Cronaca

Omicidio Barisciano, mano dell’assassino vs mano dell’indagato: i dubbi da chiarire

Al Riesame la richiesta di modifica della misura cautelare per il 25enne accusato dell'omicidio di Barisciano. Intanto emergono nuovi elementi.

L’AQUILA – Al Riesame la richiesta di modifica della misura cautelare per il 25enne accusato dell’omicidio di Barisciano. Intanto emergono nuovi elementi.

Dopo il rigetto da parte del Gip dell’istanza di modifica della misura cautelare in carcere per Gianmarco Paolucci, il 25enne accusato di aver ucciso Paolo D’Amico nella sua abitazione a Barisciano, la difesa del giovane, rappresentata dall’avvocato Mauro Ceci, si rivolge al Tribunale del Riesame per ottenere una modifica della misura cautelare. Nel frattempo, emergono nuovi elementi dall’inchiesta.

Mancino o destrorso? La mano dell’assassino e i dubbi sull’accusato.

Secondo il medico legale che ha eseguito l’autopsia di Paolo D’Amico, l’assassino è una persona destrorsa. Il 25enne accusato dell’omicidio, però, ha dichiarato di essere mancino e davanti al giudice ha in effetti firmato con la sinistra, in modo apparso assolutamente naturale. D’altra parte, però, ci sarebbe la testimonianza di un appartenente alle forze dell’ordine che invece ha riferito di averlo visto firmare con la destra, in un’altra occasione. Questo è uno dei tanti elementi che andranno chiariti.

Omicidio di Barisciano, un appartamento sotto sequestro: manca ancora qualcosa.

Nel frattempo resta sotto sequestro un appartamento nelle disponibilità dell’indagato e della sua famiglia. L’appartamento, non abitato continuativamente, è stato perquisito, come gli altri luoghi normalmente frequentati dal 25enne, ma anche posto sotto sequestro. Evidentemente gli inquirenti ritengono il posto particolarmente importante rispetto alle indagini, che non sono certo concluse.

Dal luogo del delitto, infatti, mancherebbero alcuni elementi che non sono stati ancora trovati, a partire dal telefono della vittima, che è stato sottratto dal luogo. Per rintracciare i contatti della vittima e avviare le indagini, infatti, gli investigatori hanno dovuto duplicare la sim intestata alla vittima attraverso l’operatore telefonico e quindi ricostruire contatti e collegamenti. La sim “vera”, però, è dentro un telefono che non è stato ancora trovato. All’appello mancherebbe anche un portafoglio, sempre appartenente alla vittima.

Omicidio di Barisciano, verso il processo.

Due giorni fa la Procura ha nominato un consulente di parte, mentre il 16 febbraio inizieranno le operazioni peritali sui due telefoni dell’indagato e sul suo computer. La difesa nominerà un proprio consulente. Entro un paio di settimane si dovrebbe quindi arrivare alla Camera di Consiglio e poi il processo dovrebbe entrare nel vivo, con tutti quegli aspetti ancora da chiarire.

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