Cansano, parte il restauro delle epigrafi di Ocriticum

13 febbraio 2021 | 13:15
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Cansano, parte il restauro delle epigrafi di Ocriticum

Partiti i lavori di restauro delle epigrafi di Ocriticum, rinvenute durante le campagne di scavo nel Parco archeologico di Cansano.

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Il restauro, voluto e interamente finanziato dal Comune di Cansano con parere favorevole della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Abruzzo, sarà curato dal Maestro Paolo Cui del Consorzio Artigiano Arcovaleno di Sulmona, che svolgerà le operazioni nel cortile del Palazzo dell’Annunziata negli orari di apertura del Museo Archeologico: chi sceglierà di visitare gli spazi museali sulmonesi in questi giorni potrà dunque imbattersi nel restauratore all’opera.

Oggetto dell’intervento saranno alcuni frammenti epigrafici, due dei quali ancora inediti, rinvenuti durante le campagne di scavo condotte dalla dottoressa Rosanna Tuteri della SABAP Abruzzo in collaborazione con SNAM tra il 1992 e il 2005 nei vari siti del Parco Archeologico di Ocriticum, nel Comune di Cansano, uno dei più ricchi e affascinanti del comprensorio peligno, noto oggi soprattutto per i resti del grande santuario italico-romano dedicato a Giove. Un’area ricca di testimonianze, giacché qui era la Mansio Iovis Larene, la stazione di sosta a servizio della Via Nova, che dal municipium di Sulmo conduceva al Sannio Pentro e da lì alla Magna Grecia.

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Soddisfatto il Consigliere con delega alla Cultura del Comune di Cansano Pasquale Di Giannantonio, promotore dell’iniziativa.

“Nel nostro Parco Archeologico sopravvivono le testimonianze di un antico modo di concepire il mondo, che non può fare a meno, tornato alla luce, di mettersi in dialogo con la nostra contemporaneità. Ocriticum non rappresenta solo un luogo di grande rilevanza storico-culturale, ma anche e soprattutto un’occasione di recupero della nostra identità: conoscerlo, prendersene cura, raccontarlo al mondo è per noi un dovere morale, oltre che una grande occasione di rilancio del territorio. Una delle epigrafi oggetto di restauro è dedicata a una giovane di nome Turellia, venuta a mancare all’età di ventun anni: in lei, azzardando, mi piace leggere il nome della più antica Cansanese di cui si abbia memoria, morta a Ocriticum duemila anni fa. Un’emozione che merita di essere condivisa”.

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Al termine del restauro, i reperti saranno trasferiti nel Centro di Documentazione Ocriticum di Cansano, dove potranno essere ammirati dai visitatori a partire dalla prossima primavera.