Carnevale 2021

Carnevale senza feste causa Covid: i ricordi del passato

La pandemia impone di non festeggiare il Carnevale: possiamo però tornare indietro con la memoria e con un pizzico di nostalgia ripercorrere i momenti di questa festa nell'Aquila pre sisma e sentire comunque il vociare festoso dell'evento in Piazza Duomo.

Non sarà Carnevale al tempo del Covid 19, la pandemia impone attenzione e non sarà possibile festeggiare uno degli eventi più allegri dell’anno, non solo per i più piccini.

Il Carnevale è fatto di mascherine variopinte, coriandoli colorati, vento che gioca con i capelli imbrattati di schiuma e stelle filanti, gote arrossate dalla corsa: tutte attività incompatibili con le mascherine (non colorate ma chirurgiche e di protezione), distanziamenti, igienizzanti.

Il Carnevale del 2021 avrà un sapore diverso dal solito per colpa della pandemia, tra zone gialle, arancioni e magari anche rosse, e in attesa che la campagna vaccinale ci porti più vicino alla fine del tunnel.

Senza carri e sfilate, senza il tradizionale Carnevale in Piazza Duomo, che quest’anno sarebbe giunto alla sua settima edizione, vale a questo punto la pena ricordare cosa è stata questa festa negli anni passati, ancora prima del Covid, prima del terremoto del 6 aprile 2009.

Giovedì grasso, era un giorno di festa: si faceva “sega a scuola” e gli adolescenti di allora, quelli nati a cavallo tra gli anni ’70 e gli anni ’80, si ritrovavano in centro, sotto i portici, per passare la mattinata insieme, in allegria, anche senza mascherarsi.

Per molti quella mattinata però diventava un incubo perchè, una volta raggiunto il mercato in Piazza Duomo, si incappava nei burloni che si divertivano a lanciare uova e farina ai poveri malcapitati che passeggiavano.

La mattinata trascorreva lenta dentro la Spaten o la birreria Gran Sasso, oppure si compravano frappe e castagnole, se il tempo lo consentiva si andava al Castello o al Parco del Sole per una merenda improvvisata.

Erano gli anni in cui ci si divertiva anche senza i social, non c’erano i selfie e Instagram, ma i ricordi sono rimasti indelebili lo stesso.

Per i più piccoli, ma anche per i più grandi, l’appuntamento a Carnevale nell’Aquila pre sisma era al Mythos, la discoteca di Via Salliustio, dove c’era la festa sia per i più grandi la sera e, la domenica tra giovedì e martedì grasso per i bambini, con la sfilata sulla passerella della discoteca, con il premio finale per la mascherina più bella.

Le mamme, all’epoca, cucivano i costumi, dopo aver comprato metri e metri di pannolenci, quel feltro sintetico che con poca spesa dava tanta resa.

Chi non aveva avuto a casa il permesso per andare in discoteca, aveva nascosto nella borsetta quella maglietta carina, comprata di nascosto, per cambiarla velocemente in bagno e fare Carnevale anche solo con un velo di rossetto, l’oggetto proibito rubato alla mamma. Per molte quella festa di Carnevale era l’occasione per rivedere quel ragazzetto che faceva battere il cuore, le cui iniziali colorate, campeggiavano su ogni pagina della Smemoranda o del diario segreto.

Dopo il terremoto si è cercato a lungo di ricomporre questa dimensione sociale: Carnevale, come tutti gli altri eventi, è stata non solo una festa, ma occasione per aggregarsi, per stare insieme, per ricucire quel tessuto che il sisma aveva sfilacciato.

Nei primi anni dopo il 6 aprile 2009 l’appuntamento a Carnevale era dentro i centri commerciali sparsi nelle periferie della città, allestiti a festa e con party a tema per poi finalmente, 7 anni fa, tornare in piazza Duomo grazie all’evento organizzato da Mamme per L’Aquila.

L’anno scorso l’appuntamento del Carnevale era stato messo in forse dalla mancanza di fondi necessari, poi alla fine si riuscì a trovare la quadra e, forse per l’ultima volta prima della pandemia, Piazza Duomo è stata invasa da un’allegra ciurma colorata fatta di mascherine e costumi variopinti.

A chiudere l’ultimo Carnevale dell’Aquila prima della pandemia, c’è stato l’evento al 910 con Cristiano Malgioglio: per molti, quella è stata l’ultima uscita prima del lockdown.

Niente feste di Carnevale: per i più piccoli organizziamoci in casa

Vero che non si può festeggiare in Piazza o in una ludoteca, ma si possono coinvolgere i più piccoli per esempio nella preparazione dei dolci tipici della festa come frappe o castagnole, oppure ancora realizzare in casa una mascherina colorata per il viso, seguendo uno dei tanti tutorial presenti sul web.

In ogni caso, in famiglia, si può pensare di preparare qualche buon piatto seguendo proprio l’etimologia del Carnevale.

La parola Carnevale deriva dal latino carnem levare, ossia “eliminare la carne”. Si tratta di un esplicito riferimento agli obblighi religiosi imposti dalla Quaresima, il periodo di 40 giorni di digiuno e preghiera che conduce appunto alla Pasqua.

In quanto primo giorno di Carnevale, il giovedì viene dunque definito ‘grasso’ perché tradizionalmente apriva le porte a una settimana di abbondanti banchetti, che precedevano la lunga astinenza.

I bagordi terminavano in corrispondenza dell’altro appuntamento simbolo di questa festa, noto con il nome di Martedì grasso.

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