Riforma della giustizia, Cosimo Ferri: pene severe per i reati gravi, ma occorre depenalizzare seriamente

9 febbraio 2021 | 07:01
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Riforma della giustizia, Cosimo Ferri: pene severe per i reati gravi, ma occorre depenalizzare seriamente

Depenalizzare in modo più serio, pene certe e severe per i reati gravi. E ancora: garantire tempi certi e veloci alla giustizia, mantenendo salde le garanzie del nostro sistema. L’intervista, in esclusiva al Capoluogo, all’Onorevole Cosimo Ferri, già sottosegretario alla Giustizia

L’onorevole renziano Cosimo Ferri non ha dubbi su questo: lui che di giustizia se ne intende, avendo ricoperto il ruolo di Sottosegretario di Stato alla Giustizia nel Governo Letta, nel Governo Renzi e nel Governo Gentiloni. È stato membro del Consiglio Superiore della Magistratura.
Di riforma della Giustizia si parla da tanti anni: “Il confronto tra Politica, Magistratura ed Avvocatura si protrae da tempo, ma non fa passi avanti. Il riposizionamento dei partiti con il nuovo Governo Draghi consentirà un atteggiamento meno divisivo sulla riforma della giustizia. In questo momento di crisi economica e sanitaria, in cui si sta ridisegnando il Paese, per affrontare i cambiamenti che stanno stravolgendo il mondo intero oltre che l’Italia, la spinta forte a focalizzare i nuovi pilastri su cui si fonda il nostro Paese coinvolge in pieno il sistema della giustizia”.

La riforma della giustizia deve essere un pilastro del Recovery Plan – ha spiegato l’onorevole Cosimo Ferri al Capoluogo -, il futuro del Paese e dei giovani passa anche da un sistema giustizia che funzioni, che tuteli i diritti dei singoli, delle famiglie e delle imprese e che garantisca sicurezza e attragga investimenti. Per la gestione dei fondi del Next Generation Ue, il prossimo governo dovrà individuare, quindi, anche in tema di giustizia un progetto chiaro che attragga investitori, capace di portare rilancio e crescita. Giustizia ed economia vanno di pari passo”.

L’Italia ha bisogno “di una giustizia efficace, celere e giusta” prosegue l’Onorevole Ferri.

“Il nostro sistema è il più farraginoso al mondo, prevede garanzie alcune dilatorie ma anche effettive. Il punto è tenere solide quelle effettive ed eliminare tutto ciò che allunga i tempi di risposta. Ma diciamo le stesse cose da anni, e i tempi sono sempre troppo lunghi.
Per modernizzare la giustizia in Italia, occorrono investimenti seri, non basta dire informatizziamo, ma ci vogliono interventi strutturali anche sulla digitalizzazione ed informatizzazione, deve cambiare il modo di lavorare non solo dei magistrati ma anche degli avvocati. Le riforme vanno discusse con tutti gli attori della giustizia”.

Ridurre i tempi non significa solo investimenti ma anche riforme del processo civile e penale . Ma ancor prima, fare una scelta chiara di ciò che il legislatore vuole che sia punito come reato e ciò che invece possa essere sanzionato amministrativamente. Un tema fondamentale in questo senso è sicuramente la depenalizzazione

“È necessario certamente depenalizzare in modo più serio. Quando ero al governo come Sottosegretario abbiamo avviato questa fase e per esempio, in un momento di crisi economica, aveva senso punire con un reato l’omesso versamento dei contributi INPS, per importi anche irrisori ? Certamente no, abbiamo depenalizzato questa ipotesi quando l’importo fosse sotto i 10 mila euro. Oggi nella situazione in cui viviamo con la pandemia, con imprese che purtroppo chiudono ogni giorno, si può e si deve fare di più. Non penso che questi siano reati di grave allarme sociale, in un momento peraltro in cui il dibattito politico è concentrato sui ristori, su come far ripartire il lavoro, le imprese, su come diminuire il costo del lavoro: i reati che ingolfano le procure non hanno senso. Già nel periodo in cui svolgevo le funzioni di magistrato ricordo che quando giudicavo artigiani, imprenditori mi sentivo dire: “Signor giudice ma cosa avrei dovuto fare, essendo in difficoltà? Fare pagare gli stipendi ai miei dipendenti o versare i contributi?”

“Ho raccontato questo per far capire quanto sia importante che il legislatore faccia con coraggio scelte importanti anche sul tema depenalizzazione. Occorre trovare un punto di equilibrio, soprattutto in questo momento così delicato”.

Con l’onorevole Ferri abbiamo cercato di capire quali siano i punti cardine per una riforma del sistema penale moderna ed efficace.

Pene severe e certe per i reati gravi – ha proseguito Cosimo Ferri – come i furti in abitazione o le rapine, femminicidi, maltrattamenti, criminalità organizzata, mafia, corruzione, ma anche reati colposi gravi come omicidi colposi stradali o infortuni sul lavoro che creano un vero allarme sociale. Fissare linee precise e dare risposte in tempi certi. Ma poi abbandonare l’ipotesi di una visione penalistica: spesso le sanzioni amministrative sono molto più efficaci di pene che non verranno mai eseguite. C’è molto da fare, ma basta fiumi di parole: occorrono i fatti. Occorre buon senso ed equilibrio.
È necessario non far lavorare a vuoto la macchina della giustizia, rafforzare i riti alternativi, aumentare anche le premialità per chi si ravvede”

“La riforma dei reati ambientali ad esempio dimostra come l’idea di introdurre premialità sia la strada giusta: il soggetto che torna, infatti, sulla strada della legalità, ponendo in essere a sue spese una bonifica, può evitare la confisca del sito e ottenere una riduzione consistente di pena. Con il risultato che, se ha sbagliato sarà punito, ma ripristinerà la situazione nel rispetto dell’ambiente, non graverà sulle casse dello Stato, cesserà la condotta inquinante e potrà continuare a fare il proprio lavoro senza licenziare e nel rispetto delle norme.
Così come è assurdo pensare di occupare la macchina della giustizia per reati bagattellari.

Si può immaginare di attivare i tre gradi di giudizio se rubo un etto di mortadella al supermercato? Certamente no, ma questo non può voler significare giustificare tali condotte, ma occorre che lo Stato intervenga evitando che queste condotte possano ripetersi e intervenendo con percorsi alternativi alla giustizia penale. Noi abbiamo per questo introdotto ai tempi in cui ero al Governo gli istituti della lieve entità del fatto e della messa alla prova, che oggi stanno portando risultati importanti. Occorre continuare su questa strada, alzando l’asticella dei reati per cui si possa procedere.
Questo però necessita di investimenti negli uffici esterni all’area penale, nel coinvolgimento di operatori capaci di una progettualità che aiuti che ha sbagliato ad uscirne e a non commettere più questi reati.

Riforma della giustizia: la prescrizione

Sul tema giustizia i Governi Conte 1 e Conte 2 “hanno portato avanti la stessa linea, del resto il Ministro era lo stesso. Sul tema prescrizione si è aperto lo scontro più acceso, per una questione di civiltà giuridica. Tema delicato perché la nostra Costituzione parla di ragionevole durata dei processi, di giusto processo. La battaglia di Bonafede è stata molto mediatica, ma priva di efficacia, perché non è stata finalizzata a risolvere i problemi della giustizia ed è, invece, andata a scalfire principi cardine. Bastava monitorare gli effetti della riforma Orlando, che pochi mesi prima aveva introdotto modifiche importanti in tema di prescrizione, ma raggiungendo equilibrio tra giusto processo è ragionevole durata ed esigenza di dare risposte e accertare sempre la verità. Bonafede è voluto intervenire di nuovo su una riforma appena approvata, mi sono sempre chiesto perché non abbia lavorato su tanti altri temi urgenti e più utili per la giustizia, La sua riforma avrà effetto tra 10 anni quando magari si capirà che non è servita a niente e che bastava quella approvata da noi. Rimarrà un mistero, o forse no, perché era troppo difficile lavorare seriamente su come far funzionare il processo penale, molto più semplice creare un processo senza fine”.

Riforma della giustizia: le misure cautelari

“Le misure cautelari della custodia in carcere, come prevede il nostro codice di procedura penale, devono costituire l’extrema ratio e non possono essere una anticipazione della pena, anche perché deve essere rispettato il principio della presunzione di non colpevolezza. Anche in questo settore siamo intervenuti nella scorsa legislatura rafforzando le ipotesi di applicazione delle misure interdittive, a volte più efficaci e immediate di quelle cautelari del carcere e che consentono ugualmente di interrompere l’attività criminosa posta in essere. Un sindaco che ponga in essere condotta illecita, o un medico che commetta violazioni… la prima cosa da fare è buttarli fuori dal loro posto e poi giudicarli velocemente: se colpevoli, applicare pene certe e severe. E’ evidente che se hanno commesso fatti gravi è corretto applicare anche la custodia in carcere: ma per molti episodi magari può essere più efficace quella della sospensione.

“Dobbiamo garantire tempi certi e veloci alla giustizia, mantenendo salde le garanzie del nostro sistema.” conclude Ferri. “C’è molto da fare, penso che il Governo Draghi possa dare un contributo importante per una stagione vera di riforme anche nel settore della giustizia”.