Politica

Governo Draghi, la lista dei Ministri

Nasce il governo di Mario Draghi, con 8 tecnici e 15 ministri di sei partiti: alle 12 il giuramento.

Nasce il governo guidato dal presidente del Consiglio, Mario Draghi. Il giuramento si terrà oggi, sabato 13 febbraio alle 12.

8 donne e 15 uomini nella squadra voluta da Mario Draghi che oggi giureranno al Colle. La nuova squadra di ministri è formata e dà spazio a tutti i partiti dell’ampia maggioranza che sostiene l’esecutivo, con figure di fiducia del premier in dicasteri chiave.

Tra i confermati Luciana Lamorgese all’Interno, Roberto Speranza alla Salute, Luigi Di Maio agli Esteri, Dario Franceschini alla Cultura, Lorenzo Guerini alla Difesa. Daniele Franco va all’Economia. Al Turismo entra Massimo Garavaglia.

Governo Draghi, ecco la lista dei nuovi ministri

La compagine ‘rosa’ del governo è composta da Marta Cartabia, Luciana Lamorgese, Mariastella Gelmini, Mara Carfagna, Fabiana Dadone, Elena Bonetti, Erika Stefani e Cristina Messa.

Gli uomini sono Dario Franceschini, Andrea Orlando, Federico D’Incà, Vittorio Colao, Renato Brunetta, Massimo Garavaglia, Luigi Di Maio, Lorenzo Guerini, Daniele Franco, Giancarlo Giorgetti, Stefano Patuanelli, Roberto Cingolani, Enrico Giovannini, Patrizio Bianchi e Roberto Speranza.

Ecco tutti i ministri del governo Draghi:

1) Daniele Franco all’Economia

2) Giancarlo Giorgetti ministro Sviluppo economico

3) Roberto Speranza alla Salute

4) Cingolani all’Ambiente Transizione ecologica

5) Luigi Di Maio ministro degli Esteri

6) Marta Cartabia alla Giustizia

7) Renato Brunetta alla Pubblica Amministrazione

8) Andrea Orlando al Lavoro

9) Luciana Lamorgese agli Interni

10) Erika Stefani alle Disabilità

11) Vittorio Colao all’Innovazione tecnologica

12) Patrizio Bianchi all’Istruzione

13) Dario Franceschini alla Cultura

14) Federico D’Incà ai Rapporti con il Parlamento

15) Massimo Garavaglia al Turismo

16) Elena Bonetti pari Opportunità

17) Mara Carfagna ministro al Sud e Coesione

18) Lorenzo Guerini alla Difesa

19) Maria Stella Gelmini alle Autonomie

20) Dadone alle Politiche Giovanili

21) Stefano Patuanelli all’Agricoltura

22) Enrico Giovannini alle Infrastrutture

23) Cristina Messa all’Università

Asciutto nello stile, dopo aver letto i 23 nomi, il premier non ha aggiunto alcun commento davanti alle telecamere.

Lasciando il Quirinale si è lasciato andare per un attimo: “In bocca al lupo”, ha risposto ai fotografi che lo attendono sommergendolo di flash.

Le prossime tappe, dal giuramento al voto sulla fiducia Nessuna trattativa estenuante con le forze politiche: la composizione dell’esecutivo è una partita che l’ex numero uno della Bce ha giocato solo affidandosi ai consigli del Colle, come Costituzione vuole.

Ciò non toglie che ci sia voluto ugualmente un complesso lavoro di cesello per trovare i giusti equilibri. Ora manca il giuramento, in agenda oggi alle 12, e poi si terrà’ il primo Consiglio dei ministri.

A metà settimana (da mercoledì al Senato) toccherà infine alle Camere votare la fiducia e a quel punto inizierà la corsa contro il tempo.

Come riporta Il Fatto Quotidiano, alla fine Mario Draghi ha seguito effettivamente il modello di Carlo Azeglio Ciampi. Ma si è dovuto affidare parecchio pure a Massimiliano Cencelli, il democristiano che inventò il mitologico manuale che porta il suo nome.

“Il governo dei competenti, quindi, nella sua parte politica è il risultato di un’elaborata distribuzione di poltrone. Una divisione effettuata col bilancino che alla fine finisce inevitabilmente per sacrificare competenze ed esperienza. D’altra parte i partiti che appoggiano l’ex presidente della Bce sono quasi tutti quelli presenti in Parlamento: trovare la quadra è stato complicato”.

Governo Draghi, le priorità

Le priorità dell’esecutivo Draghi: emergenza sanitaria, economica e sociale, ha detto Draghi accettando l’incarico il 3 febbraio, sono le priorità: i temi si intrecciano e molto passerà per il Recovery plan, che sarà rivisto e reso operativo lavorando fianco a fianco con il sottosegretario alla presidenza Garofoli ma soprattutto con il nuovo ministro dell’Economia e il ministro per la Transizione energetica, che fonderà i temi ambientali e alcune competenze in materia energetica: e qui i nomi scelti, quello di Daniele Franco e Roberto Cingolani, sono fuori dal perimetro dei partiti.

Il super-ministero dell’Ambiente Il M5s viene dunque solo parzialmente accontentato.

Il contenitore chiesto da Beppe Grillo c’è ma alla guida non va un esponente del Movimento. “Lo abbiamo fortemente voluto”, rivendica su Fb Luigi Di Maio, perché “questo è il governo della transizione ecologica”. Parla invece di “una presa in giro” Barbara Lezzi, tra le voci critiche dei 5s: “Il super ministero non c’è’. Non abbiamo votato per questo”.

 

La foto allegata all’articolo è presa dall’Ansa nazionale.

 

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