Covid 19, il caso Pescara: Natale si paga oggi con i casi da riporto

8 febbraio 2021 | 06:53
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Covid 19, il caso Pescara: Natale si paga oggi con i casi da riporto
Covid 19, il caso Pescara: Natale si paga oggi con i casi da riporto
Covid 19, il caso Pescara: Natale si paga oggi con i casi da riporto

Emergenza Covid, il caso Pescara. Paga i casi da ‘riporto’ e la libertà del periodo natalizio. “Mai registrati in città dati così alti dall’inizio dell’epidemia”. Lo scenario nell’analisi dell’economista aquilano Riccardo Persio.

L’Abruzzo è giallo, Pescara no: rischio arancione subito o dalla prossima settimana

Consideriamo che l’Abruzzo è in zona gialla solo da una settimana, quindi i dati che arrivano sono il risultato del periodo in cui eravamo ancora in fascia arancione. Come possiamo interpretare la curva del contagio in aumento, soprattutto nell’area metropolitana di Pescara?

“I numeri che sta facendo registrare Pescara non stupiscono. Si riscontrano segnali preoccupanti già da tre settimane ormai. Sappiamo bene che la curva del contagio è esponenziale, quindi l’aumento dei casi continuerà ad essere in parte sostenuto. Le positività che stiamo registrando sono casi cosiddetti ‘da riporto’: quei cluster che si sono venuti a creare durante e post festività natalizie. Non solo, va sottolineato che ci sono stati rientri in famiglia – con nuclei familiari ricongiunti – oltre alla riapertura delle scuole. Tutto ciò ha inevitabilmente influito sull’aumento dei contagi che si sta riscontrando”, spiega Riccardo Persio alla redazione del Capoluogo.

Questo il grafico, elaborato dall’esperto Persio, che descrive l’incidenza settimanale del Covid, calcolata in base ai casi ogni 100mila abitanti, dal 1 gennaio al 6 febbraio.

pescara incidenza

Pescara è passata da circa 80 casi su 100mila abitanti di inizio gennaio ai quasi 350 ogni 100mila abitanti registrati in questi ultimi giorni. 

Lo scenario, tuttavia, non è omogeneo in Abruzzo, anzi.

“A Pescara – continua Persio – sta succedendo la stessa cosa che è successa a L’Aquila ad ottobre 2020. In questo caso specifico, però, ci sono un vantaggio e due svantaggi. Il vantaggio è che, a questo punto,  la gran parte degli operatori sanitari è ormai vaccinata al Covid. Questo consentirà di scongiurare quei cluster che si sono verificati nelle strutture sanitarie aquilane, quando il vaccino non era ancora disponibile. Gli svantaggi, invece, sono questi: innanzitutto loro partono con un ospedale già pieno e tra due/tre settimane non credo ci sia una rilevante diminuzione dei contagi; il secondo svantaggio è che la base di partenza è molto più ampia rispetto a quella che c’era a L’Aquila. C’è una base di oltre 100 casi al giorno, quindi le previsioni sono tutto fuorché rosee”.

Sabato 6 febbraio sono stati addirittura 303 i casi positivi registrati nella provincia di Pescara.

L’economista Persio sottolinea l’urgenza di prendere provvedimenti che riguardino specificatamente la città metropolitana di Pescara. Ricordiamo che Marsilio ha disposto le zone rosse per due città del teatino – Atessa, San Giovanni Teatino – e una del pescarese – Tocco da Casauria.

“Non prendere delle decisioni ora – e siamo già in ritardo – ci porterà dal weekend di San Valentino in zona arancione. Una classificazione che non durerà ‘solo’ due settimane”, conclude Persio, “non ripetiamo lo stesso errore che fu fatto per L’Aquila”.

Foto di: Ansa