Univaq da record, attrattiva e sostenibile: ma sarà ancora didattica mista

Tra i migliori Atenei al mondo per attrattività e sostenibilità, verso un secondo semestre in cui ci sarà ancora Dad. La situazione Univaq, nell’intervista al Rettore Alesse.
Una classificazione che arriva dagli ottimi piazzamenti dell’ateneo aquilano secondo il Report stilato dalla Crui (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) sui numerosi Ranking Internazionali elaborati. Un riconoscimento, quello di Univaq, nel segno dell’attrattività “nei confronti degli studenti, dei finanziamenti attinti, degli scienziati che gravitano attorno ad Univaq e, infine, nell’ambito delle relazioni internazionali”, sottolinea Alesse.
L’Università degli Studi dell’Aquila si distingue soprattutto nel campo della sostenibilità. Il positivo piazzamento dell’Univaq tra i mille migliori atenei del mondo – su circa 17500 Università esistenti – è dovuto anche alla presenza dell’Ateneo aquilano in molte delle classifiche targate Crui. A dimostrazione di indici elevati in numerosi settori presi ad esame.
“Diversi ranking riguardano la Didattica e la Ricerca. Alcuni di questi sono stati inseriti recentemente per misurare sia la capacità innovativa, sia quella di promuovere lo Sviluppo Sostenibile delle Università. Quest’ultima è una priorità del mio programma strategico e, stando alla classifica di Green Metric, l’Univaq si colloca al 4° posto tra le Università Italiane per sostenibilità, mentre al 40esimo posto nella classifica mondiale. Un risultato notevole, che intercetta una mia vocazione del mandato di rettore”.
“Riteniamo – spiega Alesse – che le Università debbano mettersi in gioco e noi vogliamo continuare sulla strada della sostenibilità. Vogliamo essere visibili e aperti alla visione di un mondo sempre più globalizzato“.

Univaq, secondo semestre: quando si ripartirà con la didattica in presenza?
Il rettore Alesse si è insediato a ottobre 2019, tempo pochi mesi e a febbraio 2020 il mondo, anche quello accademico, ha conosciuto il pericolo Covid 19. Una prima difficoltà che ha visto le Università costrette a riorganizzarsi da zero. Lezioni, esami, corsi, tutto da rivedere. “L’ateneo è stato reattivo. Abbiamo impiegato, all’incirca, una settimana di tempo per permettere agli studenti di seguire le lezioni a distanza. Precisiamo che la nostra è l’Università abruzzese che conta il maggior numero di corsi di Laurea, ben 70. E ogni corso prevede numerosi insegnamenti. Abbiamo messo in campo uno sforzo enorme, in cui la struttura tecnicao-informatica dell’Ateneo si è dimostrata disponibile e capace”.
“È chiaro che la didattica a distanza non è quello che vogliamo fare, ma è stato l’unico modo per condurre a termine regolarmente l’anno accademico. Per questo abbiamo imparato a gestirla, in modo tale che la modalità a distanza potrà tornare utile in futuro per eventuali evenienze. La nostra chiara volontà, tuttavia, è quella di tornare a fare lezione in presenza e di farlo quanto prima possibile”.
Sarà possibile tornare a lezione totalmente in presenza nel secondo semestre?
“In questi giorni stiamo valutando come organizzare le lezioni di questo secondo semestre. I corsi partiranno tra tre settimane. Mi sto confrontando con i Direttori di Dipartimento. Ovviamente si ragionerà anche con gli studenti, il personale tecnico e i sindacati. La direzione generale, già maturata anche in ambito Crui, è quella di esortare la modalità mista, lasciando agli studenti la scelta della modalità in cui seguire le lezioni. Noi accoglieremo preferenzialmente le matricole e gli studenti dei primi anni, in misura contingentata: questo sia per le lauree di primo livello che di secondo livello, quindi sia per i primi anni delle lauree triennali, sia per le specialistiche.
Sono in molti a lamentare i disagi della Dad e a chiedere una ripartenza completa degli Atenei. L’Univaq non fa eccezione. Cosa possono attendersi gli studenti?
“Ad oggi garantire la didattica mista, per noi, è un dovere morale, in considerazione della situazione. I colori diversi delle regioni potrebbero mettere in difficoltà studenti o anche gli stessi docenti negli spostamenti. Tornare esclusivamente alla didattica in presenza significherebbe andare a ledere il diritto di chi vuole seguire le lezioni, ma può farlo solo dalla propria abitazione. Siamo, credo, nel punto di restringimento di una clessidra. A ottobre la seconda ondata ci ha portato a nuove misure restrittive, ora sembra che – con l’arrivo della bella stagione e la vaccinazione – arriveremo all’altra estremità della clessidra. Tutto questo però dipende da tante variabili, molte delle quali non sono sotto il nostro controllo. Ecco perché dobbiamo navigare a vista, mantenendo sempre alta l’attenzione”.
Il Covid ha avuto anche un impatto sul numero delle iscrizioni che ha fatto registrare l’Univaq?
“Assolutamente sì” e non quello che ci si sarebbe potuti aspettare (forse). Come ci spiega il Rettore Edoardo Alesse, “Abbiamo avuto una performance molto significativa. Siamo vicini al 20% di aumento delle iscrizioni, un trend che si conferma positivo, visto il +8% dell’Anno Accademico precedente, il 2019/2020. Le molte iscrizioni sono dovute, secondo il nostro punto di vista, in parte all’aumento dell’attrattività della nostra Università, in parte proprio alla pandemia, che ha tenuto gli studenti vicini alle loro case. Il virus ha evitato quelle corse migratorie verso Nord e Sud. Credo che la pandemia influirà sul numero delle iscrizioni anche per l’anno a venire”.