuato dal raggruppamento di imprese che curerà i lavori, arriva una scoperta rilevante: una palificata romana costruita ai tempi dell’imperatore Claudio. Sembrerebbe proprio questo, allora, il segreto di tanta longevità.

“La campagna di indagine fatta precedentemente sul Ponte non era esaustiva ai fini della nuova progettazione”, spiega alla redazione del Capoluogo l’architetto Pasquale Di Gioacchino, vincitore, con il suo raggruppamento e insieme all’ingegnere Eusani, del bando di gara per la progettazione dei lavori di restauro.

“Per questo ho richiesto una perforazione verticale sul pilone centrale del Ponte romano. La matematica non è un’opinione: su terreni lacustri, come quello sul quale sorge il Ponte romano, è elevato il rischio che un corpo tanto pesante possa prima o poi sprofondare. Un pericolo a cui il nostro ponte sembrava sfuggire. Come? La risposta poteva essere soltanto una: una palificata creata dai romani 2mila anni fa“.

E questo il carotaggio, effettuato mercoledì 3 febbraio, ha dimostrato. Un intervento conoscitivo, ovviamente, autorizzato dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Abruzzo.

Per costruire il ponte, cioè, “i romani fecero una palificazione in legno, vale a dire un complesso di pali collegati tra loro, come se dovessero attraversare il fiume militarmente. Hanno creato questa palificata per fare da supporto solido all’argilla, sulla quale è stato poi costruito il Ponte. Una scoperta importante, che attesta come il Ponte romano di Campana sia testimonianza di una delle prime prove di arti militari utilizzate dai Romani nel nostro territorio. Un dato che si può desumere considerando l’epoca di costruzione del ponte: 2mila anni fa“.

L’esperienza maturata dai Romani, come popolo militare ed esperto di guerra, del resto, è storicamente nota.

“La palificata è una complessa opera di ingegneria militare, che si considera a tutti gli effetti come il prodotto dell’ingegno dell’esercito romano, già prodigatosi nell’esercitare tale tecnica per attraversare fiumi molto più ampi dell’Aterno, quali il Danubio, l’Elba e il Rodano”.

La scoperta, quasi casuale, nasce dalla grande passione per la storia dell’architetto Di Gioacchino, specializzato nel recupero di edifici antichi, e dal progetto di restauro che, presto, vedrà protagonista il Ponte Romano di Campana di Fagnano Alto, promosso dall’amministrazione comunale guidata da Francesco D’Amore.

Sarà probabilmente organizzato un convegno per spiegare i dettagli della scoperta. Una tecnica “che rimanda alla costruzione di Venezia. Una città che galleggia, ma non sull’acquitrino, bensì su precisi pali di fondazione sui quali vanno a poggiare le facciate dei palazzi nobiliari che tutti conosciamo bene”.

L’arte militare anticipa quella civile, la storia si ripete. “Chiamiamolo genio o ingegno militare, Campana ne è la prova. La prova di come un peso come quello del ponte romano riesca a reggersi su un terreno estremamente limoso”.

L’opera di carotaggio ha permesso di documentare con esattezza la scoperta.

“I campioni ottenuti dal carotaggio hanno permesso di catalogare l’intera stratificazione del ponte romano. – ci spiega ancora l’architetto Pasquale Di Gioacchino – Nei risultati del carotaggio è evidente il palo venuto fuori dallo strato corrispondente a ben 2mila anni fa”.

I nuovi elementi forniranno ulteriori indicazioni sulle modalità con cui sarà strutturato il progetto di restauro del Ponte romano.

Ma quanto ci vorrà prima di poter ammirare il nuovo Ponte romano?

Lo abbiamo chiesto al sindaco D’Amore, che ha promosso il restauro del Ponte fin dal suo insediamento, per i danni subiti dal sisma. Il progetto di restauro è stato finanziato dall’Usrc. “I lavori richiederanno circa 4/5 mesi di tempo e – poiché il ponte rappresenta l’unica via di accesso a Campana – ho dovuto creare il progetto di una strada alternativa temporanea, al di là del fiume. Anche questa finanziata. Proprio la gara per la progettazione della strada, però, ha subito alcuni rallentamenti. Quindi ora contiamo di concludere questo progetto per poi dare il via al restauro del nostro ponte”.

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